L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-6-2020

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25 GIOVEDÌ 6 AGOSTO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a seconda tappa della nostra serie sulla resilienza ci porta nel mondo d e i s o c i a l media e a capire come la tecnologia abbia messo in contatto le persone, permet- tendo loro di esplorare nuove cose e dando il via ad alcune piacevoli attività. Insieme alla tecnologia, ciò che distin- gue la comunità italiana dalle altre, soprattutto in tempi difficili, è il cibo. La cucina italiana è simbolo di comu- nità, di cibo di qualità, di ingredienti unici e, natural- mente, di tradizioni familiari. Da Instagram a Facebook, t u t t i i s o c i a l m e d i a s o n o diventati il luogo virtuale dove gli italiani si incontrano e - perché no? - parlano di cucina, di spesa di generi ali- mentari, di ricette del posto e molto altro ancora. Ne abbiamo parlato con due italiani che rappresenta- no la combinazione social & food. Online stanno metten- do insieme persone, le fanno sentire meno sole, il tutto mentre cucinano la ricetta della loro mamma o sempli- cemente condividono le foto del pasto del giorno. A partire dal 1° aprile, ogni mercoledì alle 11.30, e fino a l l a f i n e d i a p r i l e , V i o l a Buitoni ha offerto una lezio- ne virtuale di 30 minuti sul- l'arte quotidiana della cucina italiana. Viola è una rinomata insegnante di cucina della Bay Area, con una leggenda- ria capacità di insegnare la cucina come esperienza sen- soriale a tutto tondo, coinvol- gendo la sua comunità di appassionati cuochi casalin- ghi con storie della tradizione alimentare familiare lunga sei generazioni. Viola insegna nella Bay Area dal 2009: è i n s e g n a n t e i t a l i a n a a l 1 8 R e a s o n s e a l T h e C i v i c Kitchen di San Francisco, ed è stata nelle scuole di tutto il P a e s e t r a c u i i l C u l i n a r y Institute of America a Napa Valley, e a Eataly di Chicago e New York. Viola, ci può racconta- re un po' della sua serie "Lunchtime with Viola Buitoni"? ("A Pranzo con Viola Buitoni") La mia missione negli ulti- mi 10 anni è stata quella di trasformare le persone in cuochi casalinghi appassio- nati e impegnati. Quando a marzo è iniziato il lockdown, il mio primo pensiero è stato: "Ora più che mai, la gente avrà bisogno di saper cuci- nare". Ho deciso di vivere in diretta su Instagram quasi ogni giorno, ho iniziato con piatti semplici che si possono mettere insieme in 15 minuti o anche meno. Quando la direttrice Annamaria Di Giorgio ha condiviso l'idea d i u n ' e s p e r i e n z a p i ù approfondita, per favorire una cucina attiva, abbiamo l a n c i a t o L u n c h t i m e w i t h Viola Buitoni. Come le è venuta l'idea di queste ricette? Tutte le ricette sono state realizzate intorno a ingre- dienti che fanno parte della maggior parte delle dispense standard o che sono facili da trovare nei mercati locali. Il mio scopo finale era quello di far cucinare a tutti cibi italia- ni sani e deliziosi, riducendo a l m i n i m o i v i a g g i p e r l a spesa. È molto importante avere uno chef in cucina che insegna a cucinare un certo pasto e di cui si può seguire ogni singolo p a s s a g g i o . C o m e h a affrontato questo proble- ma, sapendo che i fol- lowers avrebbero dovuto fare tutto da soli? Mi sono presa del tempo e mi sono fatta aiutare da mio marito John, che è un inge- gnere del software di Netflix e c o n o s c e l a t e c n o l o g i a . Insieme, abbiamo trovato il modo migliore per mostrare quello che stavo facendo, quando concentrarmi su di me, sulla preparazione, o sulla cucina. Abbiamo inclu- so dei primi piani delle tecni- che di preparazione e della trasformazione del cibo sul fuoco e una spiegazione det- tagliata di come ogni passo dovrebbe coinvolgere i sensi. In altre parole, dove dovreb- be essere il corpo e come ci si dovrebbe sentire rispetto al cibo e ai suoi cambiamenti. Questo è ciò che distingue il mio insegnamento: non è mai solo descrittivo dell'azio- ne, ma è una costante analisi dell'esperienza sensoriale della cucina. I partecipanti hanno interagito con lei dopo le lezioni? Molti partecipanti si sono messi in contatto e si sono tenuti in contatto. Alcuni hanno frequentato le mie lezioni online, uno spettatore mi ha addirittura mandato un regalo di ringraziamento. Tutti possono iscriversi a un corso di cucina virtuale sul mio sito violabuitoni.com e seguirmi su Instagram @vio- labuitoni. Ha intenzione di fare altre cose, considerando che il lockdown proba- bilmente durerà più a lungo del previsto? Mi piacerebbe fare altre puntate di Lunchtime with Viola Buitoni. Sono fortuna- ta ad essere in Italia in que- sto momento e vorrei conti- nuare la serie da qui perché credo fortemente che sarebbe una grande opportunità per continuare