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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2020 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | che è possibile ripartire in sicurezza anche nel cinema. E se il buon esempio viene dal palco, nessuno ha perso la lezione del premio Oscar Roberto Benigni che ospite d'onore al Bif&st, ha rigoro- samente seguito tutte le pro- cedure anti-Covid: distanza scrupolosa da tutti, niente abbracci o strette di mani, microfoni sanificati, masche- rina sul viso tolta solo duran- te la generosa chiacchierata con il pubblico. Un allegro fiume in piena: energia e sen- timenti tra memorie persona- li e aneddoti sul cinema hol- lywoodiano. Lì, istrionico affabulatore, ha divertito, commosso, sprigionato senti- menti, in un continuo su e g i ù d a l l a p o l t r o n a . Soprattutto ha interpreto noi tutti rivelando quel bisogno istintivo, naturale, di socialità che sentiamo così forte in questo periodo di privazioni: "Il Covid è stato veramente un dolore per me, mi ha rovi- nato: io ho questo desiderio irrefrenabile di toccare, di abbracciare tutti, di buttarmi addosso". H a m o s t r a t o p r o p r i o quell'umanità, quel conden- sato di emozioni, spensiera- tezza, relazioni, storie e ricor- di che fanno grande il cine- ma, che ce lo rendono neces- s a r i o , i r r i n u n c i a b i l e . Ritornare in sala è poter tor- nare a fantasticare, a vivere più vite, a sognare, a piangere e ridere insieme, a immagi- narci uguali e diversi dai pro- tagonisti dei film. Benigni desidera, aspetta, cerca una nuova storia da interpretare con la moglie, a 15 anni dal- l'ultima volta in "La tigre e le n e v e " . L o d i c e c o m e u n a necessità da soddisfare, "Sto pensando a una bella com- media adatta a due persone della nostra età", ma anche con parole che potrebbero essere un verso dell'amato D a n t e A l i g h i e r i p e r c h è i l cinema è immagine e poesia: " V o r r e i f a r e u n f i l m c o n N i c o l e t t a B r a s c h i p e r c h é tutto quello che ho fatto di buono e di bello nella mia vita è stato sempre attraver- sato dalla sua luce". Una dedica d'amore che gli brilla negli occhi irrequieti anche quando ricorda i genitori e i grandi protagonisti del cine- ma. Fra i quali però, sta anche lui "comico travolgente, regi- sta geniale, grande interprete di umanità e sentimento, gio- coliere delle parole" come r e c i t a l a d e d i c a c h e h a a c c o m p a g n a t o l a s a c r a m a n n a d i S a n N i c o l a , " i l dono più prezioso che la città di Bari possa offrire ai suoi ospiti, con l'augurio che San Nicola, protettore dei mari- nai e delle imprese audaci, lo accompagni nel suo straordi- nario viaggio artistico e spiri- tuale". Il Bif&st gli ha consegnato due premi: il Federico Fellini Platinum Award per l'eccel- lenza artistica che lo scorso anno aveva ritirato un emo- zionato Ennio Morricone, protagonista indiscusso del Bif&st 2019 (anche Venezia nella serata inaugurale lo ha omaggiato con un concerto diretto dal figlio Andrea, a 25 anni dal Leone d'Oro alla carriera del grande composi- t o r e ) e i l p r e m i o A l b e r t o Sordi come miglior attore non protagonista. Questo per il ruolo di Geppetto nel film " P i n o c c h i o " d i M a t t e o Garrone, personaggio che considera "l'unico vero prota- gonista della letteratura ita- liana" che "ho avuto la fortu- na unica, il dono, di interpre- tare prima come Pinocchio e poi come Geppetto". In gran parte girato in Puglia, "il più grande set cinematografico d'Europa", il film è stato "uno dei 20 film italiani che ha