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25 GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l delizioso mandoli- no è un simbolo della c u l t u r a e d e l l a musica napoletana che, fuori dall'Italia, è arrivato a simboleggiare il Bel Paese. Quasi due secoli di migr azioni ver so tutti gl i angoli del mondo, soprattut- to di persone provenienti dalle regioni meridionali del Paese, hanno fatto sì che, per molti, uno specifico patrimo- nio locale sia diventato un simbolo dell'Italia intera. E così, in tutto il mondo, questo bellissimo piccolo strumento tipico della tradi- zione napoletana è uno dei nostri simboli più riconosci- bili, anche se il suo uso non è comune ovunque. A l l o s t e s s o t e m p o , l a m u s i c a t r a d i z i o n a l e napoletana, di cui il man- dolino è parte importante, è alla base della musica popo- lare italiana nel suo comples- so e lo è anche di quel bel canto che il nostro Paese ha r e s o f a m o s o o v u n q u e : i n questo senso, quindi, ogni elemento della musica napo- l e t a n a è r i l e v a n t e p e r l a nostra cultura musicale, per il suo stesso sviluppo. Il nostro mandolino però, non ha sempre avuto vita facile, soprattutto negli ulti- mi decenni, quando tutto ciò che era locale, tradizionale e popolare - cioè proveniente dal popolo, in senso letterale - veniva percepito come trop- p o " p r o v i n c i a l e " p e r u n mondo culturale sempre più deciso a diventare globale e orientato all'estero. In tempi p i ù v i c i n i a n o i - p r o p r i o n e g l i u l t i m i 1 0 - 2 0 a n n i - abbiamo finalmente capito che aprirsi al mondo non significa rifiutare le nostre radici e che, anzi, andarne f i e r i e m a n t e n e r l e v i v e e vegete, è l'unico modo per essere davvero cittadini cul- turali del mondo: piedi ben piantati nelle nostre tradizio- ni, pronti a comprendere la bellezza degli altri. Ma anche se guardiamo al mandolino attraverso le lenti del valore del nostro patri- monio, la sua complessità e ricchezza rimangono in gran parte sconosciute. Dietro questo piccolo, liscio e ton- deggiante strumento a corde, c'è una lunga storia di arti- gianato liutaio, di musica e c r e a t i v i t à , c h e n o n m o l t i conoscono. La maggior parte di noi, naturalmente, ha in mente un'immagine molto specifica quando pensa al mandolino: Napoli, il Vesuvio, Pulcinella, che si vede spesso suonarlo. La sua voce è inconfondibile: c i n g u e t t a n t e , d i v e r t e n t e , c a l d a , p i e n a d e l l ' a l l e g r i a a r g e n t e a d e l l a r i s a t a , m a anche di pathos, di dolore, di lacrime, di amanti ingannati e di emigrati che sentono la mancanza della Patria. Il s u o n o d e l m a n d o l i n o è diventato la voce della musi- ca napoletana e dei suoi temi e, già in questo, bisogna rico- n o s c e r e u n o s t r u m e n t o musicale capace di dipingere con precisione le tante sfac- cettature delle emozioni e dei sentimenti umani. Non molti sanno, però, che il mandoli- no ha avuto un enorme suc- cesso anche tra i compositori c l a s s i c i , t r a c u i V i v a l d i , Mozart, Händel, Beethoven e Verdi. Questo per dire che il mandolino è più di uno stru- mento di musica popolare. Non è solo la ricchezza del suo linguaggio creativo che colpisce, ma anche la sua sto- ria, che in parte è ancora intrisa di mistero. Le sue ori- gini non sono semplici da individuare, ma la maggior parte degli storici sembra concordare sul fatto che il suo antenato fosse uno stru- mento orientale, lo oud, già c o n o s c i u t o i n e p o c a p r e - romana. Tuttavia, è