L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-9-2020

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GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 15 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, Appunti di luglio con un collegamento ita- liano: la first lady americana Elea- nor Roosevelt (1933-1945), in una parata del 4 luglio ad Hyde Park, N.Y., su una FIAT Roadster. Perché una donna alta come Eleanor avrebbe do- vuto schiacciare se stessa e il suo pesante autista Tubby Curnan su una FIAT per par- tecipare a una parata? Si è sco- perto che la FIAT Roadster gli fu fornita da suo figlio Frank- lin Jr, che possedeva l'agenzia FIAT negli Stati Uniti e che passava le sue giornate lavo- rative importando e distri- buendo automobili FIAT (e oc- casionalmente Jaguar) negli Stati Uniti. Gianni Agnelli, allora scapolo, fu presentato ai Roosevelt attraverso la sua amicizia con Pamela Churchill, ex moglie del figlio di Winston Churchill, Randolph, a cui Sir Winston era molto affezio- nato. *** Le bocce, a cui si giocava inizialmente sulle Alpi italia- ne oltre 2.000 anni fa, consi- steva in un lancio basso di pietre. Fu poi esportato in G e r m a n i a s o t t o f o r m a d i bowling ai birilli, circa nel IV secolo d.C. e fu un precursore del bowling. *** La rivoluzione comu- nista cinese del 1949 causò un afflusso di cantonesi nella Little Italy di New York, dove gradualmente divenne- ro il gruppo dominante nella Transfiguration Parish, la più antica chiesa cattolica di New York City - costruita nel 1801 - che serviva soprattutto gli immigrati italiani. *** E . S . L . , i n g l e s e c o m e seconda lingua, è la categoria sotto cui si sono trovati molti dei nostri genitori e nonni q u a n d o s o n o v e n u t i i n America per la prima volta. A ben ricordare, molti di loro ancora non parlavano bene l'inglese dopo quarant'an- n i . C i t o q u e s t o c o m e u n dolce promemoria, perché molte delle nostre chiese hanno ora sacerdoti e semi- naristi per i quali l'inglese è la seconda lingua. Quindi abbiate un po' di "compas- sione". *** Geraldine Ferraro, ci ha lasciato (26 marzo 2011) a 7 5 a n n i . L ' h o i n c o n t r a t a diverse volte quando era in California dopo aver accetta- to la nomina a vicepresidente alla Convention Nazionale D e m o c r a t i c a d i S a n Francisco del 1984, come compagna di corsa del candi- dato alla presidenza Walter M o n d a l e . I l d i s c o r s o d i accettazione di Geraldine Ferraro, un momento della s t o r i a i n c u i f u l a p r i m a d o n n a a d e n t r a r e i n u n i m p o r t a n t e p a r t i t o , f u i l momento culminante del Congresso Democratico del 1984. Deputata del Queens p e r t r e m a n d a t i e p r i m a donna candidata alla vice- presidenza di un importante partito, Ferraro accettò gen- tilmente la decisione degli elettori, ma rimase delusa d a l f a t t o c h e l e v o c i p i ù i m p o r t a n t i d e l l a n o s t r a comunità nazionale italo- a m e r i c a n a r i m a s e r o i n silenzio quando venenro fuori calunnie etniche. Nel suo libro Changing History (1994), Women, Power, and Politics, ha ricordato le voci, spesso ripe- tute ma non documentate, di avere legami familiari con la criminalità organizzata. Ferraro dice di non essersi p r e o c c u p a t a m o l t o d e l l e accuse quando sono emerse durante la sua campagna vicepresidenziale del 1984 per due motivi: sapeva che non erano vere e sapeva che i leader della comunità italoa- mericana avevano una storia di resistenza alla calunnia. Aveva ragione a metà. "Mi sbagliavo sulla secon- da parte. Infatti, per quei quattro mesi, la maggior parte della nostra comu- nità si è voltata dall'altra parte e ha fatto finta di essere morta". Quando il New York Post ha pubblicato una storia dopo l'altra, sug- g e r e n d o c h e l a f a m i g l i a Zaccaro era legata al crimine o r g a n i z z a t o , s e n z a d a t i a sostegno della denuncia, la nostra comunità è rimasta in silenzio... Quando il Wall Street Journal, in uno degli articoli più irresponsabili della campagna, ha cercato di collegare mio suocero alla mafia, la nostra comunità non si è mai sollevata nè ha detto Basta!". Perché così poche persone l ' h a n n o d i f e s a , s i c h i e d e . Perché era una donna? Per le s u e p o l i t i c h e ? S e q u e s t e erano le ragioni, perché nes- suno l'ha detto? Ferraro nota che all'epoca alcuni giornali- s t i c o n f e r m a r o n o i l s u o sospetto che il genere fem- minile avesse molto a che fare con tutto questo. Riportavano che ogni volta che le maggiori testate ameri- cane menzionavano un uomo dal cognome italiano nella stessa storia in cui si parlava di "criminalità organizzata", provocavano una reazione immediata da parte dei lea- der della comunità italo-ame- ricana. Non così con Ferraro. In poche parole, ha accu- sato coloro che tacevano di agire contro le tante famiglie italo-americane laboriose e dignitose che subivano le vec- c h i e b a t t u t e e t n i c h e e i sospetti sussurrati. Era chiaramente arrabbia- ta e ferita, ma coraggiosa e risoluta, poiché spiegava che n o n a v r e b b e m a i p o t u t o lasciar impuniti tali insulti. "Circa ottant'anni fa, mio nonno faceva l'addetto alle pulizie stradali a New York City. Aveva finito di spazzare la strada e una donna si avvi- cinò e gettò la spazzatura dove lui aveva appena spaz- zato. Parlava solo italiano, così le urlò contro in quella lingua. Lei gli gridò: "Ti fac- cio licenziare, italiano". E così fece e lui è uno dei moti- vi per cui continuerò a parla- re contro il bigottismo, per la dignità... per tutti noi...". N e l 1 9 9 6 , N O I A W (Organizzazione Nazionale Donne Italo-Americane) ha o r g a n i z z a t o n e l 1 9 9 6 Concerns for Women in the 21st Century, una con- ferenza e un tour con tappe a Roma e Palermo per "Un dia- logo per le donne italiane e americane".

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