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GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2020 www.italoamericano.org 51 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT Obiettivo Serie A. Comincia la volata finale del girone d'andata: è partita la caccia al Milan I n una stagione stranissima ed estremamente faticosa - cominciata dopo vacanze molto brevi (per via del prolun- gamento dell'annata 19/20 a causa della pandemia) e prose- guita a ritmi serratissimi (sempre per il CoVid) - si sta giocando un campionato quanto mai entusia- smante ed incerto, in cui il Milan sta sorprendentemente dettando il ritmo. Alle spalle, le tre 'coraz- zate' Inter, Napoli e Juventus. OCCHIO ALLE OUTSI- DER - Lungi dal potersi consi- derare un discorso riservato alle 'magnifiche 4', il campionato 20/21 sembra in grado di riserva- re sorprese epocali. Per cui anche se, mentre scriviamo, le prime 4 posizioni della graduatoria sem- brano occupate dalle squadre più forti o complete, non possiamo non citare inseguitrici agguerrite: Sassuolo, Roma, Lazio e Atalanta non paiono rassegnate a lottare solo per l'Europa League. Tutte hanno avuto qualche pas- saggio a vuoto e perso punti pre- ziosi. Tutte e 4 però, paiono attrezzate per rientrare in corsa per la Champions o, quanto meno, per determinarne gli esiti. IL MILAN CORRE: SQUADRA VERA, GIOCO SUPERIORE E… ZLATAN - Il Milan è la sorpresa più clamo- rosa. Ha intrapreso una cavalca- ta travolgente che ha portato ad essere l'attuale capolista e una squadra vera. Il tutto nel segno di Zlatan Ibrahimovic che, a 39 anni, resta uno dei calciatori più determinanti della Serie A (non- ché l'attuale capocannoniere). Ma dietro si sono incastrati numerosi elementi, che hanno reso i Rossoneri la squadra più propositiva e funzionale del cam- pionato. Impossibile non ricono- scere i meriti di Pioli che, arriva- to a Milano come un traghettato- re (dopo il clamoroso fallimento di Giampaolo), si è rivelato un 'normalizzatore geniale', metten- do ordine dal punto di vista tatti- co (varando un 4-2-3-1 efficace in entrambe le fasi) e consenten- do a tutti i calciatori di giocare nelle posizioni a loro più conge- niali. Di conseguenza, c'è stata una crescita imperiosa delle pre- stazioni di un po' tutto il gruppo. Vincere aiuta a vincere, ma è evidente come la testa di tutti i giocatori del Milan si sia liberata da timori e incertezze, per lascia- re spazio a fiducia (in sé stessi e in Zlatan) e in una 'sana sfronta- tezza giovanile' (sono la squadra con età media più bassa di Serie A) che stanno facendo la diffe- renza. A monte di tutto ciò, poi, la ritrovata stabilità societaria, con Maldini, Massara e Gadzidis finalmente in grado di dare con- tinuità a un progetto tecnico (fondamentale la conferma di Pioli), sostenendolo con inseri- menti mirati (per lo più giocatori giovani e di gamba) e qualche 'ciliegina' (come l'esperienza di Kjaer). Certo, resta l'incognita di una rosa non troppo ampia, che (per via dei tre turni preliminari di E. League) ha cominciato a giocare prestissimo: il mercato di gennaio potrebbe essere determi- nante. LA RISCOSSA DELL'IN- TER: GRINTA DI CONTE E GOL DI LUKAKU, IN CERCA DI EQUILIBRIO - Per completezza d'organico e continuità del progetto, all'avvio del campionato, l'Inter era addi- tata come la più seria pretenden- te al titolo. Invece, l'avvio di sta- gione aveva denunciato parecchi problemi non messi in preventi- vo, che hanno portato Handanovic e compagni a perde- re punti in classifica (e ad arriva- re a un passo dall'eliminazione nel girone di Champions: scrivia- mo a poche ore dalla decisiva partita contro lo Shaktar Donetsk). Dal punto di vista tat- tico, aveva destato scalpore la scelta di rendere l'Inter più offensiva rispetto al recente pas- sato, con Conte - a lungo molto più 'scarico' rispetto alla tempra abituale - a sostenere di voler vincere più attraverso la potenza dell'attacco, che sfruttando la solidità difensiva. Questa scelta - complice il difficile inserimento di molti nuovi acquisti - non ha pagato e, nelle ultime settimane, si sono rivisti segnali di un'Inter 'da bat- taglia', più quadrata e grintosa rispetto a quella scapestrata di inizio stagione. E le cose sono migliorate. Conte non sembra intenzionato a discostarsi dal 3- 5-2, ma pare essersi convinto a riproporre un atteggiamento più accorto, imperniato su attesa e verticalità. Il protagonista assolu- to è Lukaku: con forza fisica e abnegazione, è l'uomo squadra. Lo dimostrano i suoi tanti gol (8) e la sua centralità nella manovra nerazzurra. Dietro di lui, va sot- tolineato Brozovic: archiviato il fallimento-Eriksen (l'inserimen- to del danese nel calcio di Conte è risultato impossibile), il Croato diventa l'ago della bilancia della manovra nerazzurra. Spesso cri- ticato dai tifosi, il numero 77 è l'imprescindibile equilibratore dell'Inter: efficace in entrambe le fasi, è l'uomo - Lukaku a parte - che è più complicato sostituire. Da qui a gennaio, l'Inter è chiamata a confermare i segnali di