L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-18-2021

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2021 L ' u l t i m o a n n o è s t a t o t u t t ' a l t r o c h e f a v o r e v o l e per l'Italia, per il m o n d o . P e r u n Paese che dipende così tanto dal turismo (quota di mer- cato del PIL pari al 13%), la d o m a n d a i n c o m b e n t e è : come sopravviverà il settore? Anche se la risposta non è semplice, è sicuramente posi- tiva: l'innovazione e la creatività italiana trove- ranno il modo di raccogliere, r i n n o v a r e e r i m e t t e r e i n moto una vivace economia turistica. La questione non è nuova. Se un grafico dovesse descri- vere le tendenze del turismo italiano imiterebbe le monta- gne russe. I cicli economici mondiali hanno sempre avuto la loro influenza sui viaggi, ma la tendenza all'e- migrazione di italiani giovani e istruiti, negli ultimi qua- r a n t ' a n n i , h a a g g i u n t o l a beffa al danno con i maggiori effetti negativi sulle piccole città e i paesi. Non avendo molti riflettori puntati per attrarre i turisti, insieme alla mancanza della linfa vitale delle giovani famiglie, un numero sproporzionato di queste pittoresche comunità, si è sbriciolato in dolci ricor- di. Era la fine degli anni '70 quando una serie di gravi ter- remoti devastò i piccoli paesi della Carnia, una regione del Friuli Venezia-Giulia già in difficoltà. Alcuni anni dopo, un giovane consulente d i m a r k e t i n g t u r i s t i c o d i nome Giancarlo Dall'Ara fu incaricato di ideare un piano per il rilancio della zona, sia fisico che economi- co. Acutamente concentrato sui tesori della tradizione e della cultura già esistenti in questi villaggi, Dall'Ara pro- p o s e u n n u o v o c o n c e t t o : prendere ciò che è vecchio e rinnovarlo. Piuttosto che demolire e ricostruire, rico- struire le abitazioni esistenti trasformandole in stanze per gli ospiti sparse nel cuore del villaggio, collegate a un cen- tro reso spazio comunitario condiviso per riunirsi e man- giare. Gli ospiti avrebbero sostenuto l'economia locale mentre assaporavano l'espe- rienza della vita del villaggio. Dall'Ara battezzò il suo con- cetto Alberghi Diffusi. La visione non si limitava semplicemente a resuscitare edifici vuoti e a sperare che i turisti si presentassero per riempire le stanze, ma un'i- dea più ampia di creare una comunità all'interno di una comunità, con benefici bila- terali. Il modello degli alber- ghi diffusi di Dall'Ara facili- tava l'opportunità per i visi- tatori di diventare tempora- neamente "gente del posto", di calarsi nei ritmi della vita rurale italiana quotidiana. In questo modo il denaro sareb- b e a r r i v a t o n e i v i l l a g g i m o r e n t i , s a r e b b e r o s t a t i creati nuovi posti di lavoro e aperte nuove imprese, i vil- laggi potevano essere ripopo- lati in modo sostenibile, e gli abitanti della città sarebbero diventati parte integrante del modello, interagendo con gli ospiti che diventavano vicini provvisori. Ora professore di marke- ting, Dall'Ara considera il suo modello un "motore di svi- luppo". L'architettura secola- re viene restaurata riutiliz- zando il più possibile il mate- riale originale; i produttori locali e i residenti sono coin- volti nell'approvvigionamen- to di cibo e nella fornitura di servizi; le tradizioni e la cul- tura locale sono condivise e rilanciate: l'epitome del viag- g i o l e n t o e a u t e n t i c o . "Incoraggiare uno scambio tra i viaggiatori che vogliono conoscere un territorio, e la gente del posto che apre loro le porte per condividere il proprio patrimonio e la pro- p r i a t r a d i z i o n e - a f f e r m a Dell'Ara - ...