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www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI GIOVEDÌ 24 DICEMBRE 2020 " Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti, ci rendiamo conto che tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie - talvolta impopolari - per ridurre il conta- gio e garantire la doverosa assi- stenza a chi ne ha bisogno. Il pluralismo e l'articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplica- tori di energie positive, ma que- sto viene meno se, nell'emergen- za, ci si divide. Dobbiamo far ricorso alle nostre capacità e al nostro senso di responsabilità, per creare convergenze e colla- borazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione. Anche con osservazioni critiche, sempre utili, ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rin- corsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando virtualmente i sinda- In Italia via alla maxicampagna vaccinale da metà gennaio Il presidente Mattarella nell'incontro con i sindaci italiani (Ph Quirinale.it) L'appello di Mattarella in attesa dei vaccini (e durante le festività): coesione e responsabilità per frenare i contagi ci d'Italia in occazione della XXXVII assemblea annuale dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani, nell'anno in cui per la pandemia non si terranno le tradizionali cerimonie per lo scambio degli auguri tra le istitu- zioni e la società civile. "La libertà - ha detto Mattarella - rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. E' questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza. Vorrei parlare anche di un altro aspetto di questa dialetti- ca, che talvolta può rimanere in secondo piano: quel che ciascuno di noi cittadini può e deve fare per la sua comunità. Vi sono le norme, le ordinanze, le regole dettate e applicate dalle istituzio- ni. Ma, insieme, è necessario l'impegno convinto di ciascuno di noi. La responsabilità persona- le, che in larga misura abbiamo apprezzato nei mesi scorsi. Dobbiamo, tutti, adottare i comportamenti di prudenza sug- geriti: le mascherine, l'igiene, il distanziamento, la scelta di fare a meno di attività e incontri non indispensabili. Non per imposi- zione, non soltanto per suggeri- mento o per disposizione delle pubbliche autorità ma per con- vinzione. Liberi e, per questa ragione appunto, responsabili. Con senso di responsabilità verso gli altri e anche verso se stessi. Per convenienza se non si avverte il dovere della solida- rietà. Nessuno si lasci ingannare dal pensiero "a me non succe- derà": questo modo di pensare si è infranto contro casi innumere- voli di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus. Abbiamo dovuto – e purtrop- po dobbiamo tuttora - piangere la morte di tante persone; di ogni età, anche tra i giovani. E non dobbiamo dimenticarcene, per rispetto nei loro confronti. In questa occasione, desidero dunque rivolgere – questa volta attraverso i sindaci – un nuovo appello ai nostri concittadini per- chè ci si renda conto, tutti, della gravità del pericolo del contagio che sta investendo l'intera uma- nità, ovunque, mettendo in diffi- coltà e bloccando la normalità della vita in gran parte dei paesi in tutti i Continenti". " Se fossimo in guerra sarebbe una sorta di "chiamata alle armi". Per dirla meglio è un richiamo accorato alla responsa- bilità e alla solidarietà da parte di quei cittadini italiani che posso- no aiutarci ad effettuare la più grande campagna di vaccinazio- ne di massa degli ultimi decenni con efficacia e tempestività". Così il commissario straordi- nario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri emanando l'avviso per assumere fino a 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari, che dovran- no sostenere la campagna vacci- nazione nelle 1.500 strutture individuate sul territorio nazio- nale. "Stiamo lavorando senza sosta perché la vaccinazione inizi da metà gennaio", ha detto Arcuri ribadendo che la prima tranche di vaccini riguarderà 1,8 milioni di italiani a partire dal personale socio-sanitario dei pre- sidi ospedalieri e da ospiti e per- sonale delle residenze per anzia- ni. Simbolo della campagna vac- cinale "L'Italia rinasce con un fiore' sarà una primula, il primo fiore a sbocciare dopo l'inverno del Covid. Per il Covid già 73mila imprese chiuse Il concept "L'Italia rinasce con un fiore" realizzato da Stefano Boeri Architetti I padiglioni-primula per la vaccinazione di massa (Ph Invitalia.it) T ra giugno e ottobre ridu- zioni di fatturato per oltre due terzi delle imprese ita- liane rispetto allo stesso periodo del 2019 mentre il 32,4% (con il 21,1% di occupati) ha segnalato rischi operativi e di sostenibilità della propria attività. Il 37,5% ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, ottenendolo nell'80% dei casi. Circa 73mila, che pesano per il 4% dell'occu- pazione, hanno dichiarato di essere chiuse: 55mila prevedono di riaprire e 17mila no. È la fotografia scattata dal report Istat sulle imprese che hanno subito il contraccolpo pandemico. Per l'analisi sono state intervistate oltre un milione di imprese tra ottobre e novem- bre con riferimento al periodo giugno-ottobre. Il report sottolinea anche che il 68,9% delle imprese è in piena attività nonostante l'emergenza sanitaria, il 23,9% è parzialmen- te aperta, svolgendo la propria attività in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela, mentre il 7,2% è chiusa. Ma in quali settori si concen- trano le difficoltà? L'85% delle unità produttive "chiuse" sono microimprese e si concentrano nel settore dei servizi non com- merciali (58mila unità, pari al 12,5% del totale), in cui è eleva- ta anche la quota di aziende par- zialmente aperte (35,2%). Sono però le attività sportive e di intrattenimento quelle che pre- sentano la più alta incidenza di chiusura, seguite dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco. Il 28,3% degli esercizi al dettaglio chiusi non prevede di riaprire rispetto all'11,3% delle strutture ricettive, al 14,6% delle attività sportive e di intratteni- mento e al 17,3% delle imprese di servizi di ristorazione non operative. A soffrire di più resta comun- que il Mezzogiorno. Tra le imprese attualmente non operati- ve, quelle presenti nelle regioni del Sud sono a maggior rischio di chiusura definitiva: il 31,9% delle imprese chiuse (pari a 6 mila unità) prevede di non riapri- re, rispetto al 27,6% del Centro, al 23% del Nord-ovest e al 13,8% del Nord-est (24% in Italia).