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GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE 2020 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | dea di casa e di famiglia, concetti che vengono sfidati e r i v i s i t a t i p i ù v o l t e n e l corso del nostro film. E cosi `, il nostro giovane immigrato senegalese apprende che la casa non e ` semplicemente il l u o g o d o v e n a s c i , m a e ` anche quello che ti accetta incondizionatamente; e la f a m i g l i a n o n e ` s e m p l i c e - mente il nucleo di persone che ti da` la vita, ma anche il gruppo di individui che da` significato alla tua vita". Per L'Italo-Americano abbiamo incontrato l'attrice in videoconferenza. Durante la presentazione del film, dal 13 novembre su Netflix, la Loren ha tenuto stretta s u l l a s p a l l a l a m a n o d e l figlio che la abbracciava pro- tettivo. Un gesto affettuoso, naturale, "casalingo" ma in questo periodo in cui tutti abbiamo imparato a stare distanziati, ha finito con il trasmettere un messaggio confortante di amore, sicu- rezza e di legami importanti per combattere le distanze. Come a dire che sono questi rapporti profondi e autentici q u e l l i c h e v a n n o t e n u t i stretti, che è l'amore che conta, che insieme ci si fa coraggio per affrontare le difficoltà, incluso questo virus. "Ho paura di tutto, non esco, seguo le leggi. La connessione fra le persone è importante, ma fino a un certo punto. Seguo le regole e faccio attenzione a ciò che ci viene vietato". Nella conferenza stampa non c'erano solo un regista e una grande attrice, ma una mamma e suo figlio. Nella diretta dalla casa di Ginevra ("tutti i premi sono in corri- doio") è emerso molto l'a- spetto familiare, relazionale: "È vero – ha detto - sono rimasta molti anni lontana dai set, ma non me ne sono n e p p u r e a c c o r t a . A v e v o bisogno di riposare la mia t e s t a , m e , d i s i l e n z i o , d i stare coi miei figli, vederli crescere. Con loro ho deciso di vivere una vita di fami- g l i a , c o m e s e f o s s i u n a signora che ha lavorato ma poi si è fermata un po', pen- sando che poi si vedrà. Ma quanto è arrivato mio figlio con questa storia che cono- scevo già, che mi ha intene- rito moltissimo, mi ha fatto t o r n a r e a i t e m p i i n c u i cominciavo a fare cinema, a rimuginare che il cinema per me è una cosa essenzia- le, importantissima, e ho voluto riprendere. Perché la storia valeva veramente la pena. E' una storia impor- tante, per me, per le mie cose". Edoardo, che l'ha già gui- data con dolcezza e maestria n e l d r a m m a t i c o " C u o r i estranei" del 2002, suo film d ' e s o r d i o p r e s e n t a t o a Venezia, e in "Voce Umana" del 2014 portato a Cannes ( l e i v i n s e i l D a v i d d i Donatello), ha ricambiato facendole un regalo in diret- ta. Quando lei ha raccontato la difficoltà di girare una scena su una terrazza, lui ha svelato che sì, "quella scena è un omaggio a 'Una giorna- ta particolare', che è il mio film preferito di mia madre. L'ho ambientato lassù con quei panni un po' per ricor- dare, un po' per fare un iti- nerario di mia madre attra- verso i film. Non l'ho mai detto a mia madre: è uno scoop!". Lei, dolce, un po' sorpresa, lo ringrazia: "Non me lo aspettavo!". M a è d a l l e n o t e p e r l a stampa che emerge l'inten- sità del rapporto tra madre e f i g l i o e a l c o n t e m p o t r a attrice e regista. "E` impegnativo lavorare con mio figlio perché vuole sempre che io tocchi delle note che sa che posso rag- giungere, ma non e ` facile per me spingermi cosi ` lon- tano", dice Sophia Loren. "E tuttavia, sappiamo entrambi che se riesco ad arrivarci, raggiungeremo insieme un posto davvero molto specia- le. E mi fido di lui, natural- mente. Sono convinta che se un regista dietro alla mac- china da presa guarda un attore con vero amore, con v e r a c o n c e n t r a z i o n e s u quello che fa, l'attore puo` fare qualunque cosa". E lui: "Il