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GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2020 www.italoamericano.org 41 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Nel cuore della montagna abruzzese ad Abbateggio, borgo sospeso tra storia e bellezze naturalistiche GENEROSO D'AGNESE La montagna abruzzese è un luogo ricco di storia ed è affascinante da un punto di vista naturalistico in ogni stagione (Ph Erika Mariniello da Pixabay) C C'è chi ama i luoghi in cui vedere le testimonianze storiche del passato, c'è chi ama frequentare luoghi immersi nella natura, chi ama cercare pietanze tipiche del terri- torio e case vacanze dotate di comfort. C'è infine chi desidera frequentare posti di grande fer- mento culturale. Difficile però pensare che tutto questo si possa trovare in un solo paese. Eppure basta puntare il dito sul Mediterraneo, poi sulla regio- ne dell'Abruzzo e infine sul Parco Nazionale della Majella. Oppure basta fermarsi alla prima lettera alfabetica dell'elenco telefonico regionale per trovare un paese che della natura e della cultura ha fatto la propria ban- diera e la propria economia: Abbateggio. Adagiato alla falde della Majella, a 450 metri sul livello del mare, il paese si raggiunge facilmente provenendo dall'asse viario adriatico e con relativa comodità anche da Roma. Strada facendo, arrivati al comune di Scafa, vale la pena sostare qual- che ora nel Parco delle sorgenti sulfuree del Lavino, un'area naturale protetta le cui acque sono di un meraviglioso colore tra l'azzurro e il turchese. Da Scafa infine inizia una tranquilla salita che permette di attraversa- re il borgo di San Valentino per arrivare infine alla meta, nel comune inserito nel Club nazio- nale dei Borghi più belli d'Italia, con i suoi due terzi del territorio comunale inserito nel Parco Nazionale della Majella. Il piccolo borgo è formato da un nucleo storico aggrappato a uno sperone roccioso che domina la stretta valle del Fosso Fonte Vecchia, regalando al viaggiato- re un panorama mozzafiato che spazia dal massiccio del Gran Sasso al mare Adriatico. Le tor- tuose stradine e le ripide scalina- te regalano angoli di puro piace- re visivo che giustificano l'ap- pellativo di "Paese presepe" dato a un borgo il cui nome affonda nel XII secolo. Inserito nel Chronicon Casauriense con il nome di Bateju (anno 1111) e Abbatejum (a. 1140), il toponimo potrebbe essere legato ai Normanni men- tre un'altra ipotesi sostiene che il toponimo potrebbe derivare dal nome personale proprio Badeius. Le origini dell'abitato attuale sembrano risalire agli anni immediatamente successivi alla fondazione del monastero di San Clemente a Casauria ad opera di Ludovico II (871 d.C.) e nel 1390 Abbateggio risultava in potere del Regio Demanio. Nel 1487 il re Ferdinando I d'Aragona donò a Organtino de Ursinis il Contado di San Valentino comprendente, oltre la stessa San Valentino, Pianella, Bacucco (l'attuale Arsita), Abbateggio ed il Casale di Cusano (attualmente frazione di Abbateggio). Il Castello di Abbateggio rimase proprietà dei Farnese sino al 1731 per poi tor- nare a Carlo III di Borbone. Soppresso nel 1929, Abbateggio tornò comune autonomo nel 1947 con un Decreto Legislativo Del Capo Provvisorio Dello Stato il 31 ottobre 1946. Il paese, che conta nel suo passato diversi cittadini che si unirono alla banda della Majella (di cui facevano parte i briganti Domenico Di Sciascio di Guardiagrele e Nicola Marino di Roccamorice), si offre oggi ai turisti con i suoi luoghi di culto, le sue straordinarie bellezze naturalistiche, l'affascinante sito archeologico della Valle Giumentina, la riscoperta di cibi di nicchia e l'ormai affermato Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica "Parco Majella", una competizione letteraria nata nel 1998 e dedicata a narratori e saggisti dalla "penna verde" e che vanta nomi prestigiosi come Dacia Maraini, Dario Fo, Grazia Francescato, Giampiero Indelli, Fulco Pratesi, Paolo Rumiz, Sergio Mantovani, Dario Franceschini, Rita El Kayat e tanti altri. La chiesa di San Lorenzo Martire (con portale in stile quat- trocentesco), della Madonna dell'Elcina (fu ricostruita ed ampliata su quella antica nel 1927), della Madonna del Carmine e l'Edicola votiva dedi- cata a San Biagio nella contrada San Martino rappresentano le tappe fondamentali del percorso religioso in un centro abitato che ha la splendida pietra della Majella come linea guida del suo arredo urbano. Ad esse vanno aggiunte il complesso archeologico monu- mentale in contrada Sant'Agata collegabile ad antichissime tradi- zioni di origine italico-romana riferibili alla divinità femminile italica della fecondità, nota talo- ra come Feronia, Angitia o Cerere. Il sito di Sant'Agata rap- presenta uno dei capisaldi stori- co-topografici della presenza dell'uomo in questo territorio e prepara il viaggiatore alla sco- perta della Valle Giumentina, una delle principali testimonian- ze del Paleolitico inferiore e medio in Abruzzo, e alla visita dell'Ecomuseo che attraverso la proposizione di sei capanne in pietra a secco, architetture pove- re tipiche dell'ambiente agro- pastorale abruzzese, guida il pubblico alla lettura del paesag- gio naturale, archeologico e sto- rico. Nei dintorni, in località, si trovano i "tholos", le tipiche capanne di pietra a secco, usuali ricoveri dei pastori e dei contadi- zione naturalistica non poteva mancare una sagra dedicata al farro e che vede protagonista incontrastato questo cereale, altrove dimenticato da secoli perché soppiantato dalle varietà più moderne di grano. Ad Abbateggio il farro è stato risco- perto tra le sementi di antiche famiglie contadine locali e da anni è oggetto di attenzione da parte di piccoli produttori locali e della Pro Loco, che ha fatto sua la battaglia per la reintrodu- zione nell'alimentazione moder- na di questo cereale dalle sor- prendenti e benefiche proprietà alimentari. La festa che meglio mette in evidenza tutti i sapori del farro ha luogo nel mese di agosto, in occasione della ricor- renza di San Lorenzo, il patrono del paese. Oltre allo spettacolo delle stelle cadenti, gli avventori potranno degustare le numerose pietanze a base di farro, compre- si i dolci locali, senza contare l'offerta dei tipici arrosticini e delle tradizionali "pizze fritte". ni della Majella. La loro forma ricorda i trulli pugliesi ed i nura- ghe sardi e sono chiamati in dia- letto "pajare", e sono tipici della Majella nord - orientale. Riservato a pochissimi appas- sionati è lo spettacolo della Cascata di Cusano, luogo non facile da raggiungere e vincolato da norme molto restrittive per preservarne gli scenari incante- voli, la vegetazione ed i giochi di luce che si creano tra le rocce. Da Abbateggio infine si potrà iniziare un viaggio alla scoperta degli antichi eremi nascosti tra le rocce della Maiella. I più vicini sono quelli di San Bartolomeo di Legio, di Sant'Onofrio di Serramonacesca, di Santo Spirito a Maiella e la Grotta del Colle e diversi eremi situati nel territorio del comune di Caramanico. Tutta la montagna è percorsa da una fitta rete di sentieri, che per- mettono di compiere brevi pas- seggiate o lunghe e impegnative escursioni. In un territorio a grande voca-