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L'Italo-Americano PAGINA 14 Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Dambel Dambel, comune di 429 abitanti in provincia di Trento, situato in Val di Non. È caratteristico per la posizione soleggiata e il clima mite che favorisce la crescita della famosa mela della Val di Non. Si trova tra due affluenti del torrente Novella e l'area del canyon fa parte del Parco Fluviale Novella, al quale è riconosciuto un interesse naturalistico e geologico. L'interesse storico di Dambel risiede nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, citata nei testi a partire dal 1242 e completamente ristrutturata nel 1537. Sorge sulla cime di Doss de' Sadorni e la leggenda la vuole eretta su di un tempio dedicato a Saturno, protettore dei campi e della terra. Probabilmente il nome "Sadorni" potrebbe derivare proprio da "Saturno". Sopra la porta della chiesa di Dambel c'è un volto scolpito che, pare, lo rappresenti. Sul Doss di Sadorni sono stati trovati molti oggetti che testimoniano la presenza del popolo dei Reti ed ora questi reperti sono custoditi in parte, presso il Museo archeologico del Buon Consiglio a Trento e in parte al Museo Ferdinandeum di Innsbruck. L'altare maggiore della chiesa è un'opera d'arte. È un trittico in legno, lavorato sia nella parte anteriore che posteriore. Al centro spicca la Madonna con in braccio il Salvatore. Le figure sono piene d'espressione. Durante i lavori di restauro dell'ottobre 2004 sul lato dell'edificio, che guarda il cimitero, è stato rinvenuto un affresco del '400. La figura rappresentata è una trinità a tre volti, uniti tra di loro, con tre nasi, tre bocche e quattro occhi: quello centrale è Dio, alla sua destra Gesù, a sinistra lo Spirito Santo. La parrocchiale dell'Assunta venne consacrata nel XV secolo e il suo campanile, che si erge sul dosso, è molto particolare con i suoi archi gotici e l'alta cuspide. La cappella dell'Addolorata sorge invece su un altro dosso chiamato "Saori". Vicino ci sono antiche tombe romane. GIOVEDÌ 2 MAGGIO 2013 Collegiata di Sant'Andrea in piazza Farinata degli Uberti Chiesa di Maria Santissima a Frignano Empoli, comune toscano di 48.086 abitanti della provincia di Firenze. Le prime tracce del luogo si hanno agli inizi dell'VIII secolo con un castello denominato Empolum (o Empolis) nella parte della città chiamata Empoli Vecchio. La città, fondata intorno alla Pieve di Sant'Andrea e al castello nel XII secolo, è citata in documenti come Imporis o Emporium. Il cuore della città si trova attorno a piazza Farinata degli Uberti (più comunemente chiamata Piazza dei Leoni, per via della fontana centrale), dominata dalla facciata della Collegiata di S. Andrea, che si erge al culmine di un'ampia gradinata. Accanto sorge lo storico Palazzo Pretorio e di fronte, il Palazzo Ghibellino. Gli altri palazzi, molto antichi, circondano la piazza con un porticato, disposizione abbastanza insolita nelle città o nelle piazze toscane. Un avvenimento da segnalare nella storia di Empoli accade durante la II Guerra Mondiale. Tra 1943 e 1944 il corso del fiume Arno, fu scenario del fronte italiano del conflitto dove si fronteggiavano gli Alleati (Indiani, Britannici, Sudafricani e Americani) in avanzata e i tedeschi in ritirata. Durante questi mesi la città subì un violento rastrellamento da parte dei nazisti. Trenta persone vennero fucilate e solo una riuscì a scappare. L'8 marzo 1944, ben 597 persone, prelevate nel circondario empolese e in altre zone dell'Italia vennero stipate nel famigerato Trasporto Bestiame n° 32, partirono da Firenze e giunsero a Mauthausen l'11 marzo. Solo una decina di loro ritornarono a casa e oggi, in memoria di quegli avvenimenti, molte scuole partecipano al "Percorso della Memoria", che prevede un pellegrinaggio ai campi di concentramento e sterminio più significativi quali Gusen (con cui Empoli è gemellata), Mauthausen, Harteim, Ebensee e la Risiera di San Sabba a Trieste. Tra i deportati al campo di Gusen c'era anche Carlo Castellani, preso al posto del padre, alla cui memoria è intestato lo stadio comunale. Frignano è un comune campano di 8.733 abitanti della provincia di Caserta. La fondazione è datata non più tardi del I secolo a.C., quando, dopo la vittoria della II guerra punica su Annibale (211 a.C.) in epoca CesarianaAugustea, il territorio fu colonizzato ed assegnato con la centurazione (suddivisione agricola in campi quadrati) ai veterani di guerra. Ciò è deducibile da due fatti: dal nome e dalla ubicazione. Il toponimo è la forma sincopata di un nome gentilizio romano Furinius (Furnius). Una iscrizione latina confermerebbe il significato di "terra appartenente a Furinius", comprovante la suddivisione in appezzamenti terrieri. Furinius era, forse, un soldato distintosi nella cacciata di Annibale da Capua. L'origine si può anche ricollegare a "Forum Iani" (Foro di Giano), perché fu ritrovato, alla fine degli anni '50, un tempio con due aperture sormontate da due facce di diverse dimensioni con la scritta "Dicata Iano". Tale tempio fu ritrovato sotto l'attuale chiesa dedicata a Maria Santissima dell'Arco. Al tempo dei Longobardi e dei Normanni, Frignano viene più volte citato nei documenti. Sotto gli Svevi (XIII secolo) divenne feudo e fu diviso tra