L'Italo-Americano

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19 GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Il David di Michelangelo. In gioventù, il grande scultore non disdegnò lavorare come falsario (Photo: Kmiragaya/Dreamstime) V edere le parole "Michelangelo " e " f a l s a r i o " nella stessa frase forse non è così sorprendente: in 500 anni, ci s o n o s t a t e s i c u r a m e n t e persone che hanno cercato di imitare la mano magistrale d e l p i ù c e l e b r e a r t i s t a italiano. Immaginare Michelangelo come un falsario, tuttavia, può essere più difficile, anche se ci sono molte fonti - alcune rispettabili, altre, forse, un p o ' p i ù s t r a v a g a n t i - c h e affermano che l'artista si impegnò in alcuni lavori di falsificazione quando era g i o v a n e e c e r c a v a d i a f f e r m a r s i n e l m o n d o dell'arte. Impossibile direte voi? Continuate a leggere, allora. Le leggende dicono che, m e n t r e e r a a F i r e n z e , u n giovanissimo Michelangelo ricevette la commissione di u n a s t a t u a d i C u p i d o dormiente dal suo mecenate, Lorenzo di Pierfrancesco d e M e d i c i , cugino di un Lorenzo molto più famoso, L o r e n z o i l M a g n i f i c o . All'insaputa dell'artista - o così dice la nostra storia - la statua fu sepolta per un po' p e r f a r l a s e m b r a r e p i ù vecchia, poi venduta come un a n t i c o p e z z o r o m a n o a l cardinale Raffaele Riario, che probabilmente ci spese un bel p o ' d i s o l d i . R i a r i o n o n avrebbe mai messo in dubbio l ' o r i g i n e d e l s u o n u o v o acquisto, se non fosse stato p e r a l c u n i s u c c o s i pettegolezzi in cui si imbatté, s e c o n d o i q u a l i e r a s t a t o elegantemente fregato da P i e r f r a n c e s c o , c h e probabilmente era a Firenze a godersi un po' di Chianti con l a s u a c o r t e , r i d e n d o dell'ingenuità del prelato. Il c a r d i n a l e R i a r i o e r a c o s ì a r r a b b i a t o c h e m a n d ò a F i r e n z e J a c o p o G a l l i , u n famoso banchiere romano, a cercare la verità. Galli era una figura importante nella vita di M i c h e l a n g e l o , c h e a v e v a ottenuto la maggior parte delle sue prime commissioni a Roma grazie al banchiere; Galli ospitò anche l'artista nella sua casa per qualche t e m p o e s i c r e d e c h e n e l palazzo ci fosse addirittura u n o s t u d i o p e r l u i p e r lavorare alle sue statue. Ecco p e r c h é M i c h e l a n g e l o confessò di essere l'autore del Cupido dormiente venduto a R i a r i o : p o t e v a e s s e r e u n f a l s a r i o , m a n o n p o t e v a mentire a qualcuno che lo aiutava. Ma mentre molti, come abbiamo detto, credono che Michelangelo non sapesse d e l l a f r o d e , a l t r i s o n o a b b a s t a n z a c o n v i n t i d e l contrario, forse perché questa non è stata l'unica volta che lo s c u l t o r e e p i t t o r e s i è immerso nel mondo dei falsi. U n a l t r o r a c c o n t o interessante dice che quando Michelangelo era solo un g i o v a n e a p p r e n d i s t a nell'atelier del Ghirlandaio, era sua abitudine esercitarsi a copiare i famosi dipinti del suo maestro. Le sue copie erano così perfette che, a quanto pare, una volta ne diede una al Ghirlandaio al posto dell'originale - che il G h i r l a n d a i o s t e s s o a v e v a d i p i n t o - e l u i n o n s e n e accorse nemmeno! Q u a n t o c ' è d i v e r o i n questa storia umoristica? Beh, non lo so, ma di sicuro M i c h e l a n g e l o a v e v a l'abitudine di chiedere ai collezionisti d'arte i disegni d e i " v e c c h i m a e s t r i " , l i copiava come esercizio, e poi restituiva tali copie al posto d e l l ' o r i g i n a l e a i l o r o proprietari: Vasari lo scrisse nelle sue Vite quindi credo che questo sia abbastanza v e r i t i e r o . A q