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GIOVEDÌ 21 GENNAIO 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 15 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C ari lettori, con que- s t a p a n d e m i a senza precedenti, nella nostra vita, e la recente insurrezione in Campidoglio, dove i rivol- tosi hanno superato le barri- cate della polizia e assediato l'edificio, ho pensato di ini- ziare con una storia più leg- gera e con un po' di umori- smo: "Signorina", mormorava in quelli che credeva fossero i suoi toni più soavi, "non ho mai visto un viso così bello". Maria, infastidita da que- sta ostentazione di impuden- za e falsità patente, risponde- va con una voce fredda come la neve dell'inverno: "Non posso dire lo stesso di te". " C e r t o c h e p o t r e s t i " , replicò Vittorio, pungente per il rifiuto sommario, "se tu fossi un gran bugiardo come me!" *** W e i g h t W a t c h e r s sarebbe fallita. Le Big Babes erano belle per mio padre e i suoi "paesani" maschi che, provenienti da piccole città o paesi, avevano la fortuna di avere tre pasti quadrati al giorno di "pane e cipolla" se l o r o p a d r e e r a " M o r t o i n guerra" o era disoccupato. Ricordo mio padre e i suoi "paesani" maschi a Coney Island che commentavano c o n a p p r e z z a m e n t o " c h e belle cosce" mentre passava- no le ragazze in costume da bagno. Oggi quelle stesse ragazze scoppierebbero a piangere se qualche zuccone insensibile commentasse le loro cosce robuste. *** La paura di volare era comune tra i vecchi "paesa- n i " , m a s i c c o m e n o n e r a " m a c h o " a m m e t t e r l o , l a Linea Italiana, forniva la migliore copertura. Quegli s p l e n d i d i t r a n s a t l a n t i c i , c o s t r u i t i e g e s t i t i d a l l a Compagnia Italiana dal 1932 al 1977, furono un periodo glorioso, per attraversare l'Atlantico in grande stile. Quando suggerii a mio padre di "volare in Italia", la sua risposta fu: "Perché dovrei volare in Italia in "una tomba volante" quando posso gode- re di tutte le grazie di Dio, in un Palazzo galleggiante ita- liano, rilassarmi per otto o dieci giorni, e vivere come un re? Poi descriveva i lussi che s i t r o v a n o a b o r d o d e l l a Italian Lines, ricavati dalle brochure della Italian Line, e uno o due "paesani", che un t e m p o p o t e v a n o e s s e r e impiegati in qualche veste dalla Italian Line. *** L'"abbondanza" di lusso, tappeti spessi, tende di vellu- to, un cinema, una bibliote- ca, una sala da ballo, una piscina era un budget off- limits per Papà e i suoi "pae- sani", che di solito viaggiava- no in "classe turistica" (terza classe), ma era tanto orgo- glioso che questi "palazzi gal- leggianti" fossero italiani e vedeva le immagini nelle brochure della Italian Line come un'opera d'arte italia- na. Il transatlantico "Conte Biancamano", tre ponti alti, sala da ballo di prima classe con camino ad un'e- stremità e sezione Glided Dome Center, era uno dei suoi preferiti. *** Negli anni Venti e Trenta l'"Aria Nativa" era la pana- cea popolare dei medici "pae- sani" che praticavano nelle "Little Italy" di tutti gli Stati Uniti, che veniva prescritta alle pazienti con nebulosi problemi femminili o alla loro pallida prole che, come le stesse lamentavano, aveva- no scarso appetito e non ave- vano "guance rosee". Questo pezzo di mitologia medica sembrava funzionare, se non altro perché la signora lasciava dietro di sé richieste stressanti, doveri e rapporti quotidiani con il coniuge, e r i c e v e v a u n t r a t t a m e n t o "regale" nella sua famiglia italiana, felice di rivederla. E, s e a c c o m p a g n a t a d a u n " b a m b i n o " , g l i v e n i v a n o donati amore e attenzioni fino a quando le "rose" delle sue guance non sbocciavano davvero. Tutto sommato, questa diagnosi un po' dub- bia è stata una situazione vantaggiosa per tutti i gioca- tori, comprese le compagnie di piroscafi. Poi, i viaggi tran- satlantici per i civili si ferma- rono e iniziò la seconda guer- ra mondiale. Presto sentii mia madre e le sue amiche parlare in italiano di "Maria di Boston" (viveva a Boston) che era rimasta intrappolata i n B a s i l i c a t a p e r t u t t a l a durata della guerra perché era andata in Italia con il suo giovane figlio Freddy, perché pensava che l'"Aria Nativa" avrebbe aiutato l'asma del figlio e avrebbe dato colore alle sue guance pallide. *** Mi è venuto in mente que- sto pezzo di medicina popola- re quando ho letto il libro " T r a p p e d i n T u s c a n y - Intrappolato in Toscana" di Tullio Bertini, pubblicato dalla Dante University Press di Boston nel 1930. Era l'uni- c o f i g l i o d i N e l l o e A d a Bertini, immigrati dal paese di Diecimo, nella provincia di Lucca. Tullio accompagnò i g e n i t o r i i n I t a l i a p e r u n a b r e v e v a c a n z a , p o i c h é i l padre era depresso dopo aver perso inaspettatamente il lavoro di chef al Warmuth's Restaurant di Boston. Poco dopo il suo arrivo a Diecimo, nell'agosto del 1939, il padre Nello ebbe un infarto morta- le. Rimase confinato a letto per i due anni successivi. Nel frattempo, la Seconda Guerra Mondiale scoppiò in Europa e Tullio, nove anni, che aveva lasciato Boston dopo aver finito la terza ele- mentare in Massachusetts, si r i t r o v ò " i n t r a p p o l a t o " i n Italia e costretto a vivere sotto il dominio fascista e nazista. Per un po' di tempo riuscì a frequentare la scuola italiana e si appassionò alla vita di paese. Nel settembre 1944 Tullio e la sua famiglia vennero liberati dai "Buffalo Soldiers", la 92a Divisione di fanteria della Quinta Armata americana, composta intera- mente da soldati neri.