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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2020 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Q ual è la prima c o s a c h e v i viene in mente quando pensa- te agli italia- ni? Si vestono bene: sì, certo. Sanno cucinare! Vero, vero. Sono passionali: ecco, ci siamo, ci stiamo avvicinando a l p u n t o . I m m a g i n a t e - o ricordate - un amico italiano che discute con passione di qualcosa e, senza ombra di d u b b i o , l i i m m a g i n e r e t e mentre muovono con vee- menza mani e braccia per sottolineare ogni parola e ogni frase. È una verità innegabile: noi italiani parliamo con le mani ed è una delle caratteri- stiche per cui i nostri amici stranieri ci prendono più in giro. Nella foga del momen- to, quando le parole - che già usiamo in modo abbastanza enfatico, badate - sembrano non bastare, iniziamo una danza infinita di mosse e gesti, mani che modellano oggetti nell'aria e parole sot- tolineate con quella che sem- bra un'arcana e misteriosa danza della parte superiore del corpo. In realtà, è solo il nostro modo di parlare, e ci piace. Un paio di decenni fa, ai bambini veniva insegnato che parlare con le mani era sinonimo di mancanza di scioltezza nella lingua madre: in sostanza, che si usavano molto le mani quando non si sapeva parlare bene l'italia- no. Ad essere sinceri, questa idea si adattava abbastanza bene allo stereotipo dell'ita- liano che usa il dialetto, con u n a s p e s s a c a t e n a d ' o r o appesa al collo che alza la voce e muove le mani con crescente fervore a seconda dell'argomento di discussio- ne. M a s a p e t e u n a c o s a ? L'idea non è molto precisa. Sì, certo, l'italiano stereotipa- to, rumoroso e cupo, con la catena d'oro, parla con le mani, ma così parlano anche i professori universitari, i medici e i preti, quindi no, l'educazione formale e l'e- strazione sociale non hanno a che fare con questo per poter servire da spiegazione. Il fatto è che gli italiani nel complesso amano la comunicazione non ver- bale, e anche se può esserci un substrato di verità nel fatto che le persone con un livello di educazione formale più elevato risultano meno drammatiche con i gesti delle mani, siate pronti a vederli usati da tutti, ma proprio da tutti. Anche se siamo tutti abba- stanza consapevoli del fatto che gli italiani amano parlare c o n l e m a n i , n o n s o n o i n molti a sapere da dove viene l'abitudine. L'educatrice e autrice Linda Falcone dice che gli italiani parlano con le m a n i p e r c h é s o n o t u t t i artisti nel cuore, e hanno un bisogno continuo di crea- re, fare e modellare: se hanno in mano una penna, un pen- nello, un cesello o uno scal- pello, perfetto, altrimenti li muovono come se fossero lì. Quella di Falcone non è l'unica teoria che cerca di s p i e g a r e p e r c h é a m i a m o tanto gesticolare. Qualche tempo fa il New York Times, basando il suo articolo sul lavoro della professoressa I s a b e l l a P o g g i , d e l Dipartimento di Psicologia dell'Università Roma Tre, ha scritto che gli italiani usano circa 250 segni delle mani mentre parlano, con l'obietti- vo di rafforzare l'espressione delle loro parole. Poggi ha una visione più storica di Falcone, quando si tratta delle origini dell'abitudine. S e c o n d o l e s u e r i c e r c h e , risalgono probabilmente ai tempi della colonizzazione greca dell'Italia meridionale, quando le città erano affolla- te e spesso multiculturali, un vero e proprio crogiolo di culture e lingue mediterra- nee. Il linguaggio del corpo era essenziale non solo per catturare l'attenzione della gente, ma anche per interagi- re con individui che potevano parlare un idioma diverso. Ul ter ior i studi, invece, ritengono che l'abitudine si sia sviluppata più recente- mente, tra il XIV e il XIX secolo, quando l'Italia era in g r a n p a r t e o c c u p a t a d a p o t e n z e s t r a n i e r e c o m e l ' A u s t r i a , l a S p a g n a e l a F r a n c i a e l a n e c e s s i t à d i comunicare con persone che parlavano una lingua scono- sciuta o poco comprensibile aumentava l'uso dei gesti della mano come modo di interazione. Qualunque sia l'interpre- tazione che si voglia sceglie- re, qualunque sia quella che si ritiene più adeguata, non si può negare che noi italiani s i a m o t u t t i e s p r e s s i v i e d enfatici: strano pensare che siamo anche tra gli inventori della diplomazia. Ma questo è m a t e r i a l e p e r u n ' a l t r a curiosità... C hi di voi ha orec- chio per le lingue - o per la musica, visto che le due c o s e s e m b r a n o andare di pari passo - proba- bilmente non ha potuto non riconoscere come la parola di questa settimana, influenza ( e e n - f l o o - e h n - z a h ) s u o n i m o l t o s i m i l e a l l ' i n g l e s e "influence" che è, di fatto, la traduzione italiana. Influenza può significare proprio questo, qualcosa che può influenzare il modo in cui qualcosa accade o come si comporta una persona, pro- prio come nella frase nella tua tesi, vedo chiaramente l'influenza degli studi classici che hai fatto o la cucina sici- liana ha una chiara influen- za araba. Da un punto di vista eti- mologico, influenza deriva dal latino medievale influen- tia che a sua volta deriva dal verbo classico latino influere, o "correre dentro", soprattut- to in relazione ai liquidi. Si vede allora come la parola influenza in italiano abbia il significato che ha: pensate un po', essere influenzati da qualcuno o da qualcosa non è come avere qualcuno o qual- cosa che si mette a proprio agio dentro di noi? Ma influenza in italiano è anche un'altra cosa, in parti- colare, una cosa che tutti temiamo in questo periodo dell'anno, ma che aspettia- mo, nel 2020, con un livello d i s t r e s s c o m p l e t a m e n t e nuovo: l'influenza. I virus malvagi della famiglia degli ortomixoviridi ci fanno veni- re il raffreddore e la febbre alta, e spesso ci vacciniamo contro di essi proprio ora, all'inizio dell'autunno. Certo, sapete tutti che in inglese esi- ste una parola specifica per definire la stessa malattia, anche se in italiano si usa spesso, in modo più generico ma non preciso, per definire tutti i disturbi della stagione fredda che danno mal di gola e un po' di febbre. Quest'anno, evitare l'in- fluenza sarà molto importan- te, perché i suoi sintomi pos- sono essere facilmente confu- si con quelli di un altro picco- lo malvagio virus che da 9 m e s i s t a g i o c a n d o b r u t t i s c h e r z i c o n l ' u m a n i t à . Alziamo la guardia! Devo andare dal medico, ho bisogno del vaccino contro l'influenza! I must go to the doctor: I need the flu vaccine! P e n s a c o n l a t u a t e s t a , subisci troppo l'influenza dei tuoi amici. T h i n k w i t h y o u r o w n head, you are too influenced by your friends. Ho mal di gola, ma niente febbre. Non dovrebbe essere influenza I've got a sore throat but no temperature. It shouldn't be the flu Parola del giorno: influenza, un termine davvero stagionale C u r i o s i t à d e l l a s e t t i m a n a : p e r c h é g l i italiani parlano con le mani?