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GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2020 www.italoamericano.org 45 L'Italo-Americano IN ITALIANO | legami con il patrimonio cul- turale europeo e ripercorren- do i loro viaggi dall'Europa agli Stati Uniti - quando, come e perché", rivela Dondi. Gli studi in corso sono riportati in un libro intitolato P r i n t i n g R - E v o l u t i o n 1450-1500 - Fifty Years that Changed Europe pubblicato da Marsilio Editori, una casa editrice indipendente con radici a Venezia. Inoltre, al Museo Correr si è tenuta una mostra sulla ricerca. Dalla finestra al piano superiore, i visitatori possono godere la più bella vista su Piazza San Marco. Venezia era una città libe- rale abitata da persone di tutti i ceti sociali. Non sape- vano cosa fosse la censura. N e l l e s u e c a l l i , c a l l e t t e , rughe, salizada e campi (tutti i tipi di strade veneziane) v i v e v a n o e p r o s p e r a v a n o comunità di fede straniere e d i v e r s e . C ' e r a n o g r e c i e armeni fuggiti dal dominio ottomano, ebrei sefarditi scampati alle persecuzioni in Spagna e Portogallo, ebrei ashkenaziti dell'Europa cen- trale - tutti parte della trai- nante forza dell'industria editoriale. Va detto che "fin dall'ini- zio, i membri della Chiesa furono coinvolti molto atti- vamente nel nuovo mezzo", sottolinea la professoressa Dondi. "Hanno agito come benefattori e sponsor, come editori e correttori di testi liturgici, matematici, logici, come autori di opere laiche e religiose, come traduttori, c o m e t i p o g r a f i e , i n f i n e , come utenti e proprietari di l i b r i . L a t r a s m i s s i o n e a i posteri di migliaia di incuna- boli è in gran parte merito delle biblioteche delle istitu- zioni religiose". Venezia era l'Axis Mundi, il labirinto e l'ombelico della scena editoriale che fu sede di decine di tipografie chiuse in una competizione spietata. " I t i p o g r a f i a r r i v a v a n o a Venezia da tutta Europa per tentare la nuova professione: molti ci riuscirono, altri no", dice Dondi. Ma chi erano? Dondi dice che erano "persone che cono- scevano la tecnologia (fabbri- canti di gioielli, orologi e monete) o che conoscevano il prodotto - libri - e i suoi uti- lizzatori (insegnanti, sacer- doti e librai)". I tipografi di Venezia si unirono in alcune scuole, o confraternite, per sviluppare contatti e fare affari. "I primi tipografi stranieri si riuniro- no alla Scuola Piccola di San Girolamo, una confraternita di cui facevano parte anche la maggior parte dei com- mercianti stranieri", spiega Dondi. "Nella 'Mariegola' si trovano gli statuti della con- fraternita insieme all'elenco dei membri, fra i nomi dei primi tipografi e librai, per e s e m p i o , c ' è N i c o l a u s Jenson". Negli anni Ottanta del Quattrocento la maggior parte dei tipografi italiani erano membri della neonata Scuola Grande di San Rocco. Anche le donne "scrivevano, sceglievano, illustravano e correggevano testi, imposta- vano i caratteri, gestivano la stampa, dirigevano l'atti- vità". Ma come era organizzata l ' a t t i v i t à d i s t a m p a ? " L o stampatore coordinava il lavoro di più persone", spie- ga Dondi. "All'interno della tipografia c'erano composito- ri, battitori e tiratori. Fuori, studiosi e librai suggerivano nuovi titoli in base alla loro conoscenza del mercato; gli uomini d'affari investivano denaro per l'acquisto della carta; infine, i commercianti distribuivano i libri a livello nazionale e internazionale". I due più noti stampatori veneziani che hanno eserci- tato una grande influenza sulla produzione e sul design dei libri sono stati Nicolaus Jenson, uno straordinario tipografo che ha perfezionato il carattere Roman nel 1470, e Aldus Manutius, proba- bilmente il più famoso s t a m p a t o r e d e l s u o tempo. M a n u z i o n a c q u e n e l l o Stato Pontificio nel 1449 e si formò come studioso umani- sta. Prima di iniziare a stam- pare a Venezia, aveva lavora- to come precettore in fami- glie aristocratiche. Nel 1494 a v v i ò l a s t a m p a A l d i n e P r e s s , l a s u a B o t t e g a d i stampa e le sue celebri edi- zioni. Il primo libro datato del suo catalogo è l'Erotemata d e l g r a m m a t i c o g r e c o C o s t a n t i n o L a s c a r i s . L a Aldine Press, nella sua fase di avvio, si concentrò sui les- s i c i g r e c i e l a t i n i e s u i m a n u a l i d i g r a m m a t i c a . Pubblicò le opere complete di Aristotele, di molti altri f i l o s o f i e d e l s u o a m i c o Erasmo, umanista, teologo e riformatore olandese. Con il libro sulle Lettere di Santa Caterina da Siena, uscito nel 1500, sperimentò un caratte- re tipografico appena inven- t a t o a t t r a v e r s o l e p a r o l e "Jesu dolce Jesu amore". Nella seconda fase della s u a a t t i v i t à , i n t r o d u s s e ampiamente le sue innova- zioni tipografiche e i nuovi a p p r o c c i a l l ' e d i t o r i a . P e r riempire la pagina in modo economico, Aldus stampò interi