L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-30-2013

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/133491

Contents of this Issue

Navigation

Page 4 of 23

L'Italo-Americano GIOVEDÌ  30  MAGGIO  2013 PAGINA  5 Falcone e Borsellino: 21 anni fa le stragi di mafia, oggi lezione di eroismo e senso della giustizia GIovANNI zAMBIto In "Vent'anni" (Coppola editore, pagg. 128, € 12,00, collana Linea emozioni) i curatori Daniela Gambino ed Ettore Zanca hanno raccolto racconti, interviste, testimonianze, impressioni, monologhi teatrali e testi di canzone, per non dimenticare le stragi in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nonché Francesca Morvillo e gli agenti delle scorte. A 21 anni dalle stragi è tempo di riflessioni. "La domanda - scrivono i cura- La copertina di Gaetano Porcasi in che modo si collega al vostro intento? Ettore Zanca - È una copertina "cruenta" i volti di Falcone e Borsellino emergono dal sangue, ma come tutte le forme d'arte ognuno la vede a suo modo, io vedo in quel dipinto un sangue rosso come la passione della memoria viva, come una mattanza che ha cercato di occultare tutto, ma pian piano dal mare riemerge il loro volto e la loro memoria con le date accanto. Diciamo che quel quadro di Gaetano è quello che serve come I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uccisi dalla mafia tori - è stata semplice e difficile: dammi il ricordo di dov'eri e cosa facevi quando uccisero Giovanni, Paolo e le persone a loro vicine per troppo amore. È stato scomodare qualcosa che dentro di loro non ha ancora posto. Non ha pace. Sono venuti fuori ricordi con la sete di giustizia, la voglia di consegnare un mondo più onesto, l'eredità morale, o ancora scriverci sopra una canzone, riflettere che non c'è ancora un colpevole certo e che non ha pagato del tutto chi dovrebbe pagare". La scelta di testimonianze così variegate era già alla base del progetto? Daniela Gambino - Sì, volevo chiedere a persone anche, apparentemente, estranee ai fatti, alcuni fisicamente lontani da Palermo, con mestieri e formazioni differenti. È stato incredibile scoprire come avevamo condiviso la stessa angoscia, come si fa per le elaborazioni dei traumi, quelle vicende le abbiamo discusse tutti insieme. Per il 20° anniversario delle stragi ci sono state tante iniziative e commemorazioni: personalmente che idea avete percepito a Palermo in merito a questo? Ettore Zanca - Personalmente credo che ci siano stati moti d'affetto sincero dei palermitani e delle persone che ricordano Falcone e Borsellino, anche chi non era nato ma è cresciuto nel loro mito, tuttavia in negativo ho colto alcune cerimonie e frasi improntate più all'autocelebrazione dell'avere portato il proprio ego a ricordare, che non effettivamente al voler davvero essere presenti col cuore. nei film con la colonna sonora, è una colonna pittorica. Qual è il sentimento più comune delle testimonianze raccolte? Daniela Gambino - C'è una gamma di emozioni che vanno dalla speranza alla rabbia, ma tutti sono presenti, tutti sanno. Nessuno si sottrae al ricordo, siamo tutti consapevoli dell'importanza di non dimenticare. Curioso il testo di Salvatore Coppola... ce lo spiegate? Ettore Zanca - È un testo che ha di fatto suggellato una magia. Senza renderci conto, io, Daniela e Salvatore abbiamo parlato di tre fasi della loro vita in chiave narrativa, infanzia, vita e morte. La poesia/racconto di Salvatore descrive due ragazzini, che giocano a pallone contro avversari durissimi, ma poi dalla metafora trafora violentemente la realtà. Quella di un partita molto tesa e ancora aperta, con posta in palio altissima. Ma non per questo si desiste. Daniela Gambino - Significa che la partita ce la stiamo giocando, che le loro idee avanzano sulle nostre gambe, e che possiamo farcela. Daniela Gambino (Palermo 1969) scrittrice e giornalista, ha pubblicato saggi e romanzi, fra cui Le cattive abitudini (Drago edizioni, illustrato da Marco Cingolani). 