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19 GIOVEDÌ 5 AGOSTO 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Così immaginiamo i nostri antenati, ma quanto patrimonio genetico abbiamo ancora in comune con gli antichi Romani? (Photo: Igor Kiporuk/Dreamstime) L 'Impero Romano è spesso associato al momento più glorioso della storia della penisola ita- liana, ma noi italiani di oggi siamo o no i discendenti gene- tici degli antichi abitanti della Città Eterna? Breve premessa prima di approfondire l'argomento: cul- turalmente, eticamente, filoso- ficamente, siamo tutti discen- denti degli antichi Romani e dei loro cugini orientali, gli antichi Greci, almeno nella parte occidentale del mondo. Se le influenze sulla nostra cul- tura da parte di altre civiltà sono importanti - dai Cinesi agli Arabi agli Scandinavi - la nostra spina dorsale culturale, etica e spirituale viene dal baci- no del Mediterraneo. Ma qui si parla di genetica e le cose diventano un po' più complicate di quanto ci si possa aspettare. Per capirlo, dovremmo cer- care di chiarire chi erano geneticamente i Romani. L'antica Roma era la capitale di un impero immenso per gli standard di quei tempi e lo è ancora per quelli moderni: allora, più di 70 milioni di per- sone in Europa, Medio Oriente e Africa consideravano Roma la loro capitale. Sappiamo che Roma non impose mai la pro- pria cultura, e che spesso il contatto tra i conquistatori e i sottomessi creò un reciproco passaggio di conoscenze, abitu- dini e tradizioni che arricchiro- no immensamente la Città Eterna. Recenti studi condotti dalle Università di Stanford, Vienna e Roma La Sapienza hanno dimostrato che la stessa varietà e mescolanza avveniva a livello genetico. Hannah Moots, co-autrice dell'articolo Ancient Rome: A Genetic Crossroads of Europe and the Mediterranean, pubblicato su Science, ha detto che il suo stu- dio "Mostra quanto il passato sia davvero dinamico" e come "A Roma si vedevano persone venire da ogni parte, in modi che corrispondevano agli even- ti politici storici". Questo signi- fica che, nel corso dei secoli, il DNA romano è cambiato, diventando più vario ed etero- geneo, accogliendo le caratteri- stiche genetiche delle molte persone che componevano l'impero. Sapete... per molti versi, non è poi così diverso da quello che si dice oggi degli USA: un'unica grande nazione fatta di tante culture, lingue, ascendenze, e non è un caso che l'espressione popolare "melting pot" sia spesso usata in relazione sia agli States che all'Antica Roma. Quindi, se noi italiani moderni veniamo dagli antichi Romani, allora il nostro DNA è certamente un colorato "mix- and-match" di geni, perché così era il DNA di Costantino e Tiberio, di Virgilio e Cicerone. Ma quando pensiamo al nostro patrimonio genetico, non dobbiamo dimenticare un fattore essenziale: il tempo. Tra gli anni dell'Impero romano e quelli in cui viviamo oggi sono passati due millenni, due mil- lenni in cui la storia ha creato e distrutto Paesi, in cui si sono verificate invasioni e conquiste, in cui si sono sviluppate e affie- volite tendenze, in cui sono cambiate le lingue. Machiavelli, uno dei nostri più illuminati pensatori politi- ci, diceva che i primi veri italia- ni furono i Longobardi che, sì, sconfissero i Romani, ma che abbracciarono pienamente anche la loro cultura e si mescolarono con loro attraver- so i matrimoni: la caduta del loro regno per mano dei Franchi di Carlo Magno fu considerata dal nostro Niccolò come la prima delle tante inva- sioni straniere che afflissero il Belpaese nel corso della sua storia. Ora, Machiavelli non poteva conoscere la genetica, ma le sue osservazioni possono dirci molto a proposito, in quanto sottolineano come, soprattutto nell'Alto Medioevo, la storia abbia ridisegnato l'Europa, spostando i popoli nel conti- nente e portando sulle nostre coste persone provenienti da altre terre. In Italia, li