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19 GIOVEDÌ 2 SETTEMBRE 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Claudio Monteverdi in un dipinto di Bernardo Strozzi (Copyrighted work available under Creative Commons agree- ment. Public Domain) S e sei un musicista o u n f a n a t i c o d e l l ' o p e r a , è inevitabile che tu conosca un po' di italiano, poiché la nostra bella lingua è considerata la lingua d e l l a m u s i c a i n t u t t o i l mondo. Basta prendere in mano un qualsiasi spartito per capirlo: piano, pianissimo e forte, allegro, andante e maestoso s o n o s o l o a l c u n e d e l l e i n d i c a z i o n i c h e o g n i musicista e cantante segue o g n i g i o r n o , m e n t r e s i esercita o interpreta. Poi, naturalmente, c'è l'opera, i cui l i b r e t t i , i " t e s t i " d e l l a p a r t i t u r a m u s i c a l e , s o n o sempre stati un affare tutto i t a l i a n o : d a M o z a r t a Handel, tutti si sono affidati all'italiano per le proprie opere, anche se Mozart ha spesso optato anche per la s u a l i n g u a , i l t e d e s c o . N o t e v o l e e c c e z i o n e a l l a tendenza fu Wagner, per il quale l'uso del proprio idioma nativo era un significante di o r g o g l i o n a z i o n a l e e patriottismo. M a p e r c h é l ' i t a l i a n o è d i v e n t a t o l a l i n g u a d e l l a musica? Dobbiamo fare un passo indietro nel tempo per c a p i r l o , t o r n a n d o p i ù p r e c i s a m e n t e a l l ' e p o c a gloriosa del barocco, tra il XVII e il XVIII secolo. Erano d e c e n n i i n c u i l a m u s i c a italiana dominava la scena grazie a figure come Corelli, Scarlatti e Vivaldi: il loro talento li rese un esempio per i compositori di tutta Europa. Le loro partiture, comprese le i n d i c a z i o n i d i t e m p o e d i e s e c u z i o n e , d i v e n n e r o standard perché gli italiani, allora, erano molto influenti: la musica italiana era molto f a m o s a e g l i i n t e r p r e t i s i abituarono alla terminologia usata sugli spartiti in tempi r e l a t i v a m e n t e b r e v i . B e n presto i compositori di ogni angolo del vecchio continente usarono l'italiano per fornire a i m u s i c i s t i i n d i c a z i o n i esecutive essenziali. M a c ' è d i p i ù , e h a u n n o m e : o p e r a . P e r c a p i r e c o m e i l m e l o d r a m m a s i a d i v e n t a t o i l m o t o r e d e l s u c c e s s o d e l l ' i t a l i a n o n e l m o n d o d e l l a m u s i c a , dobbiamo fare un viaggio indietro fino al 1598, quando i l c o m p o s i t o r e i t a l i a n o Jacopo Peri e il librettista O t t a v i a n o R i n u c c i n i r a p p r e s e n t a r o n o l a l o r o prima opera: Dafne. Poco d o p o , n e l 1 6 0 0 , l a l o r o seconda fatica, Euridice, omaggiò il palco di Palazzo Pitti, a Firenze. Era la prima v o l t a c h e i m o n d i d e l l a musica e del teatro si univano così strettamente, la prima volta che poesia e melodia si f o n d e v a n o c o s ì perfettamente. Tuttavia, ci s a r e b b e v o l u t a u n ' a l t r a manciata di anni perché la nuova tendenza diventasse v e r a m e n t e v i r a l e , c o m e d i r e m m o o g g i . N e l 1 6 0 9 , Claudio Monteverdi creò l a p r i m a o p e r a d i v e r o successo, L'Orfeo, basata s u l l a p o p o l a r e l e g g e n d a classica di Orfeo ed Euridice. M e n t r e l ' i d e a d i r e c i t a r cantando (o interpretare un personaggio mentre si canta) ha origini medievali, l'opera di Monteverdi fu la prima a portare in scena un pezzo drammatico in cui gli attori, di