101 cose da fare in Sicilia almeno una volta nella vita e 101 storie sulla Sicilia che non ti hanno mai raccontato (Newton Compton, 2009 e 2010). Ha scritto il filmdoc Storie di resistenza quotidiana, regia di Paolo Maselli, distribuito allegato al volume La spesa a pizzo zero di Francesca Forno (Altreconomia ed. 2011). Gli La copertina del libro "Vent'anni" uscito per il ventennale delle stragi ultimi libri sono i saggi Media: La versione delle donne. Indagine sul giornalismo al femminile in Italia (Effequ ed., 2011) e 10 gay che salvano l'Italia oggi (Laurana ed., 2011). Ettore Zanca, nato a Palermo nel 1971, vive a Colleferro (Roma); laureato in giurisprudenza, scrittore, blogger e giornalista online. Cura un editoriale dal titolo Fango e Stelle per la testata di informazione web Informare per Resistere ed è autore per il quotidiano online La Valle dei Templi. I suoi articoli sono tradotti e pubblicati in inglese dalla testata web Times of Sicily. Con Coppola Editore ha pubblicato il pizzino della legalità Zupì e gli infedeli, la favola di don Pino Puglisi. Vincitore del premio let- terario Il convivio, Giardini Naxos 2010, con il racconto Il colore che non esiste e del concorso Fame di parole 2012 per racconti sui disturbi alimentari, della Società Italiana di Psicologia, con Meglio essere Peter Parker. Il suo blog di racconti è http://beneficiodinventario.blogspot.it/. Gaetano Porcasi, nato a Partinico (PA) nel 1965, si è laureato all'Accademia di Belle Arti di Palermo col massimo dei voti. La sua pittura apre uno scorcio nuovo nel mondo dell'arte, infatti le sue creazioni sono veri e propri quadri antimafia, che raccontano l'epopea degli eroi che hanno dato sangue e vita per la lotta alla mafia e per la legalità. www.gaetanoporcasi.it Meno noto ma non meno coraggioso: Giancarlo Siani metteva nero su bianco prove e accuse contro la camorra Per identificare mandanti ed esecutori materiali furono necessari 12 anni e le testimonianze di tre pentiti. I responsabili stanno ancora scontando il "fine pena mai", il carcere a vita. Il 23 settembre del 1985, sotto casa sua, nel quartiere napoletano del Vomero, viene assassinato dalla camorra il giornalista Giancarlo Siani. Aveva appena 26 anni. Ma si occupava di cronaca nera, cioè di camorra, di omicidi e di intrecci malavitosi tra le famiglie che controllavano Torre Annunziata e dintorni. Non a caso fu ucciso a Napoli, nel tentativo di depistare le indagini. Stava per pubblicare un libro sui rapporti tra politica e camorra negli appalti pubblici per la ricostruzione post-terremoto del 1980. Nel 2009 è uscito il film "Fortapàsc", di Marco Risi, che racconta l'ultimo anno di vita del giornalista, interpretato da Libero De Rienzo, che nel film guida l'auto in cui è stato ucciso Siani, una Citroen Mehari verde. Il 19 settembre 2009, nel 50º anniversario dalla nascita di Sia- Il giornalista Giancarlo Siani assassinato dalla camorra a 26 anni ni, il film ha vinto ogni premio all'Invisible Film Festival di Cava de' Tirreni. Un omaggio all'uomo e al coraggio. Per lo stesso motivo la televisione italiana ha trasmesso "Fortapàsc" in seconda serata, dopo quello dedicato ai giudici Falcone e Borsellino, in corrispondenza con l'anniversario della strage di Capaci, l'attentato mafioso in cui il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Due mesi dopo ci fu la strage di via d'Amelio, la strada dove viveva la madre di Borsellino e che il giudice stava andando a trovare. Un attentato di stampo terroristico-mafioso messo in atto il pomeriggio del 19 luglio 1992, a Palermo, in cui persero la vita Borsellino, all'epoca Procuratore della Repubblica a Marsala, e la sua scorta: il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo. Si risvegliò in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni. Il segnale era chiaro: Falcone e Borsellino erano amici, colleghi e combattevano la mafia. Quattrocento chili di tritolo contro il primo giudice, altri cento per uccidere il secondo. Per uccidere Giancarlo Siani, vittima meno nota ma non meno coraggiosa, bastarono pochi colpi di pistola a distanza ravvicinata. Come il proiettile esploso contro Padre Pino Puglisi, di cui sabato si è celebrato sia l'anniversario della morte sia la beatificazione. Anche lui dava fastidio alla mafia. Perchè, come Siani, non aveva paura di condannarla, di affrontarla. La decisione di ammazzare il giornalista fu presa all'indomani della pubblicazione di un suo articolo, su "Il Mattino" del 10 giugno 1985 in cui spiegava, senza paura di mettere le sue accuse nero su bianco, le alleanze tra il boss di Torre Annunziata Gionta (sconta l'ergastolo), e il boss Nuvoletta, che era il referente in Campania della mafia di Totò Riina.

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-5-30-2013