nella Napoli del XVIII secolo, nelle sue strade straordinariamen- te barocche, che il nostro mandolino comincia a diven- tare famoso, grazie alla mae- s t r i a d e l l a f a m i g l i a Vinaccia, abili liutai noti non solo per la qualità, ma anche per la bellezza dei loro s t r u m e n t i : i m a n d o l i n i Vinaccia avevano corpi ricca- mente intagliati e decorati ed e l e g a n t i i n s e r t i i n a v o r i o lungo il collo. Nel 19° secolo, Pasquale Vinaccia, liutaio della Regina d'Italia, intro- dusse un sistema per regola- re la tensione delle corde nei mandolini che è ancora in uso sugli strumenti moderni. Usò anche corde d'acciaio invece di quelle d'ottone, cosa che rese il suono dei mandolini molto più chiaro. M a l a r e l a z i o n e t r a l a f a m i g l i a V i n a c c i a e i mandolini risale al XVIII secolo, quando erano già noti l i u t a i n e l l a c i t t à d i P a r t e n o p e . R i c o r d i a m o Gennaro, che lavorò tra il 1755 e il 1784, i suoi figli Antonio, Vincenzo (che produssero mandolini tra il 1767 e il 1802) e Giovanni (particolarmente attivo tra il 1767 e il 1777). Il figlio di A n t o n i o , G a e t a n o , f u responsabile dell'atelier di famiglia tra il 1779 e il 1821. A l u i s u c c e s s e P a s q u a l e Vinaccia, di cui abbiamo già parlato. Se i Vinaccia furono senza dubbio i più famosi costrut- tori di mandolini a Napoli, vi furono altri liutai attivi in città, soprattutto tra il 1720 e il 1820, segno della popola- rità dello strumento anche al di fuori dei confini del Regno di Napoli e d'Italia. Infatti, anche gli zar erano interessa- ti ai mandolini, tanto che m a n d a r o n o a c e r c a r e u n mandolinista da assumere per lavorare in Russia per l o r o : a l l a f i n e s c e l s e r o Eduardo Amurri. Tra tutte le famiglie di liutai di Napoli, però, i Vinaccia avevano, f o r s e , u n s o l o r i v a l e , i Fratelli Fabbricatore, che non erano specializzati solo nella produzione di mandoli- ni e chitarre ma anche nella stampa musicale. Se oggi si tende ad asso- ciare il mandolino alla musi- ca popolare, quella eseguita, per così dire, per strada, non è sempre stato così. Infatti, soprattutto nel XIX secolo, il mandolino era uno strumen- to d'élite, amato e suonato s o p r a t t u t t o d a l l a n o b i l t à napoletana. In realtà, anche la regina d'Italia, la Regina M a r g h e r i t a - s ì , q u e l l a Regina Margherita, colei che ha ispirato l'omonima pizza - lo suonava. Tuttavia, quando la musica napoletana fece del mandolino il suo strumento più tipico, esso divenne trop- po popolare perché i vip di quei tempi continuassero a suonarlo. Proprio in quegli anni, verso la fine del XIX secolo, emerse un'altra famo- sa famiglia di liutai napoleta- ni, i Calace. Nicola Calace, confinato a Procida per moti- vi politici, iniziò a produrre mandolini sull'isola e, dopo l a s u a m o r t e , i d u e f i g l i Antonio e Raffaele si trasferi- rono a Napoli per continuare l'attività. I fratelli Calace, però, non erano troppo in s i n t o n i a t r a l o r o , a l m e n o professionalmente, e così Antonio alla fine si trasferì negli Stati Uniti, dove conti- nuò l'attività di liutaio insie- me ad un altro immigrato napoletano, Nicola Turturro. Raffaele rimase a Napoli e divenne un famoso liutaio e compositore. D i t u t t i i g r a n d i l i u t a i napoletani, la famiglia Calace è l'unica ancora attiva. Il mandolino è uno strumento tradizionale della musica napoletana (Photo: Paulo Almeida/Dreamstime) La vita segreta del mandolino SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI