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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO 2022 C ome sapete, l'Ita- l i a h a a p p e n a e l e t t o i l s u o nuovo Presiden- te della Repub- blica, dopo che Sergio Matta- r e l l a h a t e r m i n a t o i l s u o mandato di 7 anni. Il Paese è felice di presentare al mondo il suo successore: Sergio Mattarella. Mattarella è stato infatti rieletto, cosa che è accaduta solo un'altra volta nella storia italiana, nell'aprile 2013, q u a n d o G i o r g i o Napolitano è stato votato per essere di nuovo presiden- te alla sesta sessione di voto. Q u a n d o f u c h i e s t o a Napolitano di restare, 9 anni fa, il suo discorso il giorno della rielezione fu chiaro: le forze politiche avevano il dovere di garantire conti- nuità e stabilità, quindi anche di accordarsi su nomi super partes, cioè con poca o nes- suna appartenenza politica, e adeguati a incarnare i valori del Paese. Ripensando alla settimana c h e a l l a f i n e h a p o r t a t o , domenica 31 gennaio 2022, a l l a s e c o n d a e l e z i o n e d i Mattarella alla presidenza, s e m b r a c h e c i s i a a n c o r a molto da fare nella politica italiana. Proprio come nel 2013, le due principali coali- zioni in Parlamento non sono riuscite a trovare l'accordo su un nome, riducendo in cene- re, nello spazio di una sola sessione di voto, la candida- tura, tra gli altri, della presi- dente del Senato Casellati. C'era così poco accordo tra destra e sinistra che alcuni parlamentari, non senza un pizzico di talento comico ma, intendiamoci, forse con poco rispetto per l'istituzione e il popolo che rappresentano, hanno addirittura dato il loro voto ad attori, calciatori e personaggi televisivi di fanta- sia. Alla fine, dopo una setti- mana di accesi dibattiti, gio- chi di spionaggio del tipo "lui h a d e t t o / l e i h a d e t t o " , e diversi nomi di candidati più o m e n o p o s s i b i l i m a n o n votati, tutti hanno convenuto che Mattarella dovesse resta- re altri sette anni. Così il p r i m o m i n i s t r o M a r i o Draghi, lui stesso un nome in caldo nei sondaggi, ha fatto una telefonata al nostro pre- sidente, gli ha chiesto gentil- mente di disfare le valigie e, letteralmente, di salvare il Paese da una crisi senza pre- cedenti. Mattarella, che era sempre stato molto chiaro sul fatto di non voler rimanere al Quirinale, ha accettato per il bene del Paese che ha così brillantemente servito dal 2015. Se il Paese ha bisogno di me, ha detto, io sono qui. Intendiamoci, la rielezione d i M a t t a r e l l a è , d a m o l t i punti di vista, il meglio che potesse capitare all'Italia: è stato finora un ottimo presi- dente, amato in egual misura dalla gente e molto rispettato dai suoi pari, sia in Italia che a l i v e l l o i n t e r n a z i o n a l e . I n f a t t i , i l e a d e r s t r a n i e r i hanno detto chiaramente di essere contenti che sia rima- s t o a l s u o p o s t o . P e r c h é Mattarella è un "europeista", un sostenitore dell'UE, rico- nosce e approva quel sub- strato culturale comune che noi europei abbiamo. Ora, in un momento storico in cui le voci populiste si alzano sem- pre più alte nelle nostre stra- de, e a soli due anni circa dalla Brexit avvenuta ufficial- mente, avere una figura del genere come capo di Stato, in un Paese politicamente vola- tile come il nostro, deve suo- nare come una garanzia per il mondo. Soprattutto per la concomitante presenza, a P a l a z z o C h i g i , d i M a r i o Draghi, uomo che lo stesso Mattarella ha chiamato per guidare il governo lo scorso anno. Ma se, tutto sommato, il s e c o n d o m a n d a t o d i M a t t a r e l l a e r a f o r s e l a migliore opzione che aveva- mo, perché la sua rielezione è stata vista