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Lombardia ci sono 4mila imprese, pari al 12,7% del totale nazionale, che danno lavoro a 11mila persone. Qui si beneficia del forte traino dell'alta moda. L'oreficeria campana invece, si caratte- rizza per prodotti artigianali di alta qualità con pietre pre- ziose e gemme naturali. In ogni caso è la maestria il principale fattore competi- tivo. Più che un artigiano, l'orafo è un artista e il gioiel- lo italiano un'opera d'arte ed è per questo che riesce a con- quistare le boutique di lusso in tutto il mondo. Arte, inno- vazione, tecnologia, storia, cultura, tradizione, perfezio- ne, eleganza tutto in un pro- dotto che ha un grande van- taggio: la gioielleria è arte da indossare. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO 2022 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I primi "gioiellieri" risal- gono al Paleolitico Su- periore. Tra il 40mila e il 10mila avanti Cri- sto pietre, avorio, con- chiglie cominciano ad essere impiegati come monili, sim- boli religiosi e di potere, og- getti apotropaici, decorazioni. La storia dell'oro risale a 5- 6mila anni fa. Le proprietà fi- siche di questo metallo, la sua lucentezza, la facilità di lavo- razione, il basso punto di fu- sione, l'enorme resistenza, il fatto stesso che non arruggi- nisca e resti inalterato nel tempo, lo hanno subito fatto amare. Con le grandi civiltà nella Valle del Nilo, del Tigri e dell'Eufrate i gioielli diven- tano ornamento, amuleti, strumenti di diversificazione sociale. Espressione di ric- chezza ma anche testimo- nianza di perfezione tecnica, di raffinata creatività, di sor- prendente bellezza. Bracciali come sottili lamine d'oro, anelli con gemme incastonate, orecchini con lavorazione a fi- ligrana, spilloni e fibule lavo- rati con la granulazione. I pre- ziosi si arricchiscono con intarsi di paste vitree, smalti e lapislazzuli. Gli Etruschi ag- giunsero la tecnica dello sbalzo, della stampiglia, degli anelli con castone aureo. Poi arrivarono la raffinatezza el- lenica e l'ostentazione ro- mana: i gioielli venivano por- tati su tutto il corpo, dai capelli alle caviglie, e indossati a tutte le età. Si arrivò a mettere col- lane così lunghe che si dove- vano avvolgere con più giri in- torno al collo prima di ricadere sui fianchi ma anche a usare anelli come pegni d'amore e fidanzamento. L'esibizione ri- marcava lo status sociale di chi li indossava ma anche la po- tenza dell'Impero romano, che garantiva un'abbondanza di pietre preziose: topazi, zaffiri, diamanti grezzi e smeraldi ar- rivavano da tutte le terre con- quistate. Dal terzo secolo d.C. l'ambra, il rubino e l'ametista brillarono dentro oggetti or- mai prepotentemente artistici. Nel Medioevo si trovarono nuovi metodi di castonatura e di smaltatura. Si diffuse l'i- dea che le pietre preziose e le gemme avessero poteri magi- c i e f o s s e r o i n g r a d o d i i n f l u e n z a r e l e v i t e d e g l i uomini mentre i gioielli, oltre ad adornare principi e dame, fiorirono in ambito religioso: reliquiari, medaglioni, anti- c h i r o s a r i . C o n i l Rinascimento, e il grande sviluppo delle rotte commer- ciali, l'arte orafa ebbe un importante rilancio. La colo- n i z z a z i o n e d e l l ' A m e r i c a portò a una maggiore dispo- nibilità di materiali preziosi. Non solo oro e argento in abbondanza ma anche giada e perle rare. I musei italiani oggi sono ricchi di monili che svelano meravigliose finiture ottenu- te con strumenti semplici dove però l'esperienza e la c u r a d e l d e t t a g l i o h a n n o sempre fatto la differenza. Tutta la storia dell'arte è contrassegnata da questa manifestazione di bellezza. P e r s i n o n e l l e e p o c h e p i ù insospettabili come durante il periodo barbarico quando si diffusero fibule, diademi, else, fibbie di cinturoni poli- c r o m i , g i o i e l l i m i r a b i l i e f a m o s i c o m e l a C o r o n a F e r r e a c o n s e r v a t a n e l l a Cappella di Teodolinda nel Museo del Duomo di Monza o il Trionfo di re Agilulfo a Firenze, una lamina in bron- zo dorato a sbalzo (entrambe d e l V I I s e c . ) o a n c o r a , l a croce di Desiderio a Brescia (VIII-IX sec.). Per non parla- re dei risultati di pregio indi- scusso prodotti nei periodi di s p l e n d o r e c o m e i l Rinascimento. Basti dire che artisti di fama internazionale come Brunelleschi, Ghiberti, D o n a t e l l o e L u c a d e l l a Robbia, si formarono proprio nelle botteghe fiorentine di oreficeria. L ' a r t e o r a f a h a o r i g i n i antichissime, una storia lun- ghissima ed è un intreccio di tecnica, materiali pregiati e creatività. Ma sostanzialmen- te è bellezza. Rappresenta ancora oggi u n a d e l l e e c c e l l e n z e d e l Made in Italy tanto che il Padiglione Italia all'Expo di Dubai ha recentemente dedi- cato una mostra a quest'ec- cellenza artigianale che è sia un'espressione della tradizio- ne artistica e culturale del Belpaese, frutto pregiato di lavorazioni come il cesello, la filigrana, la fusione, lo sbal- zo, sia un nobile prodotto commerciale che un marchio che porta l'Italia nel mondo dell'eleganza, del glamour, delle sfilate di moda. I distretti orafi più struttu- rati si trovano in Piemonte ( V a l e n z a P o ) , V e n e t o ( V i c e n z a ) e T o s c a n a (Arezzo). Il primo con 745 imprese e 5mila addetti è il più antico, ha un orienta- mento più artigianale delle produzioni ma una gamma di preziosi corrispondente a una fascia di prezzo più ele- vata. Non a caso qui hanno sede la Maison Damiani, lo stabilimento produttivo più g r a n d e d ' E u r o p a d e l l a M a i s o n B u l g a r i , e l ' a n n o prossimo si attende il nuovo s t a b i l i m e n t o d i C a r t i e r . Vicenza conta su lavorazioni più fini e tendenti alla gioiel- l e r i a , m e n t r e B a s s a n o s i occupa di lavorazioni sem- plici. Arezzo (1200 aziende e 8mila addetti) ha lavorazioni industriali rivolte alla fascia medio-bassa del mercato. Si a g g i u n g o n o p o i i p o l i d i Milano e della Campania. In Gioielli, opere d'arte nella storia italiana della bellezza giancarlo.fadin@protravelinc.com Direct: 818-783-0208