fatto più pubblico di tutti i tempi" grazie a un regista che è "il più grande e il più buono come dice De Amicis". A dare il la ad un susse- guirsi di emozioni proprio Pinocchio, "personaggio che era nel mio destino: sia mia madre che Fellini mi chiama- vano Pinocchietto. Lui mi ha disegnato così in mille manie- re, ho tanti di quei disegni bellissimi, e mi diceva che voleva fare Pinocchio insieme a m e . . P e c c a t o n o n p o t e r v e d e r e u n P i n o c c h i o d i Fellini". Il primo ricordo legato al regista figlio di immigrati materani emigrati a Detroit. "Geppetto è un ruolo che mi aveva già proposto Francis Ford Coppola". Benigni ha raccontato così: "Quando mi trovavo negli Stati Uniti per promuovere 'La vita è bella', andai a trovare il mio amico il cantautore Tom Waits con il q u a l e a v e v o i n t e r p r e t a t o 'Daunbailó'. Viveva in un posto sperduto, in una specie di stamberga a Fort Valley vicino a San Francisco, dove ci pioveva dentro, fango, gal- line, pioveva sul pianoforte su c u i c o m p o n e v a Swordfishtrombone che ci fece sentire. Un vero maudit! Qui mi raggiunse una telefo- nata dalla casa di produzione con l'invito a cena da parte di R o b i n W i l l i a m s , p e r s o n a meravigliosa e generosa, in cui ci sarebbero stati due o tre amici suoi: da lì a breve mi sarei trovato in una villa hol- lywoodiana seduto a tavola con Williams, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e Robert De Niro, altro che la casa di Tom Waits! Sembrava il Louvre, piena di quadri di Bracht, Picasso, era un colle- zionista...A cena Coppola mi parlava solo in napoletano, anzi parlava attraverso le canzoni napoletane. Fu in quell'occasione che mi disse che stava preparando un film su Pinocchio e che mi avreb- b e v o l u t o n e l r u o l o d i Geppetto. Mi disse 'What about Geppetto?' Io pensavo che fosse un'altra canzone e invece stava preparando un film su Pinocchio. E mi disse che ero il suo Geppetto prefe- rito al mondo e mi chiese se ero disponibile. Io gli feci tre salti intorno! In seguito, ci siamo incontrati altre due o tre volte finché non è fallita la sua casa di produzione, la Zoetrope, e lui ha dovuto abbandonare il progetto. Son rimasto malissimo! Ma poi è arrivato Garrone..". "Un'altra volta, sempre durante il tour negli Usa, Robin Williams mi telefonò per dirmi che Liz Taylor vole- va assolutamente incontrar- mi perché lei e suo marito Rod Steiger avevano amato molto 'La vita è bella'. Non solo Williams ci ha prestato il s u o a e r e o p e r a n d a r e d a loro…un boeing intero solo per me e Nicoletta, ma quan- do poi ci vediamo per questo p r a n z o , a u n c e r t o p u n t o Steiger mi prende sotto brac- cio e mi dice se potevo far l a v o r a r e s u a m o g l i e . L i z Taylor! Ma vi rendete conto? A me che vengo da un paese con un bar del popolo, tre case e 40 abitanti!?". Per la serie la vita è bella m a a n c h e t e r r i b i l m e n t e incredibile, Benigni, sul filo dei ricordi d'infanzia, ha poi rammentato di provenire da "una famiglia di contadini, poverissima ma aristocratica: mia madre una principessa vera, pulita. Aveva tre piccole cose ma splendevano tutte. Mio padre che cercava lavoro dappertutto, possente. Io ero sicuro che se fosse arrivato un principe si sarebbe china- to davanti al lui, re dei re. Avevamo una povertà da cui nascono tutte le ricchezze. E' di questa povertà che parlavo quando ho ritirato l'Oscar". Dell'incredibile ha anche un altro episodio. "A Roma stavo girando To Rome with l o v e , e r o s o t t o b r a c c i o a Woody Allen quando vicino a via Veneto