L'Italo-Americano

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23 GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Colorati e allegri coriandoli (Photo: Leonardoboss/Dreamstime) N oi li chiamia- m o c o r i a n - doli , il resto d e l m o n d o l i chiama "con- fetti", ma sono la stessa cosa: quei piccoli dischi di carta colorata che riempiono alle- gramente l'aria e le strade a Carnevale in Italia, e in ogni occasione di festa ovunque. Infatti, mentre i coriandoli sono comuni in tutti i tipi di c e l e b r a z i o n e a l l ' e s t e r o , i coriandoli italiani sono tutti per il Carnevale. Quello che forse non molti sanno, però, è c h e l ' a b i t u d i n e d i u s a r e i coriandoli è un'invenzione tutta italiana. Durante il Rinascimento, la gente era solita celebrare le sfilate di Carnevale lancian- dosi l'un l'altro fiori, arance e g u s c i d ' u o v o r i e m p i t i d i essenze: era divertente e si inseriva bene in quell'atmo- sfera di "allegria" tipica del- l'evento. Inutile dire che era anche un enorme spreco di cibo. Il botanico fiorentino d e l X V I s e c o l o Giovanvettorio Soderini fu il primo a menzionare un importante cambiamento nella pratica, quello di usare semi di coriandolo zuc- cherati (coriandolo in italia- no) invece di generi alimenta- ri più costosi. Queste piccole caramelle presero il nome dei s e m i d i c u i e r a n o f a t t e , e divennero note come corian- doli. I coriandoli originali appartengono alla categoria dei confetti (una caramella solitamente ricoperta da un guscio di zucchero) che è il m o d o i n c u i c h i a m i a m o i coriandoli in inglese. Quindi possiamo dire che anche i coriandoli inglesi vengono dall'Italia. I coriandoli erano cara- melle che la gente lanciava durante le sfilate di Carnevale nei giorni gloriosi del nostro Rinascimento, ma qual è la storia dei dischi di carta che usiamo oggi? Beh, anche se certamente più economici dei fiori e delle a r a n c e , a n c h e i s e m i d i coriandolo zuccherati erano piuttosto costosi, e non tutti potevano permettersi di spre- carne così tanti per un giorno di allegria per strada. Così, nei decenni successivi, lo zuc- chero fu sostituito da gesso colorato. Alcuni in realtà dicono che i semi furono eli- minati completamente e che i coriandoli furono, per un po', solo piccole palline di gesso colorato. Ma se vogliamo f i n a l m e n t e i n c o n t r a r e i moderni coriandoli/confetti, d o b b i a m o a n d a r e a v a n t i veloce fino alla fine del XIX secolo: era il 1876 quando il giovane Ettore Fenderl di T r i e s t e , n e l t e n t a t i v o d i risparmiare altro denaro, decise di ritagliare della carta e di usare quella al posto dei p i ù c o s t o s i c o r i a n d o l i d i gesso. In verità, è emerso, che Ettore non è stato il primo a pensarci: un anno prima, E n r i c o M a n g i l i d i Crescenzago, vicino a Milano, aveva usato come coriandoli dei ritagli di carta avanzati dalla bachicoltura. Ma da dove viene agli ita- liani l'abitudine di lanciarsi piccoli oggetti durante le feste? Beh, in realtà è una tra- dizione che abbiamo eredita- to dagli antichi greci, che lan- ciavano foglie e petali di fiori agli atleti vittoriosi, agli eroi di guerra, agli sposi e anche d u r a n t e i c o r t e i f u n e b r i . L'abitudine è ben documen- tata nella cultura occidentale, ma le ragioni che stanno die- t r o n o n s o n o c o s ì c h i a r e : alcuni antropologi credono che fosse un modo simbolico per le masse di partecipare a marce trionfali con i loro eroi, essendo fiori e foglie il simbo- lo dei regali. Altri, invece, preferiscono una spiegazione più esoterica, sottolineando i poteri magici di piante e fiori nelle antiche civiltà mediter- ranee e anche più tardi, fino al Medioevo. È c h i a r o c h e i c o r i a n d o l i / c o n f e t t i s o n o un'invenzione molto italiana, con