[permette] ai visitatori di sperimentare il lato più autentico, e sfuggen- te, dell'Italia: la vita quotidia- na nei suoi piccoli centri". Se l'idea iniziale è nata nel 1982, c'è voluto un po' di t e m p o p e r c h é i l m o d e l l o degli alberghi diffusi pren- desse piede. In parte a causa del metodo italiano di dele- gare il controllo sulle linee guida del turismo alle singole regioni e in parte a causa della natura vasta e delle spe- cifiche del progetto, il primo modello completato della visione di Dall'Ara non ha visto la realizzazione fino al 1996. Per qualificarsi come albergo diffuso, occorre uti- lizzare un'architettura stori- ca, restaurata sul modello originale. Aree comuni come la reception e il check-in, la z o n a p r a n z o e i l l u o g o d i ritrovo della comunità - "la piazza dell'albergo", come dice Dall'Ara - devono essere realizzati, tutti entro 200 metri dalle camere sparse. M a n o n p r e o c c u p a t e v i d i passare la notte in una glo- riosa stalla per asini; le siste- mazioni devono essere al livello di un hotel a 3 stelle o superiore. La mescolanza omogenea di residenti e ospi- ti è la chiave per lo sviluppo sostenibile di queste piccole città, oltre che essere cruciale per l'esperienza "vivere come una persona del posto". Quando la tendenza degli alberghi diffusi ha comincia- to a prendere piede, il biso- g n o d i o r g a n i z z a z i o n e è aumentato per preservare gli ideali del movimento. Il rico- noscimento del governo ita- liano è arrivato nel 1998, e l'anno 2006 ha visto la crea- zione da parte di Dall'Ara d e l l ' A s s o c i a z i o n e N a z i o n a l e A l b e r g h i Diffusi. Parte della missione dell'associazione include il supporto internazionale per altri Paesi che desiderano emulare il metodo, ne sono in corsi diversi, così come la promozione e il mantenimen- to degli ideali originali in Italia. Ad oggi, ci sono 150 alberghi diffusi in tutte le regioni d'Italia tranne tre - un fatto che porta gioia all'anco- ra molto coinvolto Dall'Ara. "È un motore di sviluppo sostenibile per un piccolo paese, per una regione e per il nostro Paese", spiega. Nessuno avrebbe potuto prevedere la crisi che ha col- pito l'industria turistica ita- liana con l'inizio del Covid- 19. Le restrizioni imposte ai grandi alberghi e ai resort, ai siti storici affollati, ai raduni di massa nei musei e cose simili, hanno lasciato buchi economici enormi. Il concet- to di alberghi diffusi, tutta- via, sembra fatto su misura in tempo di pandemia senza d o v e r c a m b i a r e n u l l a . L e c a m e r e s o n o l i m i t a t e , g l i ospiti sono sparpagliati, e le località rurali offrono lo spa- zio che solo un ambiente del genere può dare. Infatti, un recente mini sondaggio tra i proprietari riflette il boom degli affari durante l'alta sta- gione dell'anno scorso grazie ai turisti italiani e a quelli provenienti da altri Paesi del nord Europa. L'ottimismo che questa tendenza salutare continuerà è solo leggermen- t e s m o r z a t o d a l l e r e c e n t i restrizioni governative con le zone arancioni e rosse. Con le speranze riposte nel ritorno dei turisti americani in esta- te, il futuro degli alberghi dif- fusi sembra ancora più roseo. Per coloro che preferireb- bero essere accolti come tem- poranea gente del posto in un villaggio italiano piuttosto che in un hotel di lusso, il sito web dell'associazione (alber- ghidiffusi.it) fornisce una mappa interattiva delle loca- l i t à r e g i o n e p e r r e g i o n e . Leggendo i nomi di città mai sentite nominare più come una lezione di vocabolario, è più che altro una questione di scegliere mare o montagna, c a s t e l l o o a p p a r t a m e n t o . Forse è dai tempi dei cavalie- ri in scintillanti armature che questi villaggi, grazie alla visione creativa di Giancarlo Dall'Ara e alla sua fede nei tesori nascosti delle piccole città italiane, non avevano la promessa e la protezione di un futuro roseo. "Quando sei ospitato in un albergo diffuso, non stai solo acquistando uno scambio di servizi. Stai iniziando – dice Giancarlo Dall'Ara - un rap- porto umano". Vacanza in un bellissimo trullo, parte di un albergo diffuso (Photo: Adrea/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Alberghi Diffusi: proporre il turismo italiano un luogo alla volta

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