L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-2-2021

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 2 SETTEMBRE 2021 F i n o a d i n i z i o 2020, la specia- lità di Giacomo Gorini allo Jen- ner Institute di Oxford era isolare anticorpi monoclonali, occupandosi nello specifico di malaria. Q u a n d o l a p a n d e m i a h a sconvolto le nostre vite, al giovane ricercatore italiano è stato chiesto di unirsi al gruppo che, con a capo la v a c c i n o l o g a b r i t a n n i c a Sarah Gilbert, aveva iniziato la ricerca di un vaccino anti- Covid, ricerca che avrebbe poi portato allo sviluppo del vaccino AstraZeneca. Da qualche settimana il 32enne riminese è volato a Boston per proseguire il suo lavoro nel campo e conti- nuare a occuparsi di svilup- po tecnologico di nuovi vac- cini. "Ora ci stiamo ancora c o n c e n t r a n d o s u l S a r s - Covid 2. L'obiettivo è che i vaccini funzionino contro tutti i corona-virus e che siano facilmente adattabili e distribuibili". Mi racconta dal Massacchussetts, dove è da poco ricercatore presso il R a g o n I n s i t u t e d i M G H , M I T e d e l l ' U n i v e r s i t à d i Harvard. Giacomo, ci racconti della sua esperienza con il vaccino AstraZeneca a l J e n n e r I n s t i t u t e d i Oxford. Quale è stata la sua impressione inizia- le? Q u a n d o h o i n i z i a t o a metterci le mani, il corona- virus era una malattia italia- na, visto che l'Italia è stato il primo Paese fortemente col- pito in Occidente. Giorno d o p o g i o r n o a n d a n d o a l lavoro vedevo che il labora- torio si svuotava e solo il personale necessario conti- nuava a lavorare in presen- za. Mi sentivo ovviamente molto legato all'Italia e vole- v o c h e i l m i o c o n t r i b u t o potesse essere un modo di p o r t a r e l i b e r t à a l l a m i a famiglia, ai miei amici, al mio Paese. Che esperienza è stata lavorare su un vaccino durante una pandemia? Prima di tutto pensavamo a lavorare, quando si è in laboratorio bisogna impara- re a mettere da parte tutto il resto. Ma non posso negare che per me fosse difficile ignorare quello che stava succedendo nel mondo e in Italia; immaginare che nel giro di un anno saremmo a r r i v a t i a d i s t r i b u i r e u n miliardo di dosi nel mondo e r a i n c o n c e p i b i l e a l l o r a , invece ce l'abbiamo fatta. È s t a t o u n p e r i o d o m o l t o i n t e n s o e m o l t o s o l i t a r i o perché la città si era svuota- ta, quindi non è stato facile, c o m e d e l r e s t o p e r t u t t i quanti. Ha dei ricordi belli di quel periodo ad Oxford d u r a n t e i l l o c k d o w n , qualcosa che le ha dato la forza di andare avanti in un momento difficile per tutti ma ancora di più per la scienza? Stare con i colleghi, era- vamo isolati e passavamo molto tempo insieme. E poi ho iniziato ad avere un'at- tenzione mediatica che alla mia età non mi sarei mai aspettato di avere. Ho rice- vuto tantissimo sostegno dall'Italia; il sindaco della mia città mi ha chiamato diverse volte e mi ha man- dato dei regali da Rimini, sentivo che la mia città mi sosteneva e questo ha fatto una grande differenza per me. Ricorda cosa ha pro- vato quando il vaccino ha ricevuto l'approva- zione? È stata un'emozione non paragonabile ad altre e la mia è stata una gioia non solo personale. Ero contento per il gruppo e ovviamente per i senior scientist che da decenni stavano dietro al coronavirus. Ero contento anche perché si tratta di un vaccino facilmente conser- vabile e facilmente distribui- bile. Poi sono stato contento anche per i colleghi più gio- vani. In Italia diamo poca fiducia alle nuove leve, inve- ce il lavoro più manuale lo hanno fatto ragazzi di 21-22 anni che per un anno non hanno visto la loro famiglia, hanno lavorato tutti i fine s e t t i m a n a , i s o l a t i , s o l i , a testa bassa, dedicati a lavori anche ripetitivi. Quindi sono orgoglioso di loro e spero che continuino a raccogliere successi per il resto della loro carriera. Boris Johnson ha visi- tato lo Jenner Institute. Come è andata? È stato simpatico, ci ha messo a nostro agio. Ci tene- va al nostro lavoro, si era appena ripreso dalla malat- tia. Ho scambiato qualche parola con lui e si è compli- mentato per il modo in cui l'Italia aveva gestito la pan- demia, all'epoca c'era stata s o l o l a p r i m a o n d a t a . H o r i s p o s t o c h e e r a s t a t o u n gran sacrificio ma ne era valsa la pena. Con la secon- da ondata purtroppo non siamo stati altrettanto vir- tuosi. C'è una lezione che ha imparato durante que- sta pandemia? H o i m p a r a t o a d e s s e r e cauto nel fare previsioni per il futuro, abbiamo visto che la realtà spesso è diversa da quello che ci aspettiamo. A inizio pandemia pensavamo a q u a n t o l a s i t u a z i o n e c i avrebbe aiutato a far riac- quistare fiducia nei vaccini, Giacomo Gorini a Cambridge (Photo courtesy: Giacomo Gorini) Dopo Astrazeneca, l'immunologo Giacomo Gorini continua a fare ricerca ad Harvard SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Continua a pagina 13

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