L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2020

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27 GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2020 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | Il bello della semplicità: pasta alla Norma C a t a n i a , e d è a l t r e t t a n t o apprezzata nel resto dell'iso- la. La sua semplicità è fon- damentale: pasta (solita - mente corta come i rigatoni o i sedani), salsa di pomodo- ro, melanzane fritte e, natu- ralmente, un tocco di ricotta salata, quella saporita preli- batezza sconosciuta in altre parti del Paese, dove il più p o p o l a r e e o n n i p r e s e n t e Parmigiano è il formaggio da spolverare - in abbondanza, ovviamente - sul piatto. Se v o l e t e e s s e r e f a n t a s i o s i , potete aggiungere qualche foglia di basilico fresco, ma non c'è niente d'altro nella ricetta. Eppure la sua deli- zia, il perfetto equilibrio dei sapori è tale che ne parla anche il suo nome. Sì, il suo nome. Gli ita- liani amano avere una bella storia da raccontare quando si siedono a tavola, meglio ancora se riguarda quello che mangiano, e le leggende sulla pasta alla Norma sono s o l o u n m i x p e r f e t t o t r a colorata tradizione e raccon- ti artistici e culturali: sapete, alla patria del compositore: la pasta alla Norma aveva tutti i profumi, i colori e i sapori della Sicilia, con quel trionfo di pomodori, melan- z a n e e d e l i z i o s a r i c o t t a secca. Certo, sappiamo tutti che la Norma di Bellini finì per diventare un successo e la più famosa tra le dieci opere del compositore, a dispetto di quanto pensarono inizial- mente quei freddi milanesi. E un successo fu anche il piatto di pasta creato in suo onore. La seconda storia sulla pasta alla Norma è ancora una volta legata a Catania e al mondo dello spettacolo. Coinvolge due delle figure più significative del teatro c a t a n e s e d e i p r i m i d e l Novecento, Angelo Musco e Nino Martoglio. I due c o n d i v i d e v a n o u n l u n g o sodalizio artistico, altrettan- to forte fuori dal palcosceni- c o : t r a s c o r r e v a n o t e m p o insieme e con le rispettive famiglie. In una di queste o c c a s i o n i , n e l 1 9 2 0 , C h i d i c e c h e i l buon cibo debba essere complica- to da preparare o c h e c i v o g l i a un sacco di tempo per pre- pararlo? C'è molto da impa- r a r e d a l m o d o i n c u i l e nostre nonne cucinavano: poteva essere una cucina reale in occasioni speciali c o m e N a t a l e o P a s q u a e a n c h e l a d o m e n i c a , m a d u r a n t e l a s e t t i m a n a e r a t u t t a u n a q u e s t i o n e d i semplicità. Anche i più grandi chef di oggi, in fondo, ci dicono che la freschezza e la sempli- cità sono fondamentali in cucina, e se a questo aggiun- giamo anche gli aggettivi "stagionale" e "locale", tanto meglio. Se ci seguite regolarmen- te, avrete notato che negli u l t i m i m e s i c i è p i a c i u t o molto parlare delle ricette più semplici della nostra tra- dizione: abbiamo parlato della cacio e pepe, dell'insa- lata caprese e, oggi, passere- mo un po' di tempo a scopri- re la storia - e la ricetta - di un altro classico della cucina semplice italiana: la pasta alla Norma. Questo piatto è una vera e propria istituzione nella sua città natale, l'affascinante sono cose che amiamo molto n e l B e l p a e s e . M a , c o m e spesso accade, esistono più versioni del piatto. Chi tra voi ama la musica, ha sicuramente notato che la pasta alla Norma condivide il suo nome con una famosa opera di Vincenzo Bellini, la Norma. Ora, Bellini era di C a t a n i a , p r o p r i o c o m e l a nostra ricetta, quindi il lega- me qui è davvero forte. Il 26 dicembre 1831, giorno in cui la Norma di Bellini debuttò alla Scala di Milano, Bellini sperava in un successo, ma quei freddi set- tentrionali non sembrarono apprezzarla tanto quanto aveva previsto. Però, se cre- diamo alle leggende, quella sera Bellini fu in parte con- solato quando gli fu servito per cena un piatto creato da un cuoco catanese per omag- giare la sua musica, non a caso chiamato "pasta alla Norma", che non solo richia- mava l'opera, ma anche il n o m e d e l s u o s o p r a n o Giuditta Pasta. E poi, che bell'omaggio Martoglio e Musco furono ospiti della sorella di que- st'ultimo, Anna, nella sua casa di via Etnea, a Catania. A tavola con loro c'erano il marito di Anna, Giovanni Pandolfini, e i nipoti Turi e Janu, insieme alla moglie di Janu, Saridda D'Urso, che per l'occasione aveva prepa- rato un piatto di pasta al pomodoro e melanzane frit- te. Martoglio lo apprezzò c o s ì t a n t o c h e e s c l a m ò : "Signora Saridda, chista è 'na vera Norma!", alluden- do al successo dell'opera di Bellini. In effetti, è probabile c h e l ' e s p r e s s i o n e " a l l a Norma", per indicare qual- cosa fatto molto bene, fosse già popolare in città consi- derato quanto fosse famosa l'opera lirica nei 50 anni precedenti. L a r i c e t t a i n s é , c o m e dicevamo, è molto semplice e lo sono anche gli ingre- dienti, ma ci sono alcune regole che i catanesi seguo- no: prima di tutto, la pasta LA BUONA TAVOLA RICETTE PIATTI TIPICI STORIE DI CUCINA Continua a pagina 29 Il basilico può essere aggiunto alla salsa di questa deliziosa pasta ( Photo: Enzodebe/Dreamstime)

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