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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 22 LUGLIO 2021 S a p p i a m o t u t t i che l'Italia ha il maggior nume- ro al mondo di s i t i p a t r i m o - nio dell'umanità dell'U- N E S C O : 5 5 . D a n o r d a sud, il Belpaese ha fornito alcuni dei suoi più famosi edifici, luoghi e tradizioni a l l a f a m o s a l i s t a : d a l l a Torre di Pisa al centro di Palermo, dalla pizza napo- letana alle Dolomiti. Se tutto va come previ- sto, potremmo presto otte- nere un 56° sito riconosciu- to dall'UNESCO: i famosi portici di Bologna. Non è la prima volta che i porti- ci di Bologna vengono presi in considerazione per una candidatura, visto che un primo tentativo fu fatto, senza successo, nel 2006. Questa volta - dovremmo saperlo entro la fine del mese - la città e il Paese s p e r a n o d a v v e r o c h e i l sogno diventi realtà. E non solo per Bologna, ma per una caratteristica architet- tonica affascinante, bella e unica, tipica di molte città e p a e s i d ' I t a l i a . T o r i n o , prima capitale d'Italia e città amata dai Savoia, è nota per l'eleganza dei suoi portici, creati - dicono i piemontesi - per protegge- re le persone dalle intem- perie durante i mesi più freddi dell'anno. Vero o no, i portici sono onnipresenti i n P i e m o n t e , q u i n d i potrebbe esserci un po' di v e r i t à n e l v e c c h i o d e t t o locale. M a c o s a s o n o e s a t t a - mente i portici? Sono per- corsi coperti sostenuti da colonne, fiancheggiati di solito da negozi, ristoranti e caffè: sopra di essi, bei palazzi con uffici e apparta- menti. Sì, perché i portici tendono ad essere un affare da centro città e, mentre rimangono una caratteri- stica architettonica comune anche in aree più moderne delle città, sono in gran parte associati ai centri sto- rici. I n f a t t i , i p o r t i c i d i Bologna risalgono all'XI secolo ed erano "destinati ad essere usati come una via di passaggio pubblica, anche se la proprietà è pri- vata", ha spiegato recente- mente Elena Bonesi, sto- rica dell'arte, ad Hannah Brown di AP. Non è solo una questione di quanto siano vecchi questi portici, è anche la loro estensione che li rende speciali, poiché ci sono "circa 38-40 km (23,5-25 miglia), e più di 50 km (31 miglia) se si con- tano quelli fuori dalle porte d e l l a c i t t à " , c o n t i n u a Bonesi. Ma come sono nati i por- t i c i e p e r c h é s o n o s t a t i costruiti? Per scoprirlo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, come dicevamo, al Medioevo, a quando fu fon- d a t a l ' U n i v e r s i t à d i B o l o g n a , l a p i ù a n t i c a d'Europa. Era la metà o la f i n e d e l l ' X I s e c o l o , e l a nuova istituzione accade- m i c a a t t r a s s e s u b i t o u n gran numero di studenti da tutto il continente; questo s i g n i f i c a v a c h e c ' e r a u n b i s o g n o i m p r o v v i s o d i alloggi, un po' come succe- d e a n c o r a o g g i i n m o l t e c i t t à u n i v e r s i t a r i e d e l mondo. Ingegnosamente, i p r o p r i e t a r i b o l o g n e s i cominciarono ad estendere gli ultimi piani dei loro edi- fici verso la strada, creando una sorta di balcone coper- to in legno sulla facciata, chiamato sporto. Ben pre- s t o , e s s i d i v e n n e r o c o s ì g r a n d i d a d o v e r e s s e r e sostenuti da colonne robu- stamente piantate a livello del suolo. Due secoli dopo, nel 1288, gli sporti erano così comuni che il consiglio comunale decise di render- ne obbligatoria la costru- zione per tutti i nuovi edifi- ci della città: il legno non era più sufficiente però, bisognava preferire matto- ni e malta. I proprietari degli edifici erano respon- sabili di mantenere pulita e ordinata l'area dei portici di fronte alla loro casa, ma a tutti era permesso cam- minarci. E così, i portici divennero rapidamente un centro per il commercio, con negozi e botteghe di a r t i g i a n i c h e t r o v a v a n o spazio sotto i portici. Mentre i portici in legno furono in gran parte sosti- tuiti da quelli in muratura tra il XIV e il XV secolo, a l c u n i e s e m p i d i q u e s t o tipo di architettura - otto in totale - rimangono ancora in giro per la città: i più f a m o s i s o n o i p o r t i c i d i Casa Isolani in Strada M a g g i o r e , e q u e l l i d e l l e C a s e R e g g i a n i - Seracchioli, proprio sotto le famose torri di Bologna. Volete qualche dettaglio in più? Beh, i portici più larghi della città sono quelli della Chiesa di Santa Maria dei Servi, dove ogni anno s i s v o l g e i l f a m o s o M e r c a t i n o d i N a t a l e d i S a n t a L u c i a ; i n P i a z z a Maggiore si trovano quelli d i P a l a z z o Arcivescovile, i più alti con i loro 10 metri. I portici più stretti sono quelli di via Senzanome: sono lar- ghi solo 95 cm! I più lunghi s o n o q u e l l i d i V i a Saragozza, che portano al Santuario della Madonna di San Luca: misurano in totale 4 km e sono sostenu- ti da 664 archi. A Bologna, come in tutte le altre città che li hanno, i portici sono l'anima della città: è lì che la gente si incontra e fa shopping, è lì che prende l'aperitivo, o passeggia con gli amici il s a b a t o p o m e r i g g i o . Tuttavia, non c'è un posto in cui i portici siano così caratteristici e storicamen- t e r i l e v a n t i c o m e a Bologna, e questo motivo da solo dovrebbe essere sufficiente a farli entrare nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO. I portici di Bologna potrebbero presto diventare patrimonio UNESCO (Photo: Kcho/Dreamstime) SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI I Portici potrebbero essere il prossimo patrimonio mondiale dell'UNESCO in Italia