L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-18-2021

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www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI GIOVEDÌ 18 MARZO 2021 Nel 2020 calo degli occupati senza precedenti: persi 456mila posti Superati i 100mila morti per Covid e l'Italia fa peggio del resto d'Europa A poco più di un anno dall'i- nizio della pandemia, l'Italia ha superato i 100 mila morti di Covid. Il Paese ora è primo per numeri assoluti nell'Unione Europea. Fanno peg- gio gli Usa (537 mila morti), Brasile (265 mila), Messico (190 mila), India (157 mila) e Regno Unito (124 mila). A livello glo- bale inoltre, l'Italia è al terzo posto per tasso di letalità, cioè per rapporto percentuale tra decessi e contagi certificati, che è del 3,31% secondo i dati della Johns Hopkins University aggiornati a inizio mese. Il dato è tra i più alti del mondo, inferiore solo a Messico (8,93%), Iran (3,66%) e Perù (3,50%). Nel 2020 il totale dei decessi è stato il più alto mai registrato dal secondo Dopoguerra: 746.146 decessi, oltre centomila in più rispetto alla media 2015- 2019 a conferma dell'incidenza della pandemia. Il bilancio della prima ondata è particolarmente pesante per la Lombardia, con una mortalità cresciuta del 111,8%, mentre per tutte le altre Regioni del Nord l'incremento dei morti tra marzo e maggio si attesta tra 42 e 47%. N egli ultimi giorni, com- plice la circolazione mas- siccia delle varianti del virus, in primis quella inglese e poi quella brasiliana, sono aumentati i nuovi casi e i ricove- ri in terapia intensiva, che hanno portato gran parte delle regioni di nuovo alle prese con misure restrittive e ospedali al collasso. Sono aumentati anche i decessi, che negli scorsi mesi non sono tuttavia mai scesi sotto i 200 giornalieri. La regione che ha registrato il maggior numero di vittime è ancora una volta la Lombardia, seguita da Emilia Romagna e Veneto. Il governo ha disposto nuove restrizioni (tranne la Sardegna, il resto del Paese è tutto in zona rossa o arancione) e preannun- ciato il lockdown in occasione delle feste pasquali. Poichè la terza ondata sta mietendo contagi soprattutto tra i più giovani, chiuse anche le scuole in presenza. Per almeno due settimane 6,9 milioni di stu- denti seguiranno le lezioni in Dad (didattica a distanza): otto su dieci (81%) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole sta- tali e paritarie. La scorsa settima- na erano già 5,7 milioni. L'incremento è concentrato soprattutto in tre regioni: Lazio, Veneto e Piemonte. Il quadro non è omogeneo sul territorio: il virus costringe a casa il 95% degli studenti del Nord e meno di due su tre nel Mezzogiorno. Al Centro ci si attesta sulla media nazionale di 8 su 10. Le regioni più interessate da questa chiusura totale e con quantità notevoli di ragazzi a casa sono la Lombardia con 1.401.813 alunni in Dad, la Campania con 944.993, il Lazio con 821.329, il Veneto con 680.096, l'Emilia Romagna con 620.423, la Puglia con 585.344, il Piemonte con 573.231. Chiusi inoltre tutti i negozi non essenziali e stop a sposta- menti nelle regioni zona rossa: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Veneto e nella Provincia autonoma di Trento. Limitazioni minori nelle zone arancioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Sicilia, Umbria, Toscana, Valle d'Aosta e Provincia di Bolzano (che ha restrizioni locali da zona rossa). Troppi contagi: scuola a distanza e lockdown N el 2020 le dinamiche del mercato del lavoro sono state profondamente influenzate dall'emergenza sani- taria. In media annua si osserva un calo dell'occupazione senza precedenti. Sono 456mila (pari a -2,0%) i posti di lavoro andati persi, per la maggior parte con- tratti a termine. Contestualmente, si è registra- ta una forte diminuzione della disoccupazione (-271 mila, - 10,5%) e un intenso aumento degli inattivi di 15-64 anni (+567 mila, +4,3%). Inoltre, la diminu- zione delle posizioni dipendenti (-1,7%) e del monte ore lavorate (-13,6%), così come l'aumento del ricorso alla Cig (+139,4 ore ogni mille lavorate), sono risulta- ti più marcati nel comparto dei servizi rispetto a quello dell'in- dustria. Il tasso di occupazione, che nel 2018 e 2019 aveva rag- giunto il massimo storico, è sceso al 58,1% (-1,0 punti per- centuali rispetto al 2019) ed è tornato ai livelli del 2017.Dal lato delle imprese, la crescita congiunturale per le posizioni lavorative dipendenti si ferma a +0,3%. (Ph © Pramote Polyamate | Dreamstime.com) A l Sud il fenomeno è più diffuso, ma è nelle regioni settentrionali che è cre- sciuto maggiormente. Colpiti soprattutto i lavoratori tra i 35 e i 44 anni e le famiglie numerose. Complessivamente si tratta di circa 5,6 milioni, il 9,4% della popolazione. Con la pandemia e l'impatto economico del lock- down la povertà assoluta è torna- ta a crescere. Precisando che la "povertà assoluta" è la condizione di chi ha introiti che si collocano sotto la soglia identificata da un panie- re di beni e servizi considerati essenziali e che consente spese minime per un vita dignitosa, il numero delle persone in diffi- coltà economica ha toccato il record dal 2005. Le stime preliminari Istat sul 2020 indicano valori in aumento sia tra le famiglie, con oltre 2 milioni di nuclei coinvolti, sia tra i singoli individui: sono 5,6 milioni, 1 milione in più rispetto al 2019. Il 9,4% della popolazio- ne, contro il 7,7% dell'anno prima. L'incremento riguardaso- prattutto il Nord, dove vivono ben 720mila "nuovi poveri" con- tro i 185mila in più del Sud, e i centri delle aree metropolitane. Le più penalizzate sono le famiglie numerose: per quelle con almeno cinque componenti l'incidenza è aumentata di oltre quattro punti salendo al 20,7%. Tra le famiglie composte da stra- nieri la quota sale al 25,7%, più di una ogni quattro, anche se l'80% dei 335mila nuclei preci- pitati sotto la soglia di povertà è composto solo da italiani. Il peg- gioramento è stato più marcato al Nord, che conta 218mila fami- glie in più in condizioni di indi- genza su 335mila totali. Il Sud resta comunque l'area dove la povertà assoluta è più elevata: coinvolge il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del Centro e il 7,6% del Nord. L'Istat registra anche una flessione senza precedenti per i consumi. La spesa media mensi- le delle famiglia torna ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Stabili solo le spese alimentari e per l'abitazio- ne, diminuiscono quelle per altri beni e servizi (-19,2%). Un milione di italiani in più diventano poveri Misure restrittive per contenere il contagio da Covid (Ph governo.it)

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