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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | spessore tale da accogliere al suo interno anelli circolari c h e f a n n o c o m e i c e r c h i attorno a una botte. Detto altrimenti, Brunelleschi rico- struisce, all'interno della massa muraria, una cupola semisferica. A questa prima intuizione aggiunge una for- midabile serie d'innovazioni e calcoli statici di carichi ver- ticali e spinte orizzontali, tensioni delle otto vele, resi- stenza e trazione del mate- riale. Il risultato ha 600 anni e ancora moltissimi segreti, c h e B r u n e l l e s c h i n o n h a messo su carta. La cattedrale viene consa- crata nel marzo del 1436 con la solenne benedizione di papa Eugenio IV. Cinque mesi dopo finiscono i lavori esterni della cupola. Il 31 agosto il vescovo di Fiesole sale in cima alla volta e bene- dice l'opera posando l'ultima pietra. Il banchetto di cele- brazione si svolse con tutte le campane delle chiese fioren- tine che suonavano a festa. Il capolavoro era pronto a dare spettacolo per i secoli a veni- re. Il geniale architetto fio- rentino posa la sua creazione sopra il supporto ottagonale preesistente, un tamburo c o l l o c a t o a 5 4 m e t r i d a l suolo: colloca una cinquanti- na di enormi travi dentro le buche pontaie profonde 4-5 metri. Sulle travi colloca assi che creano una piattaforma di lavoro sospesa nel vuoto. In mezzo opera una gru che porta in quota materiali e operai. La cupola, a dispetto degli scettici, prende forma e stupisce tutti. Giorgio Vasari r a c c o n t a c h e q u a n d o Michelangelo partì per anda- re a progettare San Pietro disse rivolgendosi alla cupo- la di Santa Maria del Fiore: "Vado a Roma a far la tua sorella, di te più grande sì ma non più bella". A quel tempo una cupola si tirava su costruendo uno s c h e l e t r o d i p o n t e g g i i n legno, pari all'altezza e al volume della cupola, su cui si metteva un involucro di p i e t r a e m a t t o n i . B r u n e l l e s c h i i n v e c e o s a , crede nelle sue idee strava- ganti, senza precedenti. E c o m e l u i f a C o s i m o i l Vecchio, primo artefice della fortuna della famiglia de I Medici. La sua grande scom- messa fu proprio quella di c r e d e r e i n q u e l p r o g e t t o assurdo e screditato da tutti p e r c h é q u a n d o a l l a f i n e svettò su Firenze, decise il trionfo della potente casata toscana. Gli regalò fama e la fiducia del popolo. Incutendo r i s p e t t o , i n f o n d e n d o u n senso di potenza, aver dotato S a n t a M a r i a d e l F i o r e d i un simbolo potente, rendeva g r a n d e F i r e n z e s t e s s a . L'umanista e architetto Leon B a t t i s t a A l b e r t i , n e l D e P i c t u r a ( 1 4 3 4 ) s c r i s s e : "Structura si grande, erta sopra e' cieli, ampla da copri- re chon sua ombra tutti e popoli toscani". Ma in fondo, è figlia del suo tempo: la cupola è la più d e g n a r a p p r e s e n t a n t e d i un'epoca che fu piena di geni creativi come non mai. Si va da Brunelleschi, Ghiberti, D o n a t e l l o e M a s a c c i o a V e r r o c c h i o , B o t t i c e l l i e Ghirlandaio fino a Leonardo d a V i n c i , M i c h e l a n g e l o e Raffaello Sanzio. Firenze nel frattempo, sotto Lorenzo il Magnifico, diventava la culla del Rinascimento e il grande complesso monumentale che a l C a m p a n i l e d i G i o t t o affianca la Cupola su Santa Maria del Fiore e il Battistero di San Giovanni ne è l'evi- denza monumentale. Con Brunelleschi stesso nasce la figura dell'architetto moderno perché non è più solo capomastro, cioè perso- nalmente coinvolto nei pro- cessi tecnico-operativi, l'arti- giano che tiene bottega e lavora manualmente nel can- tiere dirigendo gli operai, curando la forma stessa dei m a t t o n i , m a h a u n r u o l o sostanziale in fase progettua- le: basa i suoi progetti sulla matematica, la geometria, l'ingegneria. Ma quali sono i saperi e le t e c n i c h e c h e e n t r a n o i n gioco, che generano un'opera m a e s t o s a c o m e q u e s t a ? Brunelleschi abitava vicino al cantiere del duomo e di esso aveva ogni giorno stu- diato le macchine, l'organiz- zazione, i complessi processi costruttivi. Ma era anche orafo e orologiaio: incastri rigorosi e piccole dimensio- ni, conosceva