fatto, cantavano. F u l ' i n i z i o d i u n a t r a d i z i o n e c h e a v r e b b e portato (e tenuto) l'Italia all'avanguardia del panorama musicale mondiale per tre secoli. L'opera divenne popolare i n E u r o p a e , p r e s t o , c o m p o s i t o r i n o n i t a l i a n i iniziarono a usare il nuovo g e n e r e . T u t t a v i a , f u r o n o sempre i librettisti italiani a fornire le parole: divennero, infatti, così essenziali che molti di loro lavorarono a l i v e l l o i n t e r n a z i o n a l e , trasferendosi in altri Paesi. N e g l i a n n i b a r o c c h i dell'opera, il più famoso di tutti fu Pietro Mestastasio, che trascorse gran parte della sua vita a Vienna e collaborò a n c h e c o n M o z a r t p e r L a Clemenza di Tito. M a n o n t u t t i i P a e s i accettarono facilmente la s u p r e m a z i a i t a l i a n a nell'opera, come accadde con l a n o s t r a p r i m a c u g i n a e vicina Francia, dove durò diversi decenni una vera e propria diatriba linguistica p e r c a p i r e q u a l e l i n g u a - francese o italiana - fosse migliore per la musica. Ciononostante, l'italiano diventò la lingua dell'opera e lo è ancora, in realtà, se si pensa che conoscere l'italiano è, il più delle volte, un must nel curriculum formativo dei cantanti lirici. Tra le parole italiane più comuni in musica troviamo pianoforte, violoncello (da c u i c e l l o ) e v i o l a t r a g l i strumenti, ma anche tutte le v o c i , s o p r a n o , b a r i t o n o , c o n t r a l t o , t e n o r e , e a l t r i termini più tecnici, come aria, recitativo o libretto, insieme ai già citati adagio, allegro, moderato, forte, p i a n i s s i m o , a n d a n t e e vivace. Curiosità italiane. Perché l'italiano è la lingua della musica? H a i 1 5 a n n i , s o n o l e 7 del mattino ed è ora di s v e g l i a r s i p e r a n d a r e a s c u o l a : t u a madre apre la porta della camera gridando "sveglia!". S e t u f o s s i i n I t a l i a , sentiresti "sveglia!" (sveh- l l e e - a h ) , c h e o v v i a m e n t e s i g n i f i c a " a l z a t i " , c o m e m o s t r a l ' e s e m p i o s o p r a . Sveglia viene da svegliare, un verbo che ha le sue radici nel latino volgare exvigilare, e d è u n a d e l l e s u e f o r m e imperative. È un'esclamazione molto comune, e non solo quando c e r c h i a m o d i s v e g l i a r e qualcuno, perché svegliare non significa solo questo: s v e g l i a r e s i g n i f i c a a n c h e svegliarsi alla realtà delle cose, come in devi svegliarti e accettare la realtà ("Devi aprire gli occhi e accettare la realtà") o svegliati, non vedi c h e t i s t a m e n t e n d o ! ("Renditi conto!"). A volte, diciamo anche s v e g l i a q u a n d o v o g l i a m o dire a qualcuno di sbrigarsi o di smettere di sognare ad occhi aperti, proprio come i n i l t r e n o s t a p a r t e n d o ! Sveglia, sveglia! ("Il treno sta partendo, dai, sbrigati!) e sveglia, sto parlando con te! ("Ehi, sto parlando con te!"). I n f i n e , n o n b i s o g n a d i m e n t i c a r e c h e o g n i camera da letto italiana ha una sveglia sul comodino, anche se la maggior parte di noi oggi preferisce usare la sveglia del telefonino. -- Il nostro treno parte presto: ho messo la sveglia alle 5.30 -- Our train leaves early: I set the alarm clock for 5.30 -- Sveglia ragazzi! E' ora di alzarsi! -- Wake up guys! Time to get up! -- Te l'ho spiegato cento volte, svegliati! -- I've explained it to you a hundred times. Wake up! Parola del giorno: sveglia, è ora di svegliarsi ed essere intelligenti! © Mariia Loginova | Dreamstime.com