profonde radici mediter- ranee. Per essere onesti, in E u r o p a i c o r i a n d o l i s o n o davvero un affare tutto italia- no anche per quanto riguarda la loro produzione. La patria d e i c o r i a n d o l i è P o r c e l l e n g o d i P a e s e , appena fuori Treviso, dove il signor Franco Carnevale (sì, è il suo nome!) li fa dal 1982. Ci spiega come, per fare dei buoni coriandoli, si deb- bano "mescolare due diversi tipi di carta. Usiamo solo vec- chi manifesti cinematografici provenienti da due tipografie romane, perché sappiamo che sono di buona qualità. A questi, aggiungiamo carta fatta apposta in colori come il rosa, il verde e il viola... non troppo brillante, così sono più economici..." Il signor C a r n e v a l e v e n d e i s u o i coriandoli in tutta Europa; la produzione va forte da set- tembre alla fine del Carnevale italiano, mentre il resto del- l'anno è dedicato a pianifica- zione, organizzazione e con- tabilità. Curiosità italiane: perché usiamo i coriandoli per Carnevale? A nche se sfilate e balli sono fuori discussione, il Carnevale non ha alcuna inten- zione di prendersi l'anno libero. Con Venezia e altre città che vanno completa- mente in rete con le loro tra- dizionali mascherate, e le pasticcerie - e le famiglie - di tutto il paese che friggono chiacchiere come se non ci fosse un domani, l'atmosfera è quella giusta nonostante le restrizioni. I l v o c a b o l a r i o d e l Carnevale italiano è vario e r i c c o , a c o m i n c i a r e d a l l a parola Carnevale, natural- mente. In Italia, Carnevale ( C a r - n a i - v a h - l a i ) h a u n significato molto specifico. Mentre in inglese "carnival" può anche significare una festa generale o una celebra- zione in cui si balla, si sfila e ci si maschera, il Carnevale italiano è solo quello che avviene la settimana prima dell'inizio della Quaresima. La parola stessa lo simboleg- g i a , p o i c h é d e r i v a d a l l ' e - spressione latina carnem levare, ovvero togliere la carne dalla propria dieta, che è ciò che tradizionalmente i cattolici fanno durante la Quaresima. Il Carnevale è u n p e r i o d o d i a l l e g r i a e divertimento prima dei 40 giorni di penitenza che por- tano alla Pasqua. Allegria, scherzi e costumi, ma anche tanto buon cibo ricco. In tutta Italia, i leggeri e deliziosi involucri di pasta sottile e fragrante, semplici o ripieni di marmellata, sono forse il più tipico di tutti i d o l c i d i C a r n e v a l e : n o i l i c h i a m i a m o c h i a c c h i e r e ( k i a h - k i a i - r a i , m a a n c h e bugie o frappe, a seconda della regione), che significa "pettegolezzi", "chiacchiere". Le leggende dicono che furo- no fatte per la prima volta da R a f f a e l e E s p o s i t o , c u o c o napoletano che lavorava per l a r e g i n a M a r g h e r i t a d'Italia: un giorno, la monar- ca gli chiese di creare qualco- sa da mangiare con i suoi ospiti, o come diremmo noi, mentre faceva una chiac- c h i e r a t a c o n g l i o s p i t i . I n v e n t ò q u e s t i d e l i z i o s i biscotti e scelse il nome ispi- rato all'occasione in cui furo- no serviti per la prima volta. ...Cos'altro è tipico del Carnevale? Le maschere, naturalmente! Maschera (mah-skai-rah) deriva dalla p a r o l a l a t i n a m e d i e v a l e masca, che significa "strega". La maschera viene usata per nascondere e camuffare, pro- p r i o c o m e q u a l c o s a c h e farebbe una strega, ed è così che è nata la parola! Per Carnevale mi travesto da Dracula. I'm going as Dracula for Carnevale. Facciamo due chiacchiere mangiando chiacchiere! Let's chat and have chiac- chiere! Con quella maschera non ti avevo riconosciuto! I didn't recognize you with that mask on! Parole del giorno: mix carnevalesco! Chiacchiere di Carnevale: un dolce da regina! (Photo: sante parents/Dreamstime)

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