L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-29-2020

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GIOVEDÌ 29 OTTOBRE 2020 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano IN ITALIANO | grande personalità scientifi- ca, "forse la più grande del settore, sia in Italia che in Europa", dice Rombai. "La fama di Toscanelli, e in par- ticolare la lettera a Martins del 1474, sono da conside- rarsi l'elemento che ha con- vinto Colombo a elaborare il suo progetto". "Nella lettera del 1474 a Martins, Toscanelli sostiene che tra l'occidente euro-afri- cano e "il principio delle Indie con le isole e i luoghi dove potete andare" era un "brevissimo cammino". Lo studioso fiorentino stimava che la distanza tra Lisbona e Q u i n s a y f o s s e d i 6 . 5 0 0 miglia, come dimostra la sua lettera: "Dalla città di Lisbona dritto verso ovest ci sono sulla suddetta carta 26 spazi, ognuno dei quali con- tiene 250 miglia, fino alla n o b i l e e g r a n d e c i t t à d i Quinsai, che è di circa 100 miglia...". Q u i n s a i e r a u n p o r t o s t r a t e g i c o d e l l a c i t t à d i "Cataio" o Cathay (Cina), citata anche da Marco Polo come la Città del Cielo. Oggi s i c h i a m a H a n g z h o u . M a l ' u n i t à d i m i s u r a d i T o s c a n e l l i e r a u n m i g l i o n a u t i c o ( 1 . 8 5 2 m ) o u n miglio romano-tolemaico (1.489 m)? "Non lo sappia- mo", dice Rombai. "A secon- da della scelta, la distanza stimata oscilla tra i 9.620 e i 12.038 km". Il percorso indicato era evidenziato in un'allegata Carta de Marear o mappa di navigazione che Colombo non perdeva mai di vista n e a n c h e p e r u n a t t i m o durante il suo primo viag- gio. La carta storica è stata r e p l i c a t a i n s c a l a 1:55.000.000 dagli studiosi t o s c a n e l l i a n i H e r m a n Wagner e Gustavo Uzielli tra Ottocento e Novecento, dice Rombai: "La copia è conservata presso l'Archivio Cartografico dell'Istituto Geografico Militare Firenze, cartella 95". Ma se Colombo non aves- s e s e g u i t o l e i d e e d i Toscanelli per andare verso o v e s t , n o n a v r e b b e m a i m e s s o p i e d e n e l N u o v o Mondo? "È difficile, anzi impossi- bile, rispondere a questa domanda", dice il professor Rombai. "Tuttavia, con la sua magistrale esperienza nautica acquisita dapprima nel Mediterraneo e poi nello spazio continentale e insula- re dell'Atlantico tra Islanda, Inghilterra, Europa occi- dentale e Africa occidentale f i n o a l G o l f o d i G u i n e a , Colombo aveva già avuto modo di accumulare indizi e prove empiriche sulla navi- gabilità del grande oceano a ovest tenendo conto anche dello studio della direzione dei venti costanti e periodi- ci". I l p r o f e s s o r R o m b a i osserva che diversi secoli prima anche i vichinghi si erano avventurati da quelle parti, sebbene più a nord. In ogni caso, non è prodigioso che Colombo abbia trovato t e r r a p r o p r i o l ì d o v e Toscanelli aveva indicato, anche se il continente era quello sbagliato? " C e r t o , l a s o s t a n z i a l e compatibilità delle distanze può sembrare strana. Ma è da considerarsi una sempli- c e , s t r a n a c o i n c i d e n z a " , commenta Rombai. Ma, ancora una volta, chi e r a P a o l o d a l P o z z o Toscanelli? Era un uomo d e l R i n a s c i m e n t o , l'Uomo Universale, secondo un ideale che si è sviluppato a p a r t i r e d a l l a n o z i o n e espressa dal suo caro amico a r c h i t e t t o L e o n B a t t i s t a Alberti che "un uomo può fare tutto se vuole". A lui Alberti ha dedicato il suo p r i m o l i b r o d e l l ' Intercenales, una serie di storie fantastiche, favole e b r e v i d i a l o g h i s c r i t t i d a l grande architetto. S p a r s e t e s t i m o n i a n z e ritraggono Toscanelli come uno studioso che frequenta- va solo i cenacoli ristretti o i circoli degli umanisti. Era i m m e r s o n e l l o s t u d i o d e i classici. P e r q u a n t o r i g u a r d a i tratti del suo carattere, il grande biografo degli artisti Giorgio Vasari lo descrive come un uomo dalla morale rigorosa, laconico e un po' cupo. Era curioso del mondo e disposto a