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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 21 GENNAIO 2021 I ponti sono una vera meraviglia. Li diamo per scontati, guidan- do o andando in bici- cletta o camminan- doci sopra, senza pensare alla complessa struttura che si t r o v a s o t t o d i n o i , c h e c i sostiene e ci trasporta in sicu- rezza dall'altra parte. Imma- ginate, se potete, un mondo senza ponti. Brooklyn non avrebbe la sua Manhattan, San Francisco non avrebbe la sua Marin County, e Firenze sarebbe un posto meno favo- loso... per non parlare degli enormi disagi che subirem- mo. Pratiche e spesso vere opere d'arte, queste strutture hanno letteralmente fatto da ponte tra la facilità di viaggio, il commercio, e nel caso dei Romani... la conquista. I p r i m i R o m a n i n o n hanno certamente inventato i ponti, ma il vero merito è di aver fatto molto per perfezio- nare e raffinare l'ingegneria dei grandi ponti, più di qual- siasi altra civiltà fino ad oggi. Infatti, un'indagine degli anni Novanta condotta dallo studioso italiano Vittorio Galliazzo ha documentato 931 ponti romani sopravvis- suti (interi o parziali) in 26 paesi, tutti un tempo parte del vasto Impero Romano. Ciò fa riflettere sul perché m o l t i d e i n o s t r i m o d e r n i ponti debbano essere sosti- tuiti ogni cinquant'anni circa. Durante il loro regno, gli imperatori romani erano sen- tivano molto la pressione di e s p a n d e r e l ' I m p e r o . L'espansione delle strade era u n g r a n d e s t r u m e n t o p e r facilitare la conquista, men- tre apriva (letteralmente) la strada a migliori commerci - e n e l p r o c e s s o s i d o v e t t e costruire più di un ponte su a c q u e t o r m e n t a t e . P r e n d e n d o i n p r e s t i t o l e conoscenze greche, insieme a l l e p r o p r i e c o m p e t e n z e maturate per la costruzione su larga scala, le corporazioni di ingegneri e pensatori for- mularono tecniche rivoluzio- n a r i e i c u i r i s u l t a t i s o n o ancora oggi visibili e utilizza- ti. I p o n t i r o m a n i c o m e i l Pons Fabricius di Roma, costruito nel 62 d.C., sono ancora oggi in uso. Il segreto di questa longevità? Diciamo che gli archi hanno fatto per l a c o s t r u z i o n e d e i p o n t i r o m a n i q u e l l o c h e h a n n o fatto per l'industria contem- poranea gli hamburger. Il design degli archi romani era giro in macchina, nella storia. Naturalmente, non tutti i ponti romani in uso si trova- no in Italia. Ricordate che l'Impero Romano copriva p r a t i c a m e n t e l a m a g g i o r parte dell'antico mondo occi- dentale e medio-orientale. Tuttavia, mentre sognate i vostri viaggi italiani post- Covid, potreste voler visitare a l c u n e d i q u e s t e g l o r i o s e strutture di genialità romana. Il Ponte di Tiberio si erge ancora oggi orgogliosa- m e n t e s u l f i u m e Marecchia a Rimini, con i suoi cinque imponenti archi che specchiano i piacevoli riflessi degli ultimi 2000 anni. L'imperatore Augusto decretò che il ponte fosse costruito nell'anno 14 d.C., con lo scopo di garantire il p r o s e g u i m e n t o d e l l a v i a Emilia verso Nord. Tuttavia, i ponti romani non venivano costruiti in un giorno e al momento del suo completa- mento, nel 21 d.C., governava Tiberio. Sul parapetto inter- no è ancora visibile l'iscrizio- n e " D a t o d a e n t r a m b i g l i imperatori". Come un soldato esperto, questo ponte potreb- be raccontare molte storie di sopravvivenza se le sue pietre potessero parlare. L'esercito tedesco fece saltare in aria tutti i ponti sul Marecchia tranne questo; la dinamite attaccata non riuscì a far esplodere il ponte e il ponte sopravvisse. Innumerevoli inondazioni, terremoti, guer- re e devastazioni del tempo hanno lasciato qua e là solo cicatrici. La prossima volta che sarete a Rimini, prendete un gelato e fate una passeg- g i a t a o u n g i r o s u q u e s t o magnifico ponte. Già citato in precedenza, l'antico Pons Fabricius è ancora pronto a scortare i p e d o n i d a e p e r l ' i s o l a Tiberina verso la terraferma. Lucius Fabricius, curatore di