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23 GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | N o n m o l t i p a e s i a l mondo fanno d e l l a l o r o biancheria p u l i t a u n a d e c o r a z i o n e stradale, ma l'Italia sì. Da Venezia a Firenze, da Napoli a Bolzano, fili di panni blu e rossi, marroni e gialli e verdi e b i a n c h i , p e n d o n o d a l l e n o s t r e f i n e s t r e c o m e u n a r c o b a l e n o p r o f u m a t o d i n o r m a l i t à , e D i o s o l o s a quanto ne abbiamo bisogno, oggi. Vi siete mai chiesti quan- to si possa imparare sulle persone che vivono in un luogo da ciò che pende fuori dalle loro finestre? Quanti sono, il loro sesso, se ci sono dei bambini. La loro squadra di calcio preferita, lo stile del loro arredamento e persino la loro nazionalità. Durante l'estate, quando si iniziano a vedere costumi da bagno e i t e l i d a m a r e , c i s i r e n d e conto di chi è stato in vacan- za e chi deve ancora conce- dersi un meritato riposo al mare. Se si guarda con attenzio- ne, si possono immaginare gli abiti, anche la routine quotidiana delle persone e il loro lavoro. Non è sbirciare, badate. È conoscere il proprio quartie- re, imparare ad amare un posto, scoprire i modi biz- zarri di un paese. Vedete, anche in questo c'è dell'arte. C'è arte nel modo in cui i fili dei panni uniscono le finestre e gli edifici, colle- gando le stanze della stessa casa e le case della stessa strada. Sono il solido colle- gamento tra le famiglie, fili del telefono ante litteram, lungo i quali madri, sorelle e mogli si parlano e creano vicinato. C'è arte in questa miriade di forme, texture e colori che benedicono vec- chie case e decrepiti edifici, belle residenze e case tradi- zionali, ma anche squallide tenute comunali, e quartieri dove si sente l'odore della p o v e r t à c o m e s e f o s s e d i colla. Perché quel bucato f u o r i d a l l a f i n e s t r a p a r l a anche di speranza: sperare di crescere, di andare all'u- niversità e di uscire da un brutto quartiere; sperare di v i a g g i a r e p e r i l m o n d o e finalmente di liberarsi dagli stretti confini della periferia di una città; sperare che la vita possa migliorare. In quei vestiti che si vedo- no nell'aria, troverete anche un sacco di magia. Quando soffia il vento, i tessuti e i colori si muovono come su un palcoscenico: è una rappresentazione teatra- l e , u n v e d i e n o n v e d i d i cotone e lana, seta e lino, bianchi e neon. Luci e ombre giocano sopra la testa, con lenzuola che mascherano il s o l e e l e l o r o o m b r e c h e cambiano l'aspetto del terre- n o s o t t o i p i e d i . E n o n dimenticate i suoni: quella nota muta del cotone che viene sbattuto, la stessa che facevate quando, da bambi- ni, usavate un asciugamano per giocare. Il rumore stri- dulo dei fili con i vestiti che si tirano, lo schiocco delle mollette dei panni che si rac- colgono: che bella sinfonia di normalità, ricordate la parola: "normalità". Ma, come spesso accade quando scrivo o mangio una La poesia di quel bucato steso fuori dalla finestra SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI I fili del bucato legano l'uno all'altra case, famiglie, ricordi e storie (Photo: Joaquin Corbalan/Dreamstime) Continua a pagina 25
