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GIOVEDÌ 29 APRILE 2021 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Mattarella: '25 Aprile spartiacque imprescindibile nella storia nazionale. I valori della Resistenza ci tengono uniti' S i è concluso con un "Viva la Repubblica" il messag- gio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76° anniversario della Liberazione dell'Italia dal- l'occupazione nazista e dal regi- me fascista, che fa i conti con un Paese provato dalla pandemia, dai lutti, da un numero ancora molto alto di contagiati e ricove- rati e da un clima di stanchezza, senza contare le pesanti ricadute economiche causate dai contrac- colpi sul mondo del lavoro. "Sono passati 76 anni da quando - ha detto Mattarella - il 25 aprile 1945 la voce di Sandro Pertini lanciava, dai microfoni Radio Milano Liberata, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e del Corpo Volontari della Libertà il procla- ma di insurrezione nazionale contro le truppe nazifasciste. Una data simbolica della guerra di Liberazione, scelta dalla Repubblica Italiana per ricordare la conclusione del conflitto san- guinoso, la fine della brutale e spietata occupazione nazista, il crollo definitivo del fascismo. Questa giornata, per gli italia- ni, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell'umanità sulla barba- rie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948. Il 25 aprile rappresenta uno spartiac- que imprescindibile nella nostra storia nazionale. L'Italia – affrancatasi, con il sangue di migliaia di martiri, da vent'anni di dittatura e di oscu- rantismo – tornò a sedersi nel novero delle nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo la guerra sanguinaria in cui era pre- cipitata con il fascismo. Le conquiste politiche, socia- li, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazio- ne, di cui oggi godiamo, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile. E, grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza, furono estesi a tutti, senza eccezioni. A chi partecipò al movimento di Liberazione, a chi lo sostenne, a chi se ne sentì estraneo, anche a chi lo com- batté. Quando, dopo l'8 settembre, le truppe di Hitler invasero l'Italia, mutilandone l'integrità territoriale, imponendo un giogo di brutalità, stermini, eccidi, deportazioni, con la collabora- zione complice dei fascisti, migliaia e migliaia di italiani, militari e civili, compresero che la Patria in cui voler vivere e per cui si poteva anche morire, non poteva che essere una Patria libe- ra, democratica, fondata sul dirit- to, sulla pace, sulla convivenza. Il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella (Ph. Quirinale.it) nostra democrazia. La Resistenza come laboratorio dove si speri- mentò l'incontro e la collabora- zione tra le grandi forze popolari, tra le diverse posizioni e culture politiche. La Resistenza come grande serbatoio di istanze mora- li. È bene oggi chiedersi, dopo tanti anni, quale traccia sia rima- sta di questa consapevolezza. Cosa significhi oggi, soprattutto per le generazioni più giovani, parlare di Resistenza. Ed è tanto più necessario in un tempo come quello che viviamo, nel quale l'orizzonte appare oscurato dall'angoscia, il futuro nascosto dall'incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pande- mia. Io credo che questa traccia sia tuttora ben presente e chiara. E credo anche che, allontanandoci sempre più nel tempo da quell'e- sperienza così decisiva, siamo in grado di comprendere, con le lenti della storia, cosa fu davvero la Resistenza e perché essa è diventata patrimonio di tutti; e premessa della rinascita demo- cratica. Resistere allora significò combattere, rischiare di morire. Ma significò anche curare, acco- gliere perseguitati, testimoniare la propria umanità. Significò scrivere e parlare. Preparare con le idee nuove il tempo della libertà per tutti. Significò corag- gio e speranza. Nel momento più buio e drammatico della nostra storia molti italiani, a prescindere dalle appartenenze politiche, culturali e religiose, risposero prima di tutto alla loro coscienza per opporsi alla violenza, alla ditta- tura, all'ingiustizia. In nome della libertà. Resistere fu anzitutto un'as- sunzione di responsabilità perso- nale, talvolta pagata con la vita. Una disponibilità al sacrificio, una scelta rischiosa fatta come atto di amore per la Patria, per la propria comunità. Un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo. Questo è il lascito più vivo della Resistenza, il cui valore morale si è proiettato anche oltre il significato storico e politico di quella esperienza. Ed è per que- sto che quel patrimonio di ideali e di valori ha continuato a parlar- ci così a lungo e ci sostiene, oggi, nelle difficoltà del presen- te. Vorrei dire soprattutto ai gio- vani di oggi: il ricordo, la consa- pevolezza del dolore, dei sacrifi- ci, dei tempi bui che, nel corso del tempo, abbiamo più volte attraversato, ieri come oggi, ci tengono uniti. Ci fanno ricono- scere nel nostro comune destino. Quel ricordo è il cemento che tiene insieme la nostra comu- nità". Furono i valori di pietà e di civiltà della nostra gente, la ribellione contro la prepotenza e la furia cieca e devastatrice, a provocare le tante rivolte in molti paesi e città dell'intero ter- ritorio nazionale. Furono senti- menti semplici di solidarietà, di repulsione contro la crudeltà, a muovere gran parte della popola- zione a resistere, a sostenere materialmente i partigiani o l'e- sercito alleato, a boicottare i nazifascisti, a nascondere in casa un ebreo, un renitente o un sol- dato alleato, pur sapendo che questa scelta di umana solida- rietà poteva mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari. Fu il senso dell'onore e del- l'amor patrio a far preferire a seicentomila militari italiani la terribile, e spesso mortale, deportazione nei lager in Germania, piuttosto che combat- tere a fianco degli oppressori e degli aguzzini. La crudeltà praticata dai nazi- fascisti anche contro anziani, donne e bambini inermi – come abbiamo sentito poc'anzi nella terribile testimonianza rievocata poc'anzi da Greta Scarano – non fiaccò l'aspirazione alla libertà, ma, anzi, rafforzò il coraggio e la determinazione di chi decise di opporsi. Rinascita, unità, coesio- ne, i sentimenti che hanno con- sentito al Paese di archiviare con la Liberazione una pagina nefa- sta della sua storia. Una memoria consapevole che guarda al futuro. Quest'anno celebreremo anche i 75 anni della Repubblica. La Repubblica che ha avuto ori- gine dalla Resistenza. Per molti anni, dopo la guer- ra, questa affermazione è stata ripetuta e ha accompagnato il processo di consolidamento della Il Presidente Mattarella in occasione delle celebrazioni del 76° Anniversario della Liberazione (Ph Quirinale.it)