a coinvolgere gli spettatori con le ricette, oltre che con un'esperienza diretta della cultura alimentare ita- liana. CIBA, cioè Cucina Italiana nella Bay Area, è un gruppo di Facebook con un obiettivo chiaro: creare una rete locale di appassionati di autentica cucina italiana, condividere consigli sui luoghi dove tro- vare materie prime di qualità n e l l a B a y A r e a o a n c h e incontrarsi per una cena in ristoranti o case private. A b b i a m o p a r l a t o c o n Giuliano Manno, ingegne- re italiano che lavora nella Bay Area con una particolare passione per il cibo, il vino e il design. Oltre al suo lavoro a t e m p o p i e n o , G i u l i a n o è sommelier, produttore musi- cale e fotografo. Si è diploma- to alla scuola per sommelier dell'AIS nel 2007 e ha più di 10 anni di esperienza come educatore enologico. Giuliano, può parlarci di questo gruppo e del perché è stato lanciato? Quando un programma televisivo italiano ha deciso di girare a San Francisco, ha scelto dei residenti italiani per unirsi a uno chef che esplorava i ristoranti italiani per scegliere il migliore. Io sono un sommelier e, dopo molti anni nell'industria ali- mentare, ho deciso di parte- cipare all'audizione. Quando ho parlato con i produttori dello show, non ho potuto s o t t o l i n e a r e a b b a s t a n z a quanto sia importante salva- re la cultura alimentare italiana, senza necessaria- mente cadere nella "nostal- gia" e negli stereotipi. Non sono riuscito a partecipare allo show, ma qualche setti- mana dopo ho lanciato CIBA, un luogo dove si parla, si celebra e si condivide tutto sul cibo italiano. Qual è l'obiettivo fina- le di questo gruppo? L a n o s t r a m i s s i o n e è rispondere a una semplice domanda: "Cosa significa essere italiani, vivere fuori dall'Italia, nel 2020?". La storia mostra come le prece- denti ondate di emigrazione, all'inizio del '900, negli anni '40 e '50, abbiano creato una sorta di separazione culturale tra l'Italia e gli italiani all'e- stero, che alla fine si è tra- sformata in una distanza cul- turale. Vogliamo sfruttare le nuove tecnologie per essere a contatto con la nostra madre- patria, mentre facciamo pro- gredire la nostra cultura. Questi progressi possono avvenire su scala globale e l'Italia ne è il fulcro. Come avete convinto le p e r s o n e a e n t r a r e n e l gruppo? Abbiamo iniziato a parlare del nostro gruppo all'interno di altre comunità italiane su LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO Facebook. Centinaia di mem- bri si sono iscritti in meno di 24 ore e, negli ultimi mesi, a causa del lockdown, i numeri sono saliti alle stelle. Ogni giorno riceviamo richieste di adesione al gruppo e cerchia- mo di coinvolgere gli utenti solo dopo una serie di doman- de. A quali domande siete in grado di rispondere come gruppo? Il nostro motto è dal basso e dal posto: la nostra cultura alimentare nasce nelle cucine di tutto il mondo e i nostri col- laboratori sono persone che amano cucinare. Ci occupia- mo di argomenti che vanno dal trovare gli ingredienti a come utilizzare al meglio gli ottimi prodotti californiani. Organizziamo GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e ci procu- riamo gli ingredienti colletti- v a m e n t e ; c i r i u n i a m o p e r eventi virtuali intorno alle ricette, come ad esempio il Carbonara Day, la Settimana del Risotto o la Sagra della Lasagna. P u ò d i r c i q u a l c o s a sull'applicazione che ha sviluppato? Una delle nostre regole è non aprire alle aziende perché non siamo un luogo per fare pubblicità, allo stesso tempo sappiamo che è fondamentale sostenere gli italiani che gesti- scono ristoranti in giro per la Baia. Durante i primi mesi del Covid-19, alcuni ristoranti hanno chiesto di pubblicare annunci nel nostro gruppo. Eravamo preoccupati che non tutte le aziende avessero la stessa esposizione. La nostra idea era ed è, soprattutto in tempi difficili, quella di creare reti, non una cieca concorren- za. Ho quindi costruito una piattaforma che permette ai proprietari delle aziende di inserire le loro informazioni (tipo di servizio, piattaforme di consegna, telefono, sito web, social media). L'app rac- c o g l i e i d a t i e p r e s e n t a l e a z i e n d e s u u n a m a p p a . Attualmente abbiamo più di 50 punti sulla mappa e abbia- m o a n c h e u s a t o l o s t e s s o sistema per mappare i risto- ranti di proprietà dei neri per supportare la comunità nera nella Baia, raggiungendo oltre 250 aziende. Resilienza, lavoro di squadra, c r e a t i v i t à - # 2 C i b o e s o c i a l media: una chiacchierata con lo c h e f V i o l a B u i t o n i e G i u l i a n o Manno, fondatore di C.I.B.A. Il logo di CIBA, una comunità social dedicata alla buona tavola per gli Italia- ni della Bay Area

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