u a n t o p a r e , Michelangelo aveva imparato a " i n v e c c h i a r e " l a c a r t a tenendola sopra il fumo del legno verde, e in tutta onestà, è probabile che sapesse anche come invecchiare la pietra. Questo non vuol dire che volesse diventare un falsario d i p r o f e s s i o n e , m a p r o b a b i l m e n t e e r a abbastanza normale tra gli artisti conoscere questo tipo di tecniche. Ma perché Michelangelo d o v r e b b e e s s e r e s t a t o interessato alla falsificazione? L a r i s p o s t a è a b b a s t a n z a s e m p l i c e . L ' a r t i s t a e r a all'inizio della sua carriera e dimostrare di poter falsificare s c u l t u r e g r e c o - r o m a n e e copiare opere di grandi artisti senza che nessuno notasse la differenza era una prova delle sue capacità: certo, un artista affermato si sarebbe fatto b e f f e d e l l ' i d e a , m a u n o g i o v a n e e s q u a t t r i n a t o ? Ammettiamolo, era un buon modo per pubblicizzare il suo talento. In effetti, sappiamo a n c h e c h e f u n z i o n ò . I l cardinale Riario, alla fine, c h i a m ò M i c h e l a n g e l o a R o m a , d e s i d e r o s o d i incontrare l'artista che poteva creare un Cupido bello come quelli visti durante i giorni gloriosi dell'Impero. Curiosità italiane: sapevate che Michelangelo ha iniziato come falsario? L a parola di oggi è tosto (toh-stoh), c h e d e r i v a d a l latino tostus, il p a r t i c i p i o passato del verbo torrere, o v v e r o " a s c i u g a r e " , "abbrustolire". Abbiamo iniziato a usare tosto occasionalmente nel XIII secolo, ma non con il significato che noi, oggi, gli associamo di più. Infatti, allora tosto era un avverbio che significava "presto", e a n c h e u n a g g e t t i v o c h e significava "veloce". Usato in questo senso, lo troverete spesso in Dante, ma anche i n m o l t i a l t r i p o e t i d e l n o s t r o p a s s a t o , d a l Rinascimento agli inizi del XIX secolo. Oggi, però, non incontrerete nessuno che d i c a q u a l c o s a c o m e s a r ò t o s t o d a t e , p e r c h é suonerebbe piuttosto buffo. M a t o s t o , i n t e m p i passati, significava anche "duro", come in pane tosto ("pane raffermo"), o carne tosta ("carne dura"), ed è con questo significato che siamo più propensi a usarlo oggi, ma non nello stesso c o n t e s t o . I n f a t t i , n o n usiamo più tosto per dire c h e q u a l c o s a è d u r o o s t a n t i o , p i u t t o s t o applichiamo l'aggettivo alle persone! Quando diciamo che quella ragazza è una tosta, apprezziamo la sua resilienza, la sua forza e, forse, ci sentiamo anche un po' intimiditi da lei. A volte, c i s i p u ò i m b a t t e r e i n qualcuno che dice qualcosa tipo bisogna essere tosti per studiare medicina, un modo familiare per affermare che b i s o g n a a v e r e f o r z a e d e t e r m i n a z i o n e p e r diventare un medico! Tosto può anche essere a s s o c i a t o a l l e c o s e , specialmente a situazioni o compiti difficili: mi hanno d e t t o c h e l a v e r i f i c a d i Italiano è tosta, dobbiamo s t u d i a r e d i p i ù , o p p u r e andare a cena con la tua ex e il suo nuovo compagno? Tosta come situazione. Ma ricorda: quando si usa tosto per una persona, ha sempre una connotazione p o s i t i v a : s i g n i f i c a c h e s i a p p r e z z a l a s u a f o r z a e spesso equivale all'inglese "cool". Il nostro prof di Italiano è t o s t o , p e r ò a i u t a c h i s i impegna O u r I t a l i a n t e a c h e r i s d e m a n d i n g , b u t h e h e l p s those who work hard Devi essere uno tosto per fare il poliziotto You must be pretty strong to become a policeman Sei proprio una tosta! You're really cool! Parola del giorno: tosto, la parola che solo i più forti possono usare! © Mirko Vitali | Dreamstime.com

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