strade romane, dirigeva i lavori di costruzione, e così il ponte onora il suo nome. Tuttavia, Pons Fabricius ha assunto un soprannome piuttosto morboso alla fine del XVI secolo: il Ponte dei Q u a t t r o C a p i . I l p o n t e a v e v a b i s o g n o d i e s s e r e restaurato. I quattro architet- ti incaricati litigarono all'infi- nito sul come e sul perché, ma alla fine il progetto fu completato. Papa Sisto V, stufatosi dell'ego degli uomi- ni, ordinò la decapitazione delle quattro teste. In loro onore, se così si può dire, fu posta sul ponte una statua commemorativa di quattro teste. Molto probabilmente si tratta di una leggenda urba- caratterizzato da una pietra incastrata contro la pietra, senza malta, in forma angola- re per creare resistenza alla trazione. Questo, a sua volta, p r o d u c e v a u n a p r e s s i o n e costante in grado di sostene- re un carico enorme. L'incavo dell'arco ha anche diminuito il peso della struttura, oltre a consentire il passaggio per il f l u s s o d e l l ' a c q u a e d e l l e imbarcazioni. N e l l a c o s t r u z i o n e d e l ponte romano fu incorporata anche la pozzolana, un tipo di calcestruzzo sviluppato dai Romani che rivoluzionò l'edi- l i z i a . R i c o r d a t e i l Pantheon? Pozzolana! Il calcestruzzo di cenere vulca- n i c a r e g g e v a b e n e a n c h e sott'acqua, permettendo alle palafitte di costruzione roma- na di continuare a fare il loro lavoro di edificazione fino ad oggi. Se avete mai passeggia- to sul Ponte Vecchio di Firenze, dovete ringraziare la pozzolana per l'opportunità che vi è stata offerta. Vi starete chiedendo, però, come sia stato possibile posa- re palafitte di cemento e pie- tra in acqua senza l'uso di m a c c h i n a r i m a s s i c c i o d i a r m a t u r e i n a c c i a i o . L'ingegno romano ha trovato una risposta anche a questo p r o b l e m a : l e c a s s e f o r m e . Forse non sono stati i primi ad usarle - la leggenda dice che i Persiani le conficcavano nell'Eufrate già nel 539 a.C. - ma gli ingegneri romani li hanno certamente riportati a l l a m o d a d e l l ' e d i l i z i a . I m m a g i n a t e u n ' e n o r m e struttura a botte di pali di legno (di solito alberi dece- spugliati) conficcati nel fondo del fiume o del torrente, lega- ti insieme e impermeabilizza- t i c o n a r g i l l a o c a t r a m e . L ' a c q u a v e n i v a p o m p a t a fuori, lasciando una superfi- cie di lavoro asciutta. Una volta che i sostegni del ponte erano al loro posto, si tirava la spina e le pile stavano in piedi con orgoglio, in attesa d e l c o m p l e t a m e n t o d i u n ponte. Potremmo non essere let- teralmente in grado di fare un passo indietro nel tempo, ma grazie alla padronanza dei Romani nella costruzione di ponti, siamo in grado di fare un passo, o anche un na: non esiste una storia scritta che sostenga questa storia di teste tagliate. E sì, la statua consunta è ancora lì. Anche se forse meno noto, il ponte di Porta Solestà di A s c o l i P i c e n o è u n ' a l t r a impressionante impresa di costruzione di ponti ancora o g g i i n s e r v i z i o . A t t r a v e r s a n d o i l f i u m e Tronto nel sud delle Marche sin dal I secolo d.C., il traver- tino locale conferisce a Porta Solestà un aspetto regale. Notevole allora, e notevole ancora oggi, per la sua cam- pata ad arco unico di oltre 213 piedi, il ponte presenta anche un passaggio interno che viene aperto una volta all'anno per vivere l'esperien- z a . S o n o s t a t a a d A s c o l i Piceno diversi anni fa e ho attraversato il ponte a piedi ogni giorno, condividendo la sua larghezza di 21 piedi con altri pedoni, biciclette e vei- coli. Ogni passaggio mi ha stupito, perché pensavo a tutto quello che era stato fatto prima su questo stesso percorso. Non ci sono molte altre strutture antiche, eccetto i ponti romani, che si possano toccare, su cui ci si possa ancora fermare, che si possa- no attraversare. Non perdete l'occasione. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Il Pons Fabricius, a Roma (Photo: Enzolisi84/Dreamstime) Ponti dappertutto: la meraviglia dei ponti romani