riscossa. Molto farà l'esito del girone di Champions. Poi si perché si è completata la transi- zione dal 4-3-3 al 4-2-3-1: un modulo che consente di schierare 4 giocatori offensivi, coprendo loro le spalle con una coppia di mediani prudenti. Questo percor- so ha aperto il dibattito sulle rotazioni in attacco (un reparto in cui il Napoli è ben fornito) e le scelte di Gattuso sono sempre molto delicate. Osimhen è l'uo- mo nuovo: un centravanti forte e velocissimo, che consente di sfruttare il gioco profondo e atle- tico, come valida alternativa al tradizionale palleggio tecnico. Tra il fisiologico periodo di ambientamento e un grave infor- tunio, però, ha potuto sin qui contribuire alla stagione azzurra meno del previsto. Il calciatore, però, c'è. E sarà determinante. Impressionante, poi, il recupero di Lozano, attaccante esterno di valore internazionale che arriva- va da una stagione pessima. Gattuso lo ha redarguito e cocco- lato, ritrovandosi oggi tra le mani un'ala di grande valore. Ci sono poi Mertens e Insigne: il primo dovrà rimettersi in discussione, tornando più a suggerire che a segnare; il secon- do, invece, è davvero chiamato al definitivo salto di qualità. Anche nel nome di Maradona. Il Napoli ha proprio tutto per arri- vare in fondo, ma Gattuso deve essere messo nelle condizioni di lavorare in tranquillità. LA RIFONDAZIONE JUVENTUS, TRA DUBBI E SORPRESE, MA CON CER- TEZZA-RONALDO - Era leci- to aspettarsi un'annata faticosa per la Juventus: dopo 9 anni di trionfi ininterrotti, a seguito delle fatiche del campionato 19/20 e con un percorso di rifon- dazione affidato a un allenatore esordiente. Eppure, visto il valo- re elevatissimo della rosa, era forse lecito aspettarsi qualche certezza in più. Intendiamoci, la Juventus è quarta in classifica e si è già qualificata per gli ottavi di Champions ma, a livello di gioco, fatica tantissimo: per risolvere le partite, si sta per lo più affidando alle giocate dei campioni, in particolare il solito Ronaldo e il sorprendente Morata. CR7 è la certezza asso- luta del mondo bianconero: sta frantumando record su record. Morata, invece, è la sorpresa più bella di questo complicato 2020 bianconero: arrivato di fatto come terza scelta (dopo che sia Suarez, sia Dzeko erano sfu- mati), si è imposto come partner ideale di Ronaldo, mettendo in mostra una vena realizzativa superiore a quanto fatto nel corso della carriera. Morata è decisivo, sia nel creare spazi per CR7, sia nel finalizzare la mano- vra bianconera. Il rovescio della medaglia è la netta involuzione di Dybala che sembra sempre più ai margini della Juventus: la Joya gioca poco e male e le dif- ficoltà in vista del rinnovo con- trattuale non aiutano di certo. Tante le fatiche - soprattutto a livello di calciatori disponibili - anche in difesa, dove, viste le condizioni fisiche e l'età di Chiellini, pare incredibile non aver acquistato un altro difenso- re. Le difficoltà più grandi, però, la Juventus le evidenzia in mediana: Arthur fa fatica, per cui manca un vero regista ma, ancor più, mancano ritmo e inse- rimenti senza palla. Solo McKennie pare avere la 'verve' necessaria, ma non può essere un titolare in una Juventus da titolo. Capitolo a parte - ma rile- vante - merita la faticosa transa- zione tattica che Pirlo sta pro- vando a costruire. Ha idee preci- se e molto, molto articolate, ma sta faticando a concretizzarle. VERDETTI A GENNAIO - Tutte queste suggestioni saranno esposte alla 'prova del campo', in un tour de force invernale che vedrà, fino al 24 gennaio (ultima di andata), la Serie A in campo per ben 9 volte. È molto proba- bile che, al giro di boa del cam- pionato, conosceremo buona parte della verità propria di que- sta strana stagione 2020/21. STEFANO CARNEVALI dovrà pensare a sfoltire la rosa, piena di 'esuberi eccellenti' (Eriksen, Nainggolan) e a com- pletare l'inserimento dei nuovi (Hakimi su tutti). I Nerazzurri hanno la rosa più forte del tor- neo: un'altra stagione senza tro- fei sarebbe inaccettabile. I SOGNI DEL NAPOLI: QUALITÀ OFFENSIVA, IN CERCA DI CONTINUITÀ E… TRANQUILLITÀ - Partito a fari spenti, nonostante la gran- de qualità dell'organico, il Napoli di Gattuso è la terza forza del campionato. Il tecnico cala- brese sta lavorando duramente, per proseguire sul percorso di crescita intrapreso lo scorso anno (dopo essere subentrato ad Ancelotti) e già impreziosito dalla vittoria della Coppa Italia. Certo, l'impresa non è semplice: Napoli, nonostante la qualità della squadra, continua ad essere una piazza in cerca di tranquillità e continuità. Per quanto Gattuso abbia sedato le 'fiamme della rivolta', non si può dire che sia alle prese con uno spogliatoio docile, anzi. Bisogna sempre ricordare l'interventismo di una società, tanto attiva quanto pres- sante, come quella partenopea. L'idea tattica dell'ex mediano è quella di proporre un calcio offensivo, che provi a sfruttare l'enorme potenziale tecnico dei calciatori a disposizione. Ecco L'allenatore Stefano Pioli (Ph Stanislav Vedmid-Football.ua-CC 3.0)