L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2020

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2020 I l primo mercoledì di ogni mese, un club di intellettuali in manica di cami- cia, avanti sia nella cultura che negli anni, si riunisce nella Sala Rossa, un salone rosso-damascato dell'Antico Caffè Greco. Chiamato La Liberissima Università, questo club discute sui migliori locali per le mostre d'arte, su quali palazzi si debbano restaurare e su quali fontane pulire. Naturalmente, essen- do il monumento più auto- revole di Roma, sono stato membro ex officio fin dall'i- nizio. Fondata il 14 gennaio 1919, quattro giorni prima dell'apertura della Conferenza di Pace di Parigi, la Liberissima Università è egualitaria. Il primo articolo del nostro statuto, che ho dettato, reci- ta: "IN QUESTA UNIVER- SITÀ NON CI SONO INSEGNANTI, NON CI SONO STUDENTI. TUTTI SONO AUTODIDATTI". Abbiamo cercato di esorciz- zare lo snobismo e la prete- sa che avevano macchiato la vita culturale di Roma nei trent'anni di decadenza che precedettero la Grande Guerra e, abbiamo sostenu- to, aveva contribuito a quel- la calamità. Fonte di questo veleno, a mio avviso, era il Circolo della Regina, una cricca di reazionari altezzosi e mezze tacche che circondavano la Regina Margherita d'Italia. La loro influenza tossica trasformò Sua Maestà da Lady Bountiful a Lady Macbeth. Quasi tutti dilettanti, questi nominati consiglieri avrebbero anche potuto servire l'arsenico nel suo tè. Ricordo il fascino di Margherita nei primi anni del suo regno. Alla soglia dei trent'anni, si era final- mente liberata dell'ultima traccia di una goffaggine adolescenziale che aveva velato la sua grazia naturale. Presto sarebbe ingrassata e assomigliando sempre di più a un pinguino, ma quan- do il poeta Giosuè Carducci la incontrò nel 1878, era alta e maestosa. Con occhi azzurri e la fron- te alta, era un'incantevole miscela di dolcezza e fero- cia, colomba e aquila. Ammaliato, nonostante i sentimenti repubblicani, Carducci la paragonò alla principessa guerriera Célanire, figlia di Vitikund, capo dei Sassoni. I propagandisti si serviro- no della bellezza della regi- na per ammaliare la Casa di Savoia, il nuovo regime ita- liano. Non li biasimo. Tutto il resto era così squallido, non solo la politica parla- mentare, ma anche i cappot- ti e i berretti dei soldati, gli stemmi dello Stato, persino i francobolli. Per compensa- zione, tutti fingevano che Margherita fosse Isabella d'Este: donna rinascimenta- le, patrona delle arti e leader della moda. In realtà, recita- va Dante e Petrarca come una ragazza in un corteo, sapeva a malapena il latino e scriveva in modo atroce. Vergognandosi della sua ignoranza, Margherita rac- coglieva uomini eruditi di rango e opinioni adeguate. "Nessun'altra regina dell'Ottocento - osservava facevano che alimentare la sua ignoranza. Con il passa- re degli anni, ho visto con orrore che diventava bigotta e crudele. L'adulazione per Francesco Crispi, il suo dispotico Primo Ministro, e il suo appetito per l'espan- sione coloniale causarono sconfitte militari in Etiopia. Quando in patria scoppiaro- no proteste e scioperi, pro- mise "di purificare gli italia- ni con una purga di san- gue". Dopo che il generale Fiorenzo Bava Beccaris massacrò una folla durante una rivolta per il cibo a Milano, diede la colpa ai socialisti e giustificò le vio- lenze. "Non stiamo combat- tendo contro un partito poli- tico", spiegò, facendo da pappagallo ai suoi tutori, "ma contro un insieme di assassini di tutta la cultura spirituale contemporanea". L'ultima volta che vidi Sua Maestà fu nel maggio del 1915 alla celebrazione della partenza di Feld Marshall Luigi Cadorna per il fronte sloveno. Il rice- vimento si tenne nel salone della sua rivale, Donna Ersilia Caetani-Locatelli, ma in realtà era la festa di Margherita. In fondo, aveva assillato il figlio Vittorio Emanuele III a entrare nella Triplice Alleanza, ingarbu- gliando fatalmente l'Italia negli affari europei, per i quali era impreparata. Come al solito, la Regina Vedova si era vestita di nero per onorare la memoria del marito assassinato, re Umberto. Dopo aver per- messo a Cadorna di baciarle la mano, Margherita gli pre- sentò la sua copia personale delle Guerre Galliche di Cesare. Tra le sue pagine c'era una margherita, un toccante gioco di parole sul suo nome. I superstiti della sua cerchia piangevano e applaudivano. Sarebbero stati così com- mossi, mi domando, questi occhialuti professori, se avessero saputo che lei aveva letto, o meglio, sfo- gliato, questo classico latino solo per fare colpo su di loro? Due anni dopo, tutti sparsero papaveri, non mar- gherite, sulle tombe dei morti. Né io né gli altri membri della Liberissima Università dell'Antico Caffè Greco li perdoneremo mai. Avevano sacrificato una generazione sull'altare della loro pedanteria. l'amica Juliette Adam - si circondava di così tanti stu- diosi e di così pochi ufficiali di cavalleria". Il circolo si riuniva il giovedì pomerig- gio al Quirinale. Se la con- versazione non era stimo- lante, le medaglie lo erano di certo. Questi dotti infiocchettati insegnarono a Margherita il latino e l'istruirono nell'au- tocrazia. La democrazia, dicevano, minacciava il Regno d'Italia. I liberali erano insopportabili: scioc- chi quando votavano, pazzi quando governavano, disgu- stosi quando facevano crol- lare la società. Solo l'obbe- dienza incontestabile alla casa sabauda e la completa immersione nella cultura alta potevano riscattare le masse. L'Italia aveva biso- gno di meno sindacati e di più società dantesche e quartetti d'archi. Occasionalmente, questi pronunciamenti furono interrotti da re Umberto, marito di Margherita. Un vero fastidio, per il circolo. Una volta irruppe nel san- tuario per chiedere in rozzo piemontese: "Qual è un buon libro da leggere a letto? Margherita gli diede una copia di Daniele Cortis, un romanzo politico trash, gli lisciò i baffi da tricheco e chiuse la porta a chiave. I saggi selezionati perso- nalmente dalla Regina non SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Giovedì della Regina Pasquino si imbuca in un salone Attività dietro al bancone del Caffé Greco di Via Condotti (Photo: Julia Mayfeng/Dreamstime)

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