trasmettere la sua erudizione alla giovane borghesia fiorentina negli a n n i i n c u i l a f a m i g l i a Medici consolidava il suo potere. Firenze, epicentro cultu- rale del Rinascimento italia- no, fu un paradiso per arti- sti, scrittori, filosofi e pensa- tori di ogni genere aperti alle innovazioni di tutto il mondo conosciuto. E tutti si scambiavano liberamente le idee. Toscanelli amava ascolta- re i viaggiatori, ma non ha m a i v i a g g i a t o m o l t o i n prima persona. "Numerosi v i a g g i a t o r i a c c o r s e r o a Firenze nel 1439, in occasio- ne del Concilio di Firenze, il diciassettesimo concilio ecu- menico riconosciuto dalla C h i e s a c a t t o l i c a " , d i c e Rombai. "Portarono innova- zioni geografiche per certi v e r s i s c i o c c a n t i , d a z o n e p o c o c o n o s c i u t e c o m e l'Africa e soprattutto l'Asia. C i s o n o t e s t i m o n i a n z e d i T o s c a n e l l i c h e i n t e r r o g a viaggiatori provenienti dalla regione dove nasce il fiume Tanai (il leggendario fiume Don) e che discute con un monaco etiope ...". " C o n l ' a m i c o u m a n i s t a G i o r g i o A n t o n i o Vespucci, zio del navigato- r e A m e r i g o V e s p u c c i , Toscanelli avrebbe trasmes- so la passione per la cosmo- grafia, la geografia e la car- t o g r a f i a a u n g i o v a n e A m e r i g o V e s p u c c i e a Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici", aggiunge Rombai. "Più tardi, il grande naviga- t o r e A m e r i g o V e s p u c c i p a s s ò a l l e d i p e n d e n z e d i Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici". All'inizio del 1500, Amerigo invierà la maggior parte delle sue famose lette- r e s u l N u o v o M o n d o a Lorenzo di Pierfrancesco. Altri amici erano il teolo- go Nicola di Cusa e l'inge- g n e r e F i l i p p o Brunelleschi. Toscanelli e Brunelleschi collaborarono attivamente alla costruzione del Duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore. Nella leg- g e n d a r i a c u p o l a d e l Brunelleschi c'è uno gnomo- n e p e r m i s u r a r e l ' a l t e z z a massima del sole al solstizio d'estate. "Per ampliare le sue pazienti osservazioni celesti, Toscanelli riuscì a costruire quello gnomone a Santa Maria del Fiore nel 1475", spiega Rombai. D o p o l a l a u r e a , i l s u o primo lavoro a Firenze fu quello di "astrologo giudi- ziario". Che cosa significa? Forniva oroscopi ai membri della famiglia Medici, anche se si prendeva gioco degli oroscopi, come raccontava l'amico Marsilio Ficino. La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze conserva d u e c a r t e n a t a l i c h e T o s c a n e l l i c o m p o s e n e l 1448 e nel 1449. "C'era una grande richiesta da parte d e l l e c l a s s i d i r i g e n t i c h e p o t e v a n o p e r m e t t e r s i d i pagare i loro oroscopi natali e pagavano bene". La perizia astrologica era importante ai loro occhi. E quegli esper- ti erano gli astronomi stessi. Le sue opere geografiche, tutte scritte a mano, andaro- no perse. "La stampa mosse i primi passi negli ultimi anni della sua vita", osserva il professor Rombai. Il geo- grafo fiorentino rappresenta "il vero punto di equilibrio di una cultura geografica f i o r e n t i n a s t r a o r d i n a r i a - m e n t e a v a n z a t a d e l X V secolo", dice. "Toscanelli ha utilizzato, e fatto conoscere, nuove opere geografiche e carte geografiche da costrui- re in modo moderno utiliz- zando contenuti topografici ottenuti attraverso la cono- scenza empirica e il suppor- to scientifico delle osserva- zioni celesti". Toscanelli lo ha fatto non solo per il pro- gresso scientifico, ma anche per il preciso uso pratico di muoversi nel mondo". Come si legge in una lapi- d e c o m m e m o r a t i v a s u l l a facciata del suo palazzo in piazza de' Pitti, "Toscanelli ha iniziato la scoperta del Nuovo Mondo". Grazie a calcoli sbagliati, ha aperto la finestra su paesaggi meravi- gliosi. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Continua da pagina 35 Un ritratto di Toscanelli (Photo: Wikicommons/Public Domain)

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