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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2020 O gni volta che il mio segretario A n t o n i o m i a s s i l l a p e r avere un'altra raccolta di satire, rispondo: "Attento, figlio mio. Alla pro- duzione di libri non c'è fine". Se questa sembra una rispo- sta disincantata, è solo per- ché sono stato testimone di tante baggianate e imbrogli. Dimenticate Mecenate e la fattoria della villa Sabina di Orazio. La letteratura a Roma è stata un imbroglio per ventun secoli. F i n o a l l a f i n e d e l l a Repubblica, gli autori hanno fatto copie delle loro opere in casa propria o di un mecena- te e hanno fatto circolare il manoscritto tra gli amici. P o i , p e r v o l e r e d i G i u l i o Cesare, il banchiere Attico trasformò il suo studio priva- to in una fabbrica pubblica per far uscire le copie dei discorsi di Cicerone per la Biblioteca di Stato. Cesare, in cambio, procurò ad Attico ricchi clienti: parvenus che, apparendo colti, si facevano benvolere e cercavano rispet- tabilità. Le librerie si moltiplicaro- no presto sul Vicus Tuscus, una strada commerciale che si estendeva a sud-ovest del Foro tra la Basilica Giulia e il Tempio di Castore e Polluce. Q u e s t a t r a f f i c a t a s t r i s c i a comprendeva anche rivendi- tori di incensi e profumi, il che può spiegare perché le prime case editrici romane coltivavano il dolce profumo del successo. La più redditi- zia, situata vicino alla statua di Vertumnus, il dio etrusco del cambio di stagione e dello scambio finanziario, apparte- neva ai fratelli Sosius, due astuti liberti la cui lista degli autori comprendeva Orazio. I Sosius, scherzava Orazio, levigavano i suoi manoscritti fino a farli diventare lisci come il fondoschiena di un ragazzo a pagamento. Questi commercianti di libri (librarii), che riuni- vano e formavano squadre di schiavi esperti, vendevano la loro merce ai prezzi più alti. Tuttavia, anche se la lettera- tura era uno status symbol, l'opera originale di un autore era spazzatura. Scrittori sco- nosciuti pagavano a peso d'oro i copisti per soddisfare i loro ordini, ma anche gli scrittori più famosi non pote- vano vendere i loro mano- scritti a negozi che si accon- t e n t a v a n o d i r i p r o d u r l i e distribuirli. Peggio ancora, i mercanti di libri erano esenti dal paga- re gli autori. Non esisteva a l c u n d i r i t t o d ' a u t o r e . Secondo il diritto romano, la s c r i t t u r a r i e n t r a v a n e l l a norma delle superficies solo cedit. Un albero che apparte- neva ad una persona, se pian- tato nel terreno di un'altra persona, apparteneva al pro- prietario della proprietà non appena vi metteva radici. Allo stesso modo, se qualcuno scriveva sul papiro o sulla p e r g a m e n a d i u n a l t r o , i l materiale era considerato proprietà, quindi la scrittura apparteneva al proprietario del papiro o della pergamena. Questa scappatoia permet- teva agli editori di ingrassare mentre gli scrittori morivano d i f a m e . " I l m i o l i b r o " dichiarò Marziale "viene sfo- g l i a t o i n m e z z o a i l u o g h i ghiacciati getici, vicino agli standard marziali, dal severo centurione; e anche la Gran Bretagna canta i miei versi". Ma che vantaggio ne traggo? La mia borsa non trae alcun vantaggio dalla mia reputa- zione". Per sfuggire alle richieste dei librarii o per forzarne la mano, gli autori davano delle letture, ma spesso i luoghi erano pessimi. Giovenale fu bloccato nella "discarica scro- stata di una sala in periferia, con la porta d'ingresso sbar- rata come le porte di una città assediata". Il suo mece- nate pagò una claque, ma risparmiò nel fornire sedie per l'incontro. Al contrario, i ricchi e i potenti mettevano in scena sontuosi recital e creavano scintillanti premi. Per la loro gloria, non per quella di Apollo. Questa pra- tica continua ancora oggi. Basti pensare alla cerimo- n i a a n n u a l e d e l P r e m i o S t r e g a , u n i n c r o c i o t r a Sotheby's e Indie 500, che si t i e n e i l p r i m o g i o v e d ì d i luglio nel ninfeo illuminato di Villa Giulia. Mentre gli ospiti si appoggiano alla balaustra dello scalone di marmo, i giu- rati, quattrocento addetti ai l a v o r i e d i t o r i a l i c h i a m a t i Amici della Domenica, riem- piono il cortile. L'aria pullula di pettegolezzi e intrighi. I paparazzi scattano foto e rubano tartine dai buffet. Le escort sembrano più rigide delle cariatidi che sostengono l a l o g g i a . I c r i t i c i n e g l i smoking a noleggio battibec- cano e piazzano scommesse. Una lavagna elenca i voti dei cinque autori selezionati. F o n d a t o n e l 1 9 4 7 d a G u i d o A l b e r t i , t i t o l a r e dell'azienda di liquori Strega, i n s i e m e a l l a s c r i t t r i c e d i r o m a n z i s t o r i c i M a r i a Bellonci e al marito Goffredo, il Premio Strega ha riunito gli intellettuali romani del dopo- guerra e ne ha promosso la loro cultura da salotto. Ma poiché la prosperità ha sosti- tuito l'austerità, lo Strega è venuto a simboleggiare tutto ciò che non va nell'establish- ment. I tabloid dicono che il premio è già stato deciso, è un affare chiuso tra gli edito- ri. Le proteste turbano la c e r i m o n i a . P i e r P a o l o Pasolini, che accusava la Fondazione Strega di essere "completamente e irrepara- bilmente nelle mani di un neocapitalismo arbitrario", istiga all'embargo. Dopo que- sta esplosione, il premio è stato soprannominato La Polveriera. Le regole per la nomina e il voto sono cambiate, ma lo Strega rimane controverso. L e g r a n d i c a s e , A d e l p h i , F e l t r i n e l l i , M o n d a d o r i , Rizzoli, giocano ancora spor- co, fanno ancora pressione sugli Amici per i voti necessa- ri a far sì che il loro libro venga nominato best seller. Il premio in sé, una sciocchezza rispetto al Nobel, al Booker o al Pulitzer, è la vetrina. La vera partita si gioca dietro le quinte, dove gli editori si affannano per avere le vendi- te quasi garantite del libro vincitore per cinquantamila copie. Che il Monte Parnaso o n o r i l e M u s e . L e S e t t e Colline venerano solo il dena- ro. Eppure Antonio mi spinge a finire un altro libro, nono- stante il fatto che i romani più anziani preferiscano le pagine sportive e i romani più giovani a malapena legga- no. Una piccola casa editrice indipendente, sostiene, vuole p u b b l i c a r e i l m i o l a v o r o . Molto lusinghiero, e quante c o p i e v e n d e r à ? D o m a n d e così pratiche non danno mai fastidio ad Antonio, sempre incline ai mulini a vento. " P u b b l i c a r e o p e r i r e " , grida. Ma quando il libro medio ha la durata di conser- vazione del latte e la maggior parte dei finalisti di Strega sono ridotti in poltiglia nel giro di quattro anni, sono perfettamente in grado di fare entrambe le cose. LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Pier Paolo Pasolini, accusava la Fondazione Strega di essere "completamente e irreparabilmente nelle mani di un neocapitalismo arbitrario". (Photo: Wikimedia Commons) Parnasu sul Tevere Pasquino pubblica un libro