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GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2021 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | q u e s t o l a s i t u a z i o n e i n California è molto favorevo- le. S.C.: D'altra parte, il bello è che imparando a preparare le ricette italiane autentiche secondo la tradizione, ingre- dienti freschi anche a km zero ottenuti in loco sono abbinati a insostituibili pro- dotti italiani di importazione, aprendo nuovi mercati e con- trastando l'Italian sounding. Il tutto grazie alla diffusione della nostra cucina. Quali altri aspetti sono stati fondamentali nel percorso che la cucina italiana ha fatto a Los Angeles? A.P.: Altro aspetto è che questa è la città delle celebri- ties, quindi quando a Los Angeles nasce una moda, che sia legata alle scarpe, alle automobili o al cibo, diventa famosa nel mondo. Penso per esempio, a quello che è successo alla burrata diven- tata famosa grazie alla Chef Nancy Silverton di Osteria Mozza. Quando ero piccolo a Roma la burrata non si tro- vava perché era un prodotto estremamente di nicchia; la cosa pazzesca è che qui è stata una americana ad aver- la diffusa ed ora è famosissi- ma e richiestissima. Dobbiamo dare molto credito agli chef italiani di LA. A . P . : G l i c h e f i t a l i a n i h a n n o i m p i e g a t o a n n i a costruire un patrimonio di fiducia nei confronti del cibo italiano vero, che è differente da quello italo-americano. Si è trattato di un lavoro quoti- d i a n o f a t t o d a P i e r o Selvaggio, Gino Angelini e molti altri, tutte le sere con i loro clienti, cercando di spie- gare i vari piatti e i diversi ingredienti, e anche l'impor- tanza della semplicità della nostra cucina. Non c'erano cartelli per la città o pubbli- cità promozionali, ma siamo stati noi italiani a diffondere e a creare apprezzamento per la nostra cucina. S.C. Siamo anche riusciti a creare un senso di "owner- ship", di appartenenza, che ha contribuito a fare in modo che ormai, gli angelenos non si accontentino più di una pizza fatta male o della pasta scotta e apprezzino invece il Parmigiano Reggiano e il P r o s c i u t t o d i P a r m a , c h e infatti si trovano in tutti i supermercati. Sono i consu- matori a orientare la produ- zione e la diffusione della qualità, e gli italiani a Los A n g e l e s h a n n o p a s s a t o o r m a i q u a s i d u e s e c o l i a orientare i consumatori. C o n s i d e r a t o q u e s t o traguardo importante, cosa deve essere miglio- rato ora? A.P.: Gli americani stan- no cambiando approccio nei confronti del cibo italiano quando vanno al ristorante g r a z i e a l l a c u l t u r a e a l l a conoscenza che ora c'è pro- prio grazie a questo lavoro fatto dai nostri chef. Oggi, se scelgono di mangiare roma- no, sardo o pugliese gli ame- ricani sanno dove andare. Il futuro infatti è proprio nella regionalizzazione dell'offerta. Se ci pensiamo bene, in Italia abbiamo 315 denominazioni di origine controllata, ognu- na di questa è un territorio, racconta storie, è fatta di persone. L'obiettivo ora è far c o m p r e n d e r e a p p i e n o l a vastità dell'offerta che pos- siamo proporre. Cosa altro manca? A.P.: Dobbiamo trasmet- tere agli americani questa idea di condivisione e convi- vialità: per questo, nel docu- m e n t a r i o s i p a r l a d e l l a Chiesa di San Pietro, luogo di aggregazione e di condivisio- ne di banchetti. S.C.: Raccontare la storia della cucina italiana a Los Angeles serve anche a fare capire come l'Italia sia un Paese capace di innovare e di cambiare. Dobbiamo conti- nuare a utilizzare questi stru- menti per veicolare l'idea dell'Italia com'è: una nazione moderna, in continua evolu- zione. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 5 C