un'ambulanza con la sirena accesa si è fermata, i due infermieri sono scesi, si sono fatti due foto con me e poi sono scappati a prendere il malato… e Woody ha detto: voglio questa scena nel film!". Sull'esperienza con Allen ha anche detto: "Sono rimasto impressionato dallo spazio che mi ha dedicato nella sua autobiografia. Lui, un grande artista che rimarrà tra i nomi di quest'epoca, con una vita pienissima, dalla produzione incredibile, ha trovato mezza pagina per me e ci siamo incontrati solo per quel film, incredibile!". Ma il ricordo più bello che Benigni ha voluto regalare al Bif&st è legato a La vita è bella, alla storia d'amore che è al centro del film e che si ispira a un pezzo molto com- movente della sua vita perso- nale, ai ricordi di guerra rac- contati "in modo scherzoso" d a l p a d r e " p e r n o n f a r c i i m p a u r i r e " p r o p r i o c o m e avviene nel film. "Mio padre fu tenuto prigioniero più di due anni in un campo di lavo- ro in Germania e quando tornò a casa, tre mesi di viag- gio a piedi, pesava appena 42 c h i l i . P e n s a n d o c h e m i a madre non lo avrebbe ricono- s c i u t o m a n d ò u n o a f a r s i a n n u n c i a r e . Q u a n d o f u davanti a mia madre disse soltanto 'Ho pensato solo a te'. Poi è svenuto, è andato in coma, non si svegliava più. Mia madre che era poverissi- ma e non aveva niente, non aveva soldi né per medicine né per dottori, prese i tre ana- troccoli che le avevano rega- lato e con mia sorella Bruna, vestita benissimo, andò al santuario della Madonna del Bagno vicino ad Arezzo. Ha l a s c i a t o i t r e a n a t r o c c o l i davanti alla Madonna e ha detto: 'E' tutto quello che ho'. Dopo due giorni mio padre si è svegliato dal coma e non si è mai più ammalato per tutta la vita, neanche un raffreddo- re! Impressionante!". Ecco. Tutto è nato da lì, da quel sentimento. "Un film talmente bello, una storia che mi avvolgeva l'anima, che volevo condividere con gli altri. Mia mamma mi diceva da piccolino: 'La cosa più importante è l'istruzione. Roberto, studia'. Si sbagliava. La cosa più importante è il sentimento, non il feeling ma il sentimento, una sommità fiorita: si guarda su. È quello che ci fa innamorare, è quello che auguro ai bambini che nascono ogni giorno: di tro- v a r e u n a m o r e s t u p e n d o . Ecco, nella storia de La vita è bella che ho scritto con il g r a n d e s c e n e g g i a t o r e Vincenzo Cerami, ho trovato questo sentimento possente, che mi ha posseduto. Poi c'è stata questa vetta dell'Oscar. Io non ci pensavo, non mi ero preparato neanche un discor- so per scaramanzia ma mi venne un sospetto quando vidi arrivare Sophia Loren per consegnare il premio al film straniero. Strano che abbiano chiamato un'italia- na! Mi insospettì! Ma quando Sophia chiamo 'Roberto' io non me lo aspettavo e come P i n o c c h i o n e l t e a t r o d e i burattini cominciai a saltare, non riuscivo a contenere que- sto sentimento. Una felicità inaspettata!". Come la vita. "Tutti questi sentimenti fortissimi sono là fuori, ti aspettano". E come il cinema. Ecco, il cinema è proprio questo. Vita, senti- menti, emozioni. Ed è per questo che quando il Covid ce lo ha tolto abbiamo sofferto t u t t i . P e r c h é n e a b b i a m o bisogno. Citando Benigni, che ha citato Fellini: "Il cine- ma ci mette davanti a uno specchio, come un occhio che ti guarda dentro e ti fa vedere anche le parti brutte". NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ G Il leone alato di Venezia, simbolo della città, ma anche della Mostra del Cinema (Photo: Luca Ferrari) Continua da pagina 5