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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 13 MAGGIO 2021 S e vi capita di tro- varvi sdraiati su u n a d e l l e b e l l e spiagge lungo la c o s t a v e r s i l i e s e nel nord della Toscana, sarà impossibile non ammirare le m a e s t o s e A l p i A p u a n e . Sarebbe facile pensare che le superfici bianche sulle mon- tagne più alte siano neve e molti fannp questo errore, nonostante le torride tempe- rature estive sulla spiaggia. È davvero notevole pensa- re che questa sia l'origine di alcune delle più belle finiture di marmo che decorano chie- se, cattedrali, famose scultu- re di marmo o, semplicemen- te, il marmo che si trova nelle cucine e nei bagni di tutto il mondo. Il nome "marmo b i a n c o d i C a r r a r a " è diventato un marchio, sino- nimo di arredamento di lusso e di edifici e mobile di alta gamma. I l m a r m o b i a n c o d i Carrara ha mantenuto il suo prestigio per migliaia di anni; fu duemila anni fa che gli antichi Romani rimossero per la prima volta lo strato di alberi e il tappeto erboso che vestiva le montagne per rive- lare la preziosa pietra bianca che giaceva sotto. I Romani presero possesso di Carrara e dei suoi dintorni (un tempo chiamati Luni) e delle Alpi nel 180 a.C., dopo aver con- quistato il territorio di una popolazione celtica che si era stabilita nella zona. Il marmo di Carrara rifornì l'impero romano per la costruzione di molti monumenti famosi che i turisti ammirano oggi. Il Pantheon e la Colonna T r a i a n a a R o m a s o n o c o s t r u i t i i n m a r m o d i Carrara, così come il Portico di Ottavia. L'imperatore Augusto è noto per aver detto con orgoglio: "Ho trovato Roma una città di mattoni e l ' h o l a s c i a t a u n a c i t t à d i marmo". Anche molte sculture del Rinascimento (il David di Michelangelo per citarne u n a ) f u r o n o s c o l p i t e i n m a r m o d i C a r r a r a . Michelangelo è noto per aver visitato le cave molte v o l t e d u r a n t e l a s u a v i t a (visse fino a 90 anni) e ogni volta rimaneva nella zona per almeno 4-5 mesi per cercare e trovare il perfetto blocco di marmo da usare per le sue s c u l t u r e . M i c h e l a n g e l o richiedeva il marmo bianco p u r o S t a t u a r i o d i Carrara, che è caratterizzato dal colore bianco latte puro, che lo rende molto prezioso. L a p r i m a v o l t a c h e Michelangelo visitò le Alpi Apuane fu quando stava cer- cando il marmo perfetto da usare per scolpire la Pietà vaticana - l'unica scultura che Michelangelo abbia mai f i r m a t o , c h e o r a s i t r o v a all'interno della Basilica di San Pietro, a Roma. Si tratta di una bellissima opera d'ar- te, raffigurante la Vergine M a r i a c h e c u l l a i l c o r p o morto di suo figlio Gesù, un'opera che deve davvero essere vista quando si visita Roma. Dopo aver visitato r i p e t u t a m e n t e l e A l p i Apuane, Michelangelo fanta- sticò di scolpire l'intera cima della montagna per creare una scultura così colossale c h e l e n a v i d i p a s s a g g i o sarebbero state in grado di vederla dal mare. I l m a r m o S t a t u a r i o è m o l t o r a r o , e c ' è s o l o u n punto oggi sulle Alpi Apuane dove questo prestigioso tipo di marmo è disponibile, o dove è permesso scavarlo. Questa quantità limitata deve soddisfare il fabbisogno del- l'intero pianeta - e questo è ciò che spinge in alto il prez- z o e d à a q u e s t o t i p o d i marmo il soprannome di oro bianco. Il marmo statuario bianco puro è morbido in confronto al marmo che ha venature grigie o nere che lo attraversano. Più bianco è il marmo, più è presente carbo- nato di calcio. Le venature grigie sono causate dal carbo- nio e da alcune impurità e più queste sono presenti, più dura è la pietra di marmo. Un tempo l'estrazione del marmo era affidata alla schia- vitù, e le loro tecniche sono r i m a s t e i m m u t a t e p e r migliaia di anni. All'inizio, i minatori sfruttavano le fessu- re naturali della roccia e inse- rivano dei cunei di legno. Questi venivano poi bagnati con acqua: il loro rigonfia- mento, causato dall'espansio- ne naturale del legno, causa- va il distacco del blocco di marmo dalla montagna. I Romani usavano scalpelli metallici per tagliare i blocchi con una profondità di circa 2 metri. Gli scalpelli metallici v e n i v a n o i n s e r i t i i n t a g l i profondi circa 20 cm (circa 9 pollici), e dopo molte martel- late continue, il blocco si separava dalla montagna. Poi, per tagliare il blocco in lastre più piccole, due uomini usavano una grande sega a mano mentre una miscela di acqua e silice veniva versata sul blocco per facilitare il processo di taglio. È incredi- bile pensare che ogni giorno venivano tagliati solo 8 cm circa e che potevano passare fino a due anni dall'estrazio- ne del marmo al trasporto sulla costa. Durante il XVIII secolo, per estrarre il marmo si usa- vano le esplosioni, ma questo metodo fu eliminato abba- stanza rapidamente dopo che ci si rese conto che il danno alle Alpi Apuane era grande e si creavano troppi scarti. Una volta che i blocchi di marmo erano stati tagliati dalla montagna, si presenta- va un'altra sfida: come tra- sportare il marmo giù per la m o n t a g n a , f i n o a l p o r t o marittimo. Uno dei lavori più pericolosi nel lavoro nelle cave di marmo era relativo al t r a s p o r t o . I b l o c c h i d i marmo del peso di circa 30 tonnellate dovevano essere trasportati con cura giù per pendii molto ripidi su una struttura tipo slitta che scor- reva su travi di legno insapo- nate. Venivano tirate corde da circa 10-12 uomini per c e r c a r e d i c o n t r o l l a r e i l marmo e resistere alla forza di gravità. Altri due uomini avevano il compito di trasfe- rire le travi dalla parte poste- riore a quella anteriore e si p u ò i m m a g i n a r e q u a n t o spesso accadevano incidenti: molti uomini rimanevano uccisi. Venivano usati anche i buoi e per loro il lavoro era così faticoso che spesso mori- vano lungo la strada. Ci sono meravigliose fotografie in bianco e nero che documen- tano queste potenti bestie che trasportano blocchi di LIFE PEOPLE PLACES HERITAGE Al lavoro nelle cave di Fantiscritti (Photo courtesy of Toni Brancatisano) Carrara, la città del marmo Continua a pagina 15