abbiamo sempre chiamati "barbari", abbracciando il nome avvilente che i Romani avevano per que- gli uomini e donne, provenien- ti dall'Europa centrale e orien- tale, ma anche dal Nord e dalla Scandinavia che, a poco a poco - e anche attraverso un muc- chio di guerre sanguinose - naturalmente, fecero dell'Italia la loro casa. Potenti sul campo di battaglia, ma forse un po' rozzi se paragonati ai Romani, abbracciarono presto molto di ciò che Roma aveva da offrire culturalmente e socialmente, mantenendo però vivi molti dei loro usi e costumi: loro -- i Goti e i Longobardi, i Franchi e i Normanni -- sono, infatti, nostri antenati tanto quanto lo sono i Romani e il loro DNA è presente nelle nostre vene tanto quanto l'altro. Quindi, gli italiani moderni derivano dai Romani? Beh, sì, certo: ma i Romani erano un gruppo geneticamente misto e lo erano anche gli italiani medievali, che sono antenati più vicini a noi che a loro. Ecco perché possiamo dire di essere, oggi, geneticamente vari e belli come varia e bella è la terra da cui veniamo! Qualunque belongs to all registers and can be also found in some interesting, very fami- liar expressions, such as la qualunque ("whichever thing" or "everything"), which should be, more correctly, qualunque cosa. The expression was born and made popular by come- dian Antonio Albanese and by his character Cetto La Qualunque and it is today so common that even the Accademia della Crusca underlined its use, at least in the spoken language, should no longer surprise. Be aware, though: it's considered pretty low Italian! However, you may still hear someone say sono andato a cena fuori ieri sera e ho mangiato la qualunque ("I went out for dinner last night and I hate anything and everything"). Last but not least, we shouldn't forget that qualun- que is also often used as a synonym for "ordinary," just like in the sentence è un uomo qualunque, non ha nulla di speciale ("he is an ordinary man, there is nothing special about him"). Gli italiani di oggi sono i veri discendenti degli antichi Romani? Q u a l u n q u e ( k w a h - l o o n - kwai) è la parola di oggi. In ingle- s e , s i p u ò t r a - durre con molti termini, tra c u i " a n y " , " w h a t e v e r " o " w h i c h e v e r " , c o m e n e l l e frasi: qualunque cosa tu fac- cia, ti appoggerò, o andare a l l ' u n i v e r s i t à n o n è u n a p a s s e g g i a t a , q u a l u n q u e facoltà tu scelga. Nella sua forma arcaica qualunqua, è stato attestato per la prima volta a metà del XII secolo e deriva dal latino qualiscumque, composto di q u a l i s ( " c h e " o " c o s a " ) e cumque ("per tutto"). Qualunque appartiene a t u t t i i r e g i s t r i e s i t r o v a anche in alcune interessanti espressioni molto familiari, come la qualunque ("qua- lunque cosa" o "tutto"), che dovrebbe essere, più corret- tamente, qualunque cosa. L'espressione è nata e resa popolare dal comico Antonio Albanese e dal suo perso- naggio Cetto La Qualunque ed è oggi così comune che anche l'Accademia della Crusca ha sottolineato che il suo uso, almeno nella lin- gua parlata, non deve più s o r p r e n d e r e . A t t e n z i o n e , però: è considerato un italia- n o d i c u l t u r a p i u t t o s t o bassa! Tuttavia, si può anco- r a s e n t i r e q u a l c u n o d i r e sono andato a cena fuori ieri sera e ho mangiato la qualunque. Ultima cosa ma non meno importante, non dobbiamo dimenticare che qualunque è anche spesso usato come s i n o n i m o d i " o r d i n a r i o " , proprio come nella frase è un uomo qualunque, non ha nulla di speciale. Qualunque cosa dica, non gli credere! Whatever he says, don't believe him! Per qualunque necessità, chiamami C a l l m e , i f y o u n e e d anything Qualunque tipo di pasta preparerai, lo mangerò I'll eat whichever pasta you make Parola del giorno: qualunque, o la parola delle scelte impossibili © Wavebreakmedia Ltd | Dreamstime.com