motivo per cui lavoriamo bene insieme e ` che quando siamo sul set lei non e ` mia m a d r e e i o n o n s o n o s u o figlio: lei e ` l'attrice ed e ` il p e r s o n a g g i o d i M a d a m e Rosa e io sono il regista. Io so tutto di lei e lei mi cono- sce come le sue tasche, dun- que a volte mi basta guar- darla per farle capire una cosa". M a è i n d i r e t t a c h e l a c o m p l i c i t à e m e r g e t u t t a : "Mia madre approccia ogni film come se fosse il primo. Con ansietà e spontaneità. Niente è scontato! E si dedi- ca al film non come se ne avesse fatti cento e questo è solo un altro. No! Questo è l'unico film della sua vita e il prossimo sarà l'unico film della sua vita ed è questo che la rende la persona che è, l'artista che è". Lei sorride, abbassa lo sguardo, si emo- ziona. Poi una dichiarazione d'a- m o r e : " M i c h i e d o n o t u t t i com'è lavorare con lei. La verità è che niente che dico mi soddisfa. La forza che mi dà, il legame che abbiamo è i n c r e d i b i l e . N o n c i s o n o parole, o le troverò forse tra 30 anni, per descrivere la fiducia, la forza che ci diamo a vicenda, è tutto molto spe- ciale. E mi commuovo se ne p a r l o , m a s e p i a n g o n o n posso parlarne". Che sia andato in scena qualcosa di eccezionale, di magico, che "La vita davanti a sé" sia un dono, sta anche in un altro passaggio. "Volevo interpretare in modo esatto situazioni che non avevo mai incontrato prima d'ora nella mia carrie- ra", spiega Loren. "Sono i momenti in cui Rosa mani- f e s t a i p r i m i s i n t o m i d e l tumore al cervello, in parti- colare la scena della terrazza a l l ' u l t i m o p i a n o s o t t o l a pioggia e quando perde l'o- rientamento nell'uliveto". E sulla madre che interpreta una donna che si sta spe- gnendo, il suo secondogeni- to dice: "Ora mi fa piangere, ma se mi chiedete come sia r i u s c i t o a d i r i g e r e m i a madre in quelle scene, la risposta e ` semplice: quella n o n e r a m i a m a d r e , e r a Madame Rosa". M a M a d a m e R o s a p e r Edoardo Ponti è anche un pezzo di sua nonna. Sophia ha raccontato che il perso- naggio le ha ricordato molto la madre, una combinazione di irriverente vitalità e fragi- lità: "Perché era così, una donna che parlava molto, che si faceva sentire. Era un'artista che suonava il pia- noforte benissimo. Quando sono arrivati gli Americani vivevamo grazie al suo pia- noforte. E' stata fondamen- tale per la nostra famiglia, per la sua bellezza e il suo talento". U n a c u r i o s i t à . S u l l o schermo non c'è Napoli, ma Bari. Eppure per Sophia è c o m e s e c i f o s s e . P e r c h é "Quando si nasce a Napoli non lo si dimentica e io sono fiera di essere napoletana al mille per cento". Bari è stata scelta per la sua vivace scala cromatica, che va dal verde degli ulivi alle sfumature dei suoi vico- li, al caldo arancione dei tra- monti: "La cosa importante – h a d e t t o P o n t i c h e c o n Ugo Chiti ha firmato la sce- neggiatura - era trovare una città crocevia di tante etnie, un mosaico di religioni e culture ma anche una città c h e f o s s e e s t e t i c a m e n t e m o l t o c a l d a , u m a n a , c o n una grande luce e grandi c o l o r i . V o l e v o u n r a n g e molto vivo, vitale, per parla- re di personaggi che vivono la vita pienamente e Bari era m o l t o g i u s t a p e r q u e s t o ambiente che volevo creare". Sul fascino di Bari che la Loren ha trovato tra "i silen- zi, il tempo, il mare", suona l'emozionante "Io sì (Seen)" i n t e r p r e t a t a d a L a u r a P a u s i n i , i l c u i v i d e o c l i p diretto dallo stesso Ponti, mostra nel finale un cameo di Sophia Loren. La colonna s o n o r a , s c r i t t a d a D i a n e Warren, a sua volta si candi- da all'Oscar. Quante buone ragioni per vincerlo. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ G Continua da pagina 5 Edoardo dirige la madre sul set di La Vita Davanti a Sé. Photo: Regine de Lazzaris aka Greta/Netflix