L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-17-2020

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2020 L ' Arkansas è ricco di storia, bellezze naturali e ospitalità meridionale. Si può pensare che sia uno degli ultimi posti in Ameri- ca dove i residenti di quar- ta, quinta e sesta generazio- ne possano far risalire la loro discendenza all'Italia. Ma una località dell'Arkansas dove gli immigrati italiani vennero portati a lavorare in una piantagione di cotone attor- no al 1895 è stata Sunnysi- de. La piccola comunità si trova nella contea di Chi- cot, dove è stato creato un piccolo museo italo-ameri- cano per commemorare questo fatto raro. A parte l'interessante sto- ria di Sunnyside, un altro i t a l o - c i t t a d i n o dell'Arkansan che può rivendicare il contributo della sua famiglia nella zona, molto prima del 1895, è Patrick Presley. È un discendente diretto di Antonio Molini, amico di Thomas Jefferson . La famiglia di Patrick mostra il profondo impatto che gli italiani hanno avuto nella storia dell'Arkansas e degli Stati Uniti."Nel Sud ameri- cano c'era e c'è una comu- nità italoamericana molto più numerosa di quanto il Paese non abbia contezza", ha detto. Patrick Presley è il diret- tore dello sviluppo e delle relazioni con i media del Boys and Girls Club of Central Arkansas. È estre- mamente dedito al suo lavoro e alla famiglia, ma con l'avanzare dell'età ha notato che mancava qual- cosa nella vita. Patrick ha capito che aveva bisogno di uno scopo. Ha deciso che riconnettersi con le sue radici avrebbe soddisfatto questo desiderio. Quando molti di noi entrano nella mezza età, la ricerca di uno scopo diverso è un proces- so naturale. Diventiamo più nostalgici perché la nostra mortalità è più evidente rispetto a quando eravamo più giovani. Patrick voleva trovare un modo per ricordare l'eredità del bisnonno Antonio Molini in America. I geni- tori di Antonio, Paolo Molini e Angela Chiara Zappella, erano di Burano, Venezia. Si trasferirono in una città più industrializza- ta, Genova, dove il figlio Antonio nacque intorno al 1751. In giovane età, Antonio lavorava nella periferia della grande città. "Era un noto vignaiolo di Genova e lavorava anche nei vigneti della Toscana, soprattutto vicino a Livorno", ha detto Patrick. Nel 1773, all'età di ven- titré anni, salpò per il Nord America con The Triumph, per gentile concessione del famoso italiano Filippo Mazzei. Filippo era un medico, un mercante e un intellettuale illuminista. Durante la sua permanenza a Londra, incontrò diversi importanti uomini d'affari nordamericani e fu presen- tato a leader politici, tra cui Benjamin Franklin e Thomas Jefferson. Mazzei era un convinto sostenitore delle repubbliche indipen- denti, un'idea che si era svi- luppata in Europa e che aveva raggiunto le 13 colo- nie inglesi. Come un altro filosofo illuminista, Jean- Jacques Rousseau, che nel suo Contratto sociale (1762) auspicava "Quell'uomo è nato libero ma è ovunque in catene", Mazzei scrisse quel suo patriarcale "Tutti gli uomi- ni sono creati uguali", che Jefferson copiò e scrisse nella Dichiarazione d'Indipendenza. Il Padre Fondatore ammirava molto il suo amico italiano. In uno dei suoi numerosi incontri con Filippo, Jefferson intravide il valore del mercante ita- liano in un altro settore: l'orticoltura. Lo statista della Virginia chiese a Filippo di rimanere per ricreare i vigneti della Toscana vicino alla sua tenuta di Monticello. L'idea di Jefferson era di avere un vigneto proprio come quelli delle regioni vinicole italia- ne. Filippo acquistò un terre- no vicino a Monticello e chiamò la sua azienda agri- cola Il Colle. In seguito organizzò un gruppo di Tennessee, dove un altro Presley si muoveva ancheggiando al suono del rock-n-roll. Non c'è rela- zione tra i due, ma natural- mente