i vari signorotti del posto. Nei secoli successivi con gli Angioini e gli Aragonesi fu possesso reale, poi con gli Spagnoli nel 1503 fu assegnata al baronato dei Gargano, a cui si deve l'erezione del Palazzo Marchesale, dimora nobiliare del casato fino al 1746. Dell'arredo ricco di tele, arazzi e mobilio, rimane ben poco, perchè razziato dalle "compagnie di ventura". Della struttura si conserva lo scalone principale, la famosa scala a chiocciola, nota come "a marruzza". Nei lunghi secoli di regime feudale la popolazione visse in condizioni di assoluta povertà. Solo con l'avvento del decennio francese e la conseguente eversione della feudalità (1806), i primi sindaci del paese si prefissero come obiettivo il progresso della loro terra. Cos'è, per ciascuno di noi, la felicità? Una porta che si apre verso l'interno ALEJANDRA DAGUERRE Ieri mi sono sentita felice... Mi sono resa conto che provare la sensazione di felicità dipende esclusivamente da me, e che quando sento che non arriva, non mi capita o, semplicemente, mi sfugge come acqua tra le mani... dipende, di nuovo, solo da me. Ieri i programmi cambiavano continuamente...l'unica cosa chiara era che ci saremmo visti, e ciò mi bastava per essere felice. La mia voglia di vederti era tale da farmi vivere con ottimismo ogni modifica, cosa che in un altro momento sarebbe stata disastrosa per il mio stato d'animo e successivo scoraggiamento. Temporali, piogge, voli in ritardo, appuntamenti di lavoro cancellati e persino un concerto rock disdetto sembravano essere i protagonisti della giornata...ma dentro di me resistevo alla tempesta, con un immenso senso di pace perché, malgrado le circostanze avverse, vederti sorridere timidamente mi rendeva felice! È sempre molto difficile definire la felicità, ma chi avrebbe avuto il coraggio di dire che non mi sentivo contenta? Chi l'avrebbe mai fatto trattandosi di una sensazione tanto soggettiva? Migliaia di significati, migliaia di ipotesi, migliaia di frasi…i grandi filosofi di tutto il mondo hanno cercato di definirla, ma…cos'è in realtà la felicità per ognuno di noi? Le possibilità sono molte, ma il fatto è che ognuno la sente un po' a modo suo, anche se tutti concordano sul fatto che si tratta di un sentimento completo, sano e inconfondibile. Perché la consideriamo un fine? Un fine piacevole solo se abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Perché la concepiamo a livello idealizzato e inaccessibile, come un posto dove si può arrivare solo se tutto riesce alla perfezione, senza problemi, esattamente come previsto... Perché ce la mettiamo addosso in modo ipocrita e grottesco per poi sentirci a disagio con ciò che indossiamo? Qualche tempo fa ho letto che la felicità come "sensazione di benessere" è una porta che si apre verso l'interno: si trova in noi, non bisogna cercarla al di fuori, e non ha niente a che fare con ciò che abbiamo e quanto ne abbiamo, ma con ciò che siamo e la nostra essenza, il nostro modo di dare, di essere generosi con noi stessi, con i nostri affetti, con la vita, con il pianeta...Viviamo un momento di enorme clamore sociale, pieno di esigenze e reclami, di giustizia ingiusta, di guerre inverosimili, tolleranza zero, pretese elevatissime e l'insoddisfazione come moneta corrente, ma chi ci può togliere la capacità di essere felici magari anche solo un minuto al giorno? Per fortuna siamo esseri sensibili, dotati di intelligenza emotiva e capacità di reagire: abbiamo tutti risorse sufficienti per capire che il nostro comportamento può essere modificato per avere accesso a una realtà più comoda, più piacevole, più divertente...ce l'hai il coraggio di ridefinire il tuo patto con la vita? Non passare un altro giorno senza collegarti alla tua fonte di benessere, non continuare a sprecare minuti rimandando la felicità a domani… il momento è questo... e anche oggi è possibile! Le circostanze non sono sempre promettenti, possono cambiare alla velocità della luce, possono variare e sorprenderti, ma possono essere vissute in modo diverso se imbocchiamo "il percorso del sole". Scuotiti di dosso la nube che ti avvolge, sorridi, dormi tranquillo, abbraccia, trattati bene, mangia qualcosa di buono, chiedi le cose per favore, ringrazia... cominciamo così per imparare una volta per tutte ad essere semplicemente felici. Ieri mi sono sentita felice... Tre ore dopo la tua partenza mentre respiravo profondamente e continuavo a pensarti - ho ricevuto un messaggio sul cellulare: due righe semplici che hanno rafforzato la mia sensazione e mi hanno definitivamente convinta che la soggettività può essere condivisa. Dicevano: "Oggi mi sono sentito immensamente felice". Anche oggi sono felice... Sono di nuovo in aeroporto all'alba, con lo sguardo annebbiato dal sonno, la borsa in mano, gli appuntamenti di lavoro in programa e in procinto di imbarcarmi sul mio volo in ritardo. Il mio desiderio di essere con te è così forte che nessun fattore meteo lo potrebbe offuscare. Apro la mia porta verso l'interno e mi sfugge un sorriso e - proprio lì, in mezzo a una folla di viaggiatori anonimi - mi viene voglia di dirti: "Grazie, amore, per aver condiviso con me questo spazio di felicità, grazie per avermi aiutato a far crescere nella mia vita molti di questi momenti... momenti semplicemente felici...".