la logica degli ingranaggi, applicava il mec- c a n i s m o d e l l e l e v e , d e l l e forze, si era misurato con i concetti della meccanica. Usa l'esperienza ma la adatta alle circostanze: non solo gestisce 300 operai e il can- tiere di S. Maria del Fiore, si racconta, con assoluta deter- minazione e controllo, ma inventa le macchine che gli servono. Come le gru per portare fin sotto il cielo i mattoni necessari e posizio- narli con precisione mania- cale, se è vero che dovevano r e s i s t e r e a l l a g r a v i t à m a anche al vento, ai terremoti, ai fulmini, al tempo. Per avere un'idea di cosa ha significato costruire la cupola, e qui torniamo alle 37mila tonnellate che domi- nano il paesaggio di Firenze, basti pensare che bisognava trasportare a oltre 50 metri d'altezza blocchi di arenaria pesanti circa 770 kg e che l'argano del cantiere sollevò in dodici anni marmo, mat- toni, pietre e malte per l'in- credibile peso totale di 30 milioni di kg. Nel cantiere venne poi usata una delle funi più lunghe, resistenti e pesanti mai fabbricate: 182 metri di lunghezza e 450 kg di peso. Ma l'argano stesso è u n a c h i c c a : B r u n e l l e s c h i inventò una delle macchine più celebri del Rinascimento. Ad azionarlo erano buoi che giravano sempre nella stessa d i r e z i o n e , m e n t r e i l s u o senso di marcia poteva cam- biare grazie a un dispositivo a vite senza fine, con filetta- tura elicoidale. A seconda del senso dell'avvitamento, sol- levava o abbassava il rotore di molti centimetri e in prati- ca, un solo bue poteva solle- vare un peso di 450 kg, a una altezza di 60 metri, in 30 minuti. Invenzioni che saranno s t u d i a t e d a i s u c c e s s o r i , prima fra tutti da un giova- nissimo Leonardo da Vinci. Soluzioni cantieristiche che sembrano al passo delle nor- mative contemporanee sulla sicurezza: dai ponteggi anti- vertigine alle impalcature c o n p a r e t i p e r e v i t a r e l e cadute di operai e materiale. Ma in tutta questa inge- gneria c'è anche armonia, bellezza, arte. L'inventore della prospet- tiva a punto unico di fuga, l'elemento più tipico e carat- terizzante nelle rappresenta- z i o n i a r t i s t i c h e d e l Rinascimento, applicò alla cupola la regola classica delle proporzioni auree, come si usava a quel tempo. La sen- sazione che si ha osservan- dola è di grande equilibrio e armonia. L'architetto fioren- tino scelse una forma a sesto acuto, "più magnifica e gon- fiante" e una divisione in otto spicchi. La cupola ester- na, non solo garantiva una maggior protezione dall'umi- dità e dalle intemperie, ma poteva assumere le caratteri- stiche estetiche che l'Opera di Santa Maria del Duomo si aspettava: poteva cioè essere b e l l a i n d i p e n d e n t e m e n t e dalle esigenze strutturali. Così venne ricoperta con tegole rosse inframmezzate da otto costoloni bianchi. Un semplice effetto cromatico che al contempo slancia l'im- ponente struttura e sembra comporre uno scheletro leg- gero che, pur non avendo funzione portante, fa appari- re gli spicchi come coperti da vele tese. Un po' come se fosse un ombrello aperto, usa uno schema geometrico che dà tridimensionalità a un elemento che nel paesaggio diventa riconoscibilissimo. Trasforma la cupola in un punto visivo di riferimento, v i s i b i l e f i n o a 7 0 k m d i distanza, lo rende motivo di vanto e d'orgoglio per gli abi- t a n t i e s o p r a t t u t t o p e r i g o v e r n a n t i d i F i r e n z e . I l segno più evidente della loro forza e dell'importanza poli- tica della città. Nel punto più alto, pro- prio a solleticare le nuvole, svettano la lanterna che fu c o m p l e t a t a n e l 1 4 6 1 s u m o d e l l o d i s e g n a t o da Brunelleschi ma realizza- t o d o p o l a s u a m o r t e ( 1 5 a p r i l e 1 4 4 6 ) e u n a p a l l a d o r a t a c o n l a C r o c e d i Andrea del Verrocchio. Il 5 aprile 1492 un fulmine dan- neggia la lanterna. L'evento viene letto come presagio della morte di Lorenzo il Magnifico, che poi avverrà 3 giorni dopo chiudendo un'e- poca aurea. Ma quell'anno segnava già l'inizio di un Nuovo Mondo. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ G Fiorentini e turisti passeggiano all'ombra della cupola del Brunelleschi (Photo: Wieslaw Jarek/ Dreamstime) Continua da pagina 5