come un enorme fallimento e un'incredibile particolarità? Il problema, come accennato sopra, non è Mattarella - che ha dimostra- to di essere un ottimo presi- dente - ma piuttosto nell'in- capacità del potere politico italiano di fornire e garantire la stabilità. Un'amica ameri- cana che ha seguito le elezio- ni ogni giorno con me, ha detto che era come "guardare dei bambini che litigano in un parco giochi", e ha centra- to perfettamente il punto. Queste elezioni hanno dimo- strato come il più grande pro- blema che abbiamo in tema di politica è l'incapacità dei nostri rappresentanti di tra- scendere gli obiettivi perso- nali o di partito e fare ciò che è buono e giusto per il Paese. Anche se non siamo gli unici ad avere questo problema, e certamente crediamo nel vec- c h i o d e t t o m a l c o m u n e è m e z z o g a u d i o ( u n m a l e comune è quasi come la feli- cità), sarebbe meglio condivi- dere qualcosa di diverso dal- l'instabilità politica con gli altri cittadini del mondo. Ma questo è un argomento molto delicato, che appartie- ne al giornalismo politico, arena in cui preferisco non entrare. Allora parliamo di un'altra interessante peculia- rità di queste ultime elezioni: il secondo mandato del presi- dente. Per gli americani è assolutamente normale, ma non per noi, una Repubblica parlamentare, dove il presi- dente non è eletto diretta- mente dai cittadini, ma dal Parlamento e dai rappresen- t a n t i r e g i o n a l i , i l d o p p i o mandato è avvenuto solo due volte, con i nostri ultimi due p r e s i d e n t i , G i o r g i o Napolitano, rieletto nel 2013, e Sergio Mattarella, rieletto d u e s e t t i m a n e f a . S e Napolitano ha accorciato il suo secondo mandato dimet- tendosi dopo due anni, sem- bra che Mattarella voglia r i m a n e r e f e d e l e a l l a Costituzione e rimanere per tutti e sette gli anni. P e r c h é , m e n t r e l a Costituzione non nega aper- tamente la possibilità di ser- vire più di sette anni, non dice nemmeno apertamente che sia accettabile, se non in caso di grave necessità, come durante una guerra. Si può obiettare che, con tutto quel- lo che è successo negli ultimi due anni, possiamo benissi- mo definire queste elezioni un'emergenza, ma è una que- stione di punti di vista. Lo s t e s s o M a t t a r e l l a , c h e d i Costituzione se ne intende, visto che è stato giudice e legislatore costituzionale, ha evidenziato che una doppia elezione al Quirinale non è contemplata apertamente. Anche la durata di ogni man- dato, sette anni, è vista come un ostacolo perché lascereb- be la stessa persona nella più alta posizione politica del Paese per un periodo relati- vamente lungo, cosa che in Italia tendiamo a non apprez- zare troppo, dopo tutto quel- lo che è successo durante il fascismo. I commentatori politici hanno accennato al fatto che, forse, è ora che l'Italia volti pagina e diventi una repub- blica presidenziale come gli Stati Uniti o la Francia: i can- didati farebbero le loro cam- pagne elettorali e noi li vote- r e m m o d i r e t t a m e n t e . T u t t a v i a , n o n c ' è a l c u n a garanzia che un nuovo siste- ma funzionerebbe meglio, né che eviterebbe un'impasse come quella di due settimane fa. Per il momento, possiamo godere della stabilità e del p r e s t i g i o c h e i l d u o M a t t a r e l l a - D r a g h i d à a l Paese, soprattutto a livello i n t e r n a z i o n a l e . T r a s e t t e anni, vedremo cosa succe- derà. L'ex Presidente della Repubblica Napolitano, il primo nella storia d'Italia ad essere eletto due volte (Photo: Adrian Laurentiu Romaniuc/Dreamstime) Il nostro nuovo presidente è ... il nostro vecchio presidente. Perché la rielezione è così rara in Italia SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI