L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-11-2021

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21 GIOVEDÌ 11 NOVEMBRE 2021 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | I n Occidente, i testi l e t t e r a r i m e d i e v a l i e r a n o a n o n i m i . L e storie e i racconti non avevano necessaria- mente un autore: circolavano senza che si sapesse chi li avesse scritti. Anche secoli dopo, diversi scrittori hanno fatto pubbli- care i loro libri con uno pseu- donimo o in forma anonima. Per esempio, il fondatore del genere del romanzo storico, S i r W a l t e r S c o t t , s c r i s s e Waverley (1814) in forma a n o n i m a . Q u a l c h e a n n o dopo, scrisse un classico, Ivanhoe (1819), con lo pseu- d o n i m o d i L a w r e n c e Templeton. Venendo ai nostri tempi, quattro decenni fa, una casa editrice italiana ha dato vita a uno dei misteri letterari più intriganti della recente storia occidentale. Mi riferisco a Elena Ferrante, vero feno- meno letterario internaziona- le i cui romanzi hanno un pubblico di lettori appassio- nati in tutto il mondo. Hillary Clinton è una superfan della Ferrante. L'enigmatica scrittrice non è una persona che usa un nome falso. È una persona letteraria, un personaggio, un eteronimo, una creazione con una biografia immaginaria e una storia trentennale, arric- chita nel tempo dalle narra- zioni che, come accade nelle l e g g e n d e , s o n o c r e s c i u t e intorno a lei in una Napoli molto vivace e grande fucina di storie. " C r e d o c h e i l i b r i , u n a volta scritti, non abbiano bisogno dei loro autori. Se h a n n o q u a l c o s a d a d i r e , prima o poi troveranno dei lettori, altrimenti no", scrive- va Elena Ferrante in una let- tera del 1991 indirizzata a S a n d r a O z z o l a e S a n d r o Ferri, suoi editori a Roma, fondatori delle Edizioni E/O. In quella lettera, precedente al romanzo d'esordio Amore M o l e s t o , p u b b l i c a t o n e l 1992, Ferrante spiegava la sua volontà e determinazione a non rivelare mai la sua vera identità. Fu subito inequivocabile: "Non parteciperò a dibattiti e conferenze quando sarò invi- tata. Non andrò ad accettare premi che potrei vincere. Non promuoverò mai i miei libri, soprattutto in televisio- ne, né in Italia né, a seconda dei casi, all'estero". Nel corso degli anni, la scrittrice italiana ha dimo- strato di essere ferocemente fedele alla sua volontà di pro- teggere il suo anonimato in mezzo a un sorprendente successo internazionale. Il suo romanzo d'esordio ( A m o r e M o l e s t o - Troubling Love) è stato tra- sformato in un film da Mario Martone nel 1995, poi proiet- tato in concorso al Festival di Cannes. Tra i suoi libri rile- vanti ci sono I giorni del- l'abbandono (2002), la sto- r i a d i O l g a , u n a d o n n a abbandonata dal marito, e La figlia perduta (2006), su una studiosa divorziata morbosamente attratta da una famiglia che vede sulla s p i a g g i a . Q u e s t i p r i m i romanzi prefigurano molti dei temi delle sue iconiche storie napoletane, concen- trandosi sulle relazioni fem- minili, la maternità e la clas- se. Ferrante è stata lodata per il modo di rappresentare il mondo delle donne, in parti- colare l'amicizia femminile. In questo, L'amica geniale (2011) è un capolavoro. È il primo capitolo del suo quar- tetto napoletano, uno straor- d i n a r i o r i t r a t t o m o d e r n o delle complessità dell'amici- zia femminile: Lila Cerullo ed Elena Greco, due ragazze che vivono in un quartiere d e g r a d a t o d i N a p o l i n e l dopoguerra. Nel romanzo La storia di un nome nuovo (2012), Lila ed Elena crescono in mondi sociali sempre più diversi, mostrando il divario culturale ed economico tra N o r d e S u d I t a l i a . S e g u e Quelli che se ne vanno e quelli che restano (2013) e La storia del bambino perduto (2014), la parte finale del quartetto che com- p l e t a i l d o p p i o Bildungsroman che ha attra- versato 60 anni. Recentemente, ho chia- m a t o g l i e d i t o r i d e l l a Ferrante a Roma per chiede- re un'intervista scritta alla loro misteriosa autrice, ma hanno subito rifiutato. Tuttavia, in passato, la Ferrante ha rilasciato alcune rare interviste scritte. Alcuni anni fa, ha detto a Paolo Di S t e f a n o d e l q u o t i d i a n o Corriere della Sera che non si è mai pentita di aver scelto l'anonimato perché "i media tendono a sottolineare l'im- magine dell'autore rispetto a l l a s u a o p e r a . I n q u e s t o caso, il libro funziona come la maglietta sudata di una pop star: è un indumento c o m p l e t a m e n t e p r i v o d i significato senza l'aura della star. È questo tipo di enfasi che non mi piace", ha detto. Inoltre, in un'intervista del 2014 al New York Times, fatta via e-mail, Ferrante ha spiegato la scelta dell'anoni- mato. "Ciò che conta di più Il mistero di Elena Ferrante, mente geniale di Napoli Una tipica strada del centro di Napoli (Photo: (null) (null)/Dreamstime) Continua a pagina 23 LIFE PERSONAGGI RECENSIONI ARTE MODA BENESSERE

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