L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-23-2020

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GIOVEDÌ 23 LUGLIO 2020 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | che la ricerca medica è utile per la scoperta di un farma- co, ma è ancora più impor- tante per comprendere il v e r o r u o l o d e l l ' N G F n e l nostro corpo. Lei stessa mi disse di non aver capito, al momento della sua scoperta, l'importanza e le molteplici implicazioni che l'NGF ha nel regolare la nostra vita. Negli ultimi anni, mi confidò una teoria che sperava di dimostrare prima di lasciare questa vita. La conservo e aspetto di vederla conferma- ta da uno dei tanti laboratori che lavorano sulla scia della sua scoperta. Rita è l'unica donna italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Medicina e comunque sono poche le donne al m o n d o c h e l o h a n n o ricevuto in ambito scien- tifico. Il sessismo è anco- r a u n p r o b l e m a n e l mondo scientifico? Tutti i settori di attività s o n o i n f l u e n z a t i d a u n a forma di sessismo che è cau- sata principalmente da due fattori: il primo è generato dal fatto che le regole sono state scritte dai maschi per un mondo costruito per gli uomini, il secondo è stato generato dalla natura femmi- n i l e , g e n e r a l m e n t e m e n o incline alla competizione e più propensa alla condivisio- ne e per ora ancora lontana dal difendere il proprio lavo- ro. Abbiamo prove di nume- rosi casi in cui i meriti e i talenti delle donne sono stati a t t r i b u i t i a q u a l c u n a l t r o della famiglia appartenente al sesso forte o sono stati saccheggiati da colleghi. "Il sesso maschile è favorito, mentre il sesso femminile è ostacolato", diceva. Se fosse viva, lot- terebbe ancora per que- sto? Finché c'è discriminazio- ne, è necessario lottare e zia Rita non si sarebbe mai tira- ta indietro. Si è schierata anche con la gemella Paola, che si è battuta per difendere i diritti delle pittrici sempre escluse dalle grandi mostre a favore dei colleghi maschi. L'emancipazione femminile è ancora un processo lento. S u a z i a c o m b i n a v a conoscenza, dedizione incrollabile e una grande intuizione. Altri fattori d e t e r m i n a r o n o l a s u a personalità? La componente principale del suo successo è stata la determinazione che la porta- va a pretendere dai collabo- ratori lo stesso rigore profes- sionale che aveva lei. Era una donna volitiva e non aveva tempo per l'autoindulgenza. I tre insegnamenti più importanti che le ha tra- smesso? Forse avevo già acquisito i tre insegnamenti più impor- tanti dall'insieme degli inse- gnamenti della mia famiglia e zia Rita ha contribuito a rafforzarli. Il primo è il rigo- re e l'impegno ad affrontare sia il lavoro sia la vita in generale. Il secondo è quello di essere sempre disponibile verso gli altri. Il terzo è met- tere al primo posto il rispetto per se stessi e gli altri. In famiglia condividiamo l'amore per la bellezza, il desiderio di viaggiare e la sete di conoscenza, assieme al potere dell'osservazione, il p i a c e r e d i m i g l i o r a r e i l migliorabile, poi l'ottimismo, e fissare obiettivi difficili. Sua zia diceva di esse- r e " s e m p r e i n l u n a d i miele – e fondamental- mente innamorata - non solo degli embrioni di pollo ma anche del cer- vello". Ha dovuto fatica- r e p e r a f f e r m a r e q u e l cervello o la sua perso- nalità amabile rese que- s t o n a t u r a l m e n t e p i ù facile? H a d o v u t o l o t t a r e p e r affermare il suo pensiero e le impostazioni che ha applica- to al suo lavoro. Quando una donna osa entrare, in modo naturale e imprudente, in un mondo tutto al maschile, deve infondere una sorta di paura negli altri, proprio come i mostri delle favole che spaventano i bambini. Quando si iscrisse a medici- na c'erano sei ragazze su cento ragazzi. Lo stesso è successo a me decenni dopo: quando mi sono iscritta al Politecnico di Ingegneria c'e- rano appena una dozzina di ragazze sparse in tutte le classi di un corso di laurea quinquennale. Cosa le manca di più di lei? Mi manca l'opportunità di p a r l a r e c o n u n a p e r s o n a autorevole e di grande espe- rienza. È sempre stata a con- tatto con i più grandi innova- tori che hanno fatto di testa loro, intraprendendo nuove strade nella ricerca. Era sem- pre pronta a progettare un futuro migliore utilizzando la s u a c a p a c i t à d i c o l l e g a r e informazioni provenienti da diversi campi del sapere. C o n t i n u a a v i v e r e nella casa romana dove sua zia Rita viveva con la gemella Paola tra archi- vi, immagini e documen- ti incredibili? Ancora dopo anni non rie- sco ancora a pensare che quella casa sia mia. Non ho a n c o r a s p o s t a t o n u l l a d i quello che c'era lì. Il mio senso di conservazione mi impedisce di sostituire le loro cose con le mie: questo n o n m i f a d i m e n t i c a r e com'era la vita quando ero o s p i t e l o r o . Q u e l l o è u n luogo del cuore. V o i v e n i t e d a u n a f a m i g l i a e b r e a d e l P i e m o n t e : i L e v i d i Torino e i Montalcini del Monferrato. In seguito a l l e l e g g i r a z z i a l i d e l 1938, le sue zie fuggiro- no a Bruxelles. Al suo rientro a Torino, Rita n o n p o t é f r e q u e n t a r e immediatamente l'uni- versità in quanto ebrea e quindi trasformò la sua c a m e r a d a l e t t o i n u n laboratorio dove conti- nuò le ricerche sul ruolo d e i f a t t o r i g e n e t i c i e ambientali nella diffe- renziazione dei centri nervosi. Fu nel laborato- rio di casa che osservò e descrisse l'apoptosi, una forma di morte cellulare programmata. Fino alla fine della guerra visse in clandestinità, evitando temibili rastrellamenti. Si era nascosta ad Asti e p o i a F i r e n z e . C o s a l a s p i n s e a p r o s e g u i r e NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ G Un ritratto fotografico di Rita Levi-Montalcin (iPhoto courtesy of Archivio di Famiglia Piera Levi-Montalcini) Continua da pagina 5 Continua a pagina 9 " H a d o v u t o l o t t a r e p e r affermare il suo pensiero "

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