libri con il carattere tipografico corsivo (italic) progettato da zero per lui da Francesco Griffo. Con le let- tere inclinate a destra, che assomigliano a quelle scritte a mano, il carattere corsivo poteva occupare meno spa- zio, risparmiare carta e ridur- re i costi di produzione. Il Senato veneziano diede ad Aldus il diritto esclusivo all'u- so del corsivo, brevetto con- fermato da tre papi successi- vi. Nonostante l'avvertimento sui frontespizi che chi ne avrebbe fatto copie non auto- rizzate sarebbe stato scomu- n i c a t o , i s u o i l i b r i e r a n o a m p i a m e n t e c o n t r a f f a t t i . Aldus avvertiva i clienti di essere a conoscenza dei falsa- r i f r a n c e s i d i L i o n e c h e diffondevano libri pieni di errori grammaticali e di refu- si, e realizzati con carta di bassa qualità. N e l 1 5 0 1 M a n u z i o f u i l primo al mondo a pubblicare edizioni tascabili, libelli portatiles, destinati a una classe crescente di nuovi let- tori indotta dal movimento u m a n i s t a . E r a n o c l a s s i c i stampati in formato ottavo, libri "che potevano essere tenuti in mano e imparati a m e m o r i a ( o l t r e a d e s s e r e letti) da tutti", come scrisse più tardi. Portavano tutti il marchio della tipografia di Aldus Manutius, un delfino avvolto intorno a un'ancora, che voleva illustrare un clas- sico adagio latino e un ossi- moro che divenne il motto di Aldus: Festina Lente o affret- tarsi lentamente. Inoltre, Aldus regolarizzò l'uso della punteggiatura ortografica, del punto, dei due punti e della virgola e inventò un nuovo segno di punteggiatura, il punto e vir- gola, per separare le voci in un elenco complicato. Più forte di una virgola e più debole di un punto, il punto e virgola fu adottato dagli stu- diosi italiani quando doveva- n o s e p a r a r e d u e c l a u s o l e indipendenti ma correlate. Lentamente si è fatto strada verso il nord, verso il resto dell'Europa e verso il Nuovo Mondo. Dondi sottolinea che "il r u o l o d i A l d u s M a n u t i u s come promotore dello studio europeo è giustamente rico- nosciuto, ma non può essere considerato rappresentativo della mobilità sociale e dei cambiamenti che la stampa veneziana, e la stampa in generale, hanno portato alla società europea. La quantità, non solo la qualità, alla fine ha fatto la differenza". Abbondanti i soggetti e gli argomenti trattati nei primi libri a stampa. "Coprivano una varietà di argomenti, non solo religione o classici, ma anche, in gran numero, questioni di interesse con- temporaneo per le esigenze della vita quotidiana", dice la d o c e n t e i t a l i a n a dell'Università di Oxford. "Erano anche economica- mente accessibili". D o n d i h a e s a m i n a t o i l libro contabile di un libraio v e n e z i a n o d e l l ' e p o c a , l o Zornale del libraio veneziano F r a n c e s c o d e M a d i i s . "Zornale era il conto finan- ziario dei libri stampati da lui venduti nel periodo 1484- 88", spiega Dondi. "Questo documento straordinario elenca la vendita di 25.000 l i b r i s t a m p a t i c o n i l l o r o prezzo, appena 15 anni dopo l'introduzione della stampa nella città di Venezia". " N e l l a V e n e z i a d i f i n e Q u a t t r o c e n t o s i u s a v a n o soldi, lire, ducati", spiega Dondi. "20 soldi facevano 1 lira; 6 lire e 4 soldi (o 124 soldi) facevano 1 ducato". Certo, non possiamo con- frontare i prezzi di oggi con quelli di allora, ma possiamo cercare di capirli. Per esempio, De Madiis ha v e n d u t o 6 5 9 c o p i e d e l Psalteriolo da Puti, un libro di grammatica per bambini per insegnare loro a leggere. Costo per copia, 4 soldi. "Con 4 soldi si poteva comprare un pollo o un'ottima anguilla", spiega Dondi. Tra i più eco- nomici e più venduti c'era Donado, un popolare libro di grammatica latina. Ha ven- d u t o 2 5 8 c o p i e a 5 s o l d i l'una. "Per 5 soldi si poteva comprare un 1 kg di carne di manzo e 5 soldi era meno della metà del salario giorna- liero di un operaio di basso l i v e l l o n e l s e t t o r e d e l l e costruzioni (12-17 soldi)", osserva Dondi. L'edizione più costosa era Glosa Ordinaria, un libro di diritto civile romano. Era d a v v e r o m o l t o c o s t o s o : "1.240 soldi o 10 ducati ma erano 1.628 pagine in sei grandi volumi!" De Madiis potè vendere solo 2 copie dell'intera collezione. "Per 10 ducati si potevano comprare 10 paia di stivali di pelle o un bellissimo libro manoscritto di ore per la devozione cri- stiana". Alla fine del XV secolo, Leonardo scrisse una lista di 38 libri italiani a stampa di sua proprietà. "Le opere sono l e s t e s s e v e n d u t e d a D e M a d i i s a V e n e z i a " , d i c e Dondi. "Se Leonardo aveva gli stessi libri che molti altri acquistavano, e i compratori di libri non erano tutti geni (come lui), allora possiamo dire che Leonardo aveva una biblioteca ordinaria". SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Continua da pagina 43 Qui, secoli fa, si trovano le Edizioni Aldine di Aldo Manuzio (Photo: Wikicommons)