L'Italo-Americano

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19 GIOVEDÌ 24 FEBBRAIO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Giovanni Della Casa, uno dei padri del bon-ton (Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Author: The Yorck Project. License: Public Domain) O g n i i t a l i a n o conosce la paro- la Galateo, ma n o n m o l t i , credo, ne cono- scono le regole. In realtà, alcuni di noi possono anche essere un po' confusi su cosa sia effettivamente: un libro, una serie di norme sociali, un trattato storico? In effetti, è un po' tutte queste cose. Ma procediamo con un po' di ordine, dall'inizio. Cominciamo col dire che l'idea di insegnare le "buone maniere" non è un'invenzio- ne italiana ma del teologo g r e c o C l e m e n t e d i Alessandria che, circa 200 anni prima di Cristo, propose nel suo Pedagogo le prime regole di buona condotta, dal modo di vestire bene e com- portarsi a tavola, fino all'uso d e i p r o f u m i . L ' i d e a f u abbracciata dai Romani, che erano appassionati del