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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 29 APRILE 2021 S ono passati dodi- ci anni da quella tragica notte tra il 5 e il 6 aprile quando un terre- moto catastrofico ha colpito l ' A b r u z z o , m e t t e n d o i n ginocchio il capoluogo di regione, L'Aquila, e diverse altre località. Trecentono- v e p e r s o n e n o n s i s o n o s v e g l i a t e d a l b u i o d i u n a notte che era iniziata come tutte le altre. Trecentonove persone sono state ricorda- te, quest'anno come negli scorsi undici, in una toccan- te commemorazione che, a causa di Covid-19, è stata un po' diversa da quella abitua- le: per il secondo anno con- s e c u t i v o , l a t r a d i z i o n a l e veglia a lume di candela non ha potuto aver luogo ed è stata sostituita dalla toccan- te presenza di piccole cande- le accese sui davanzali delle finestre, non solo dove il ter- r e m o t o h a c o l p i t o , m a i n tutto il paese. Una bella luce blu è stata proiettata verso il cielo dalla piazza principale dell'Aquila mentre il nome di ogni vitti- ma veniva letto ad alta voce. Toccante l'accensione di un calderone, il fuoco che sim- boleggia la catarsi e il biso- gno di ripartire: qualcosa di tanto più significativo in questi tempi di pandemia e di morte. Lo ha fatto una g i o v a n e v i g i l e d e l f u o c o , F r a n c e s c a d i N i n o , l e i stessa un simbolo: perché i vigili del fuoco, nei momenti p i ù d r a m m a t i c i d i q u e l l a tragedia - e di tante altre nel nostro Paese - hanno salvato e protetto vite, compassio- nevoli e coraggiosi sempre, umili eroi dei nostri giorni e dei nostri tempi. Le campa- ne hanno suonato, più tardi, trecentonove volte, alle 3.32, l'ora stessa in cui, 12 anni fa, la terra uccideva. Commemorare è impor- tante, ma dobbiamo guarda- re al futuro con speranza, a L'Aquila, perché, anche se c'è ancora molto da fare, la vita è tornata nelle strade della città. A poco a poco, dice chi ci vive e lavora, un senso di normalità ha ricominciato a permeare la città. Lo stru- scio, quel camminare su e giù per i portici di Corso Vittorio Emanuele, è ripre- so, naturalmente con tutte le l i m i t a z i o n i i m p o s t e d a l coprifuoco e dal distanzia- mento dovuto alla pande- m i a . L a g e n t e p r e n d e d i n u o v o i l c a f f è a l b a r , e i rumori provenienti dai tanti cantieri in giro per la città sono più una musica che un fastidio: significano che la ricostruzione è in corso, che L'Aquila sta per avere il suo nuovo Rinascimento. Certo, c'è ancora molto da fare, sia a L'Aquila che nelle tante frazioni e paesi che la circondano, che hanno sof- ferto ugualmente a causa del terremoto: in città, il 60% degli edifici pubblici e dei m o n u m e n t i è s t a t o r i c o - struito: c'è tanto altro lavoro in attesa. L'85% delle abita- zioni private, invece, è pron- to, e questo dà alla comunità una speranza e un motivo per guardare al futuro. Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell'Aquila, ha sottolineato l ' i m p o r t a n z a d i v i v e r e e l a v o r a r e i n s i e m e c o m e comunità: la ricostruzione come evento di "comunità", così come battere la pande- m i a s a r à i l l a v o r o d e l l a "comunità": è in momenti come questi che l'importan- za dell'unità e dei legami significativi diventa ancora più evidente, ha sottolineato. Petrocchi ha messo insieme il terremoto e la pandemia, definendoli entrambi una "tragedia condivisa", perché i morti del terremoto "non appartengono solo alla loro famiglia, ma sono e saranno sempre le nostre sorelle e fratelli". Così come la lotta alla pandemia non può esse- re opera solo di una parte della popolazione: "Il com- portamento virtuoso di alcu- ni di noi non è sufficiente, se viene annullato dal compor- tamento dannoso di altri", conclude. Petrocchi ha ricor- dato alla comunità che, que- st'anno, il dolore del terre- moto è anche il dolore di oggi, causato dalle tante vit- time - 160 solo a L'Aquila - del coronavirus. Ma come dicevamo, c'è molta speranza a L'Aquila a 12 anni dalla tragedia, ed è il s u o s i n d a c o P i e r l u i g i Biondi che, forse, lo dice meglio: "La bellezza della città ha ricominciato a bril- lare. Per quanto riguarda la ricostruzione, da adesso è tutto in discesa. Si vede la l u c e i n f o n d o a l t u n n e l " . Molte persone in città sono tornate nelle loro case e il r e s t o d o v r e b b e e s s e r e i n grado di farlo entro la fine di quest'anno. Come abbiamo detto, c'è ancora un po' da fare per i monumenti e gli edifici pubblici, ma L'Aquila è sulla strada giusta. Le cose sono andate più lentamente nelle zone circo- stanti, nei 56 comuni colpiti altrettanto - se non di più - dell'Aquila stessa. Qui, circa 1/3 dei lavori necessari sono t e r m i n a t i , 7 . 5 9 2 s u o l t r e 23.000, e ci sono 662 can- tieri aperti, con un investi- mento di quasi 2 miliardi di euro (2,4 miliardi di dollari). 185 interventi sono già stati approvati per la ricostruzio- ne di edifici pubblici, con un investimento di 70 milioni di euro (83 milioni di dolla- r i ) . P i ù d i 1 0 0 m i l i o n i d i euro (circa 120 milioni di dollari) sono stati previsti per la messa in sicurezza e, se necessario, per la rico- struzione delle scuole. D o d i c i a n n i s o n o u n tempo lungo, ma nella vita di una città - una città fon- data da Federico II, che ha q u a s i 1 0 0 0 a n n i - n o n è niente. Molti altri saranno gli anni di rinascimento, bel- lezza e fioritura per L'Aquila, e m o l t i a l t r i s a r a n n o i momenti di felicità e sere- nità per la sua gente. SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI L'Aquila: dodici anni dopo La Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila (Photo: Sergio Feola/Dreamstime)