L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2020

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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 15 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, con l'approssimarsi del weekend del Labor Day, la festa del la- voro, prendiamoci tutti una pausa e ringraziamo pur se in ritardo i nostri genitori, nonni o bisnonni immigrati per aver deciso di lasciare casa e fami- glia per andare in cerca di una vita migliore e, nonostante siano stati loro a fare i sacri- fici, siamo noi a raccoglierne i frutti. Ho sempre pensato che, sebbene i risultati dei nostri moderni astronauti e il loro v i a g g i o s u l l a L u n a s i a n o d e g n i d i t u t t a l a n o s t r a ammirazione, il loro viaggio è s t a t o i n t r a p r e s o c o n i l sostegno di migliaia di per- sone, sia in termini di perso- nale che di tecnologia. Per me, i veri pionieri del viaggio sono stati i nostri padri e le nostre madri e i n o s t r i n o n n i c h e h a n n o lasciato i loro villaggi isolati e sconosciuti per iniziare un viaggio verso quello che per loro era come un altro piane- t a . V e r s o u n m o n d o a m i g l i a i a d i c h i l o m e t r i d i distanza, sono partiti senza soldi e con il fardello aggiun- tivo di non essere in grado di leggere o parlare una delle lingue più difficili del mondo e, in alcuni casi, di non saper leggere affatto. Il fatto di essere qui a casa nostra, con il cibo in tavola e l a p i a c e v o l e l e t t u r a d e l l a n o s t r a c o p i a d e L ' I t a l o - Americano è un sogno rea- l i z z a t o e d e s a u d i t o d e l V e c c h i o M o n d o . G r a z i e all'impegno dei nostri media italo-americani e dei nostri gruppi culturali italiani, pos- s i a m o e s s e r e c e r t i c h e i nostri figli non dimentiche- ranno mai ciò che i nostri media moderni hanno igno- rato, trascurato o distorto: la storia e la genialità dei doni italiani alla civiltà mondiale. *** Molti sogni degli immi- grati sono stati infranti dalla realtà che li ha accolti all'ar- r i v o a N e w Y o r k , n e l Massachusetts e in altri Stati d e l l a c o s t a o r i e n t a l e . I n Massachusetts, a circa 28 miglia da Boston, Lawrence accolse molte comunità di immigrati, grazie all'abbon- dante lavoro della sua fioren- t e i n d u s t r i a t e s s i l e . A Lawrence sono stati costruiti chilometri e chilometri di fabbriche tessili. E' stata la città che ha prodotto i tessuti che hanno vestito la nazione e il mondo. Tuttavia, per mantenere in movimento i suoi ingranaggi, le fabbriche dipendevano da migliaia di lavoratori poco qualificati, per lo più immigrati arrivati durante la grande ondata di emigrazione europea verso l'America che si concluse nei primi anni Venti, quando gli Stati Uniti imposero una quota sul flusso di immigra- z i o n e d a l l ' I t a l i a v e r s o l'America: infatti alcuni ita- liani si recarono in Francia per poter da lì navigare verso l'America, poiché non era stata imposta alcuna quota s u g l i i m m i g r a t i v e r s o g l i Stati Uniti in partenza dalla Francia. Prima del 1920, migliaia di immigrati italiani furono a t t r a t t i d a L a w r e n c e d a manifesti messi in tutte le regioni del sud Italia che promuovevano la città come l u o g o d o v e g l i i m m i g r a t i potevano trovare un buon lavoro e prosperità economi- ca. U n m a n i f e s t o d i c e v a : "Nessuno soffre la fame a Lawrence. Qui tutti possono lavorare, tutti possono man- giare". A l l o r o a r r i v o , p e r ò , migliaia di immigrati italiani si resero conto di essere stati pesantemente ingannati da manifesti falsi. Le condizioni di vita erano così orribili che i lavoratori d e l l e f a b b r i c h e p o t e v a n o aspettarsi una vita media di appena 35 anni. La settima- na lavorativa consisteva in 56 ore per 6,50 dollari alla settimana. L'affitto di una casa fatiscente, poco più di un appartamento con acqua fredda, era di circa 3 dollari a settimana. Quindi, le fami- glie condividevano lo spazio in affitto. Cucinavano e dor- mivano a turni. Per sopravvivere, tutti i membri della famiglia che potevano lavorare dovevano lavorare. Tuttavia, le condi- zioni di misero affollamento diedero origine a una miria- de di malattie, che incisero sul tasso di mortalità preco- ce. Le condizioni di lavoro nelle fabbriche erano estre- mamente insicure, le ore di lavoro lunghe, la previdenza sociale all'epoca non esisteva e non c'era alcun risarcimen- to per gli infortuni sul lavoro. *** I nodi vennero al pettine il 12 gennaio 1912, con l'entrata in vigore di una nuova legge, che riduceva la settimana lavorativa massima da 56 a 54 ore. I proprietari delle fabbri- che tessili, tuttavia, non subi- rono alcuna perdita finanzia- ria. Accelerarono le linee di produzione per recuperare le ore perdute. Questo era già abbastanza grave, ma peg- giorò quando ridussero di due ore lo stipendio degli operai. La differenza di due ore era di trentadue centesi- mi alla settimana, il costo di quattro pagnotte. Così, una v o l t a c h e l a d e t r a z i o n e apparve nelle loro paghe, gli operai si infuriarono. Cominciarono gli italiani e i p o l a c c h i c h e u r l a r o n o : " P a g a t a g l i a t a . T u t t i fuori". E c o s ì i n i z i ò i l f a m o s o Sciopero del Pane e delle Rose. Questa volta furono gli italiani a guidare lo scio- pero di due mesi che coinvol- se 28.000 persone che parla- vano più di 45 lingue diverse. G l i a b i l i s i n d a c a l i s t i Giuseppe Ettore e Arturo Giovanitti dell'Industrial W o r k e r s o f t h e W o r l d (IWW), si precipitarono a Lawrence per rappresentare i lavoratori in sciopero. IWW mise paura ai leader locali e statali perché era socialista, alcuni direbbero comunista, nel suo orientamento.

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