quando si è vissuti in prossimità di Elvis Presley, il pensiero entra nella testa di chi ascolta l'incredibile storia di Patrick. "C'erano solo due famiglie nella pic- cola città di 6.000 persone che avevano origini italia- ne. Era un motivo di orgo- glio, ma faceva sorgere chiaramente la domanda: dove diavolo sono gli ALTRI italiani", dice Pat. Crescere negli anni Ottanta a Trumann ha significato che i suoi amici soprannominavano Patrick e i suoi Fratelli gemelli, Rocky, Ferrigno, Boom Boom o talvolta Marino o Montana, dopo i famosi quarterback italo-americani della NFL. I soprannomi venivano dati per mettere in evidenza più le loro caratteristiche italiane che quelle tedesche. "Avevo i classici interessi adolescen- ziali, le ragazze, lo sport e Miami Vice. Molti anni dopo la mia eredità italiana è cresciuta fino a significa- re molto, molto di più per me ed è una parte vitale di chi sono e di come vivo quotidianamente", spiega Pat. Pat si è iscritto, per i suoi interessi, a corsi di lingua italiana. "Volevo impararla perché sentivo come se la lingua italiana, una delle più belle del pianeta, veni- va dimenticata, la sentivo parte della nostra eredità vivente e degna di essere mantenuta viva", spiega Patrick. Un altro modo per cele- brare ed educare il pubblico alla cultura italiana in Arkansas, Patrick lo ha tro- vato avviando, insieme a Justin Acri, il festival del cibo e del cinema italiano a Little Rock: Italian food and film festival in Little Rock. Il festival italiano, che si tiene di solito nel mese di aprile, attira perso- ne da ogni parte del mondo. Patrick riflette sulla moti- vazione e dice: "Il fuoco, la spinta, l'ispirazione per creare questo festival risale proprio a Little Anthony". operai italiani per lavorare sul terreno appena acqui- stato. Antonio era uno degli operai di Mazzei. Antonio lavorò per 3 anni piantando e cercando di ricreare la magia dei vini italiani a Monticello fino alla rivolu- zione americana del 1776. "Il mio antenato italiano che ormai si chiamava Antonio Molina divenne amico di Thomas Jefferson. Il terzo Presidente degli Stati Uniti lo soprannominò Little Anthony, come aveva affettuosamente espresso in alcune lettere", dichiara entusiasta Patrick. "Lui e i suoi venticinque connazio- nali non avevano idea che sarebbero stati tra i primi coloni in quelli che sareb- bero diventati gli Stati Uniti d'America", spiega il cinquantunenne. Il grande esperimento del vino di Jefferson non è mai andato in porto. La fer- tile terra de Il Colle non è mai stata in grado di cattu- rare l'essenza della Toscana. Per quanto riguar- da Antonio, egli adorava il suo territorio d'adozione, ora trasformato in una nazione appena nata. Il suo patriottismo americano fu molto probabilmente influenzato da Jefferson e Mazzei, ma "i nati stranieri non potevano arruolarsi a quel tempo, così Anthony prese lo pseudonimo di Anthony Mullins e fu accettato nell'esercito per combattere nella guerra d'indipendenza", dice anco- ra Patrick. Dopo la guerra, Anthony Mullins visse il resto della sua vita in Virginia e infine morì (1836) nella contea di Lincoln, Tennessee. Si sposò due volte e ebbe diciotto figli. La famiglia Molina-Zappella è la prova di questa eredità sconosciu- ta nella storia americana. L'eredità italiana di Patrick è da parte di madre; suo padre può far risalire le sue radici alla Germania, da cui il cognome, che in origine era Bessemer e poi Pressler e infine mutato in qualche modo in Presley. Patrick è nato a Trumann, una piccola città dell'Arkansas a circa trenta miglia da Memphis, nel SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Il Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson (Wikipedia) "Little Anthony" e il delta dell'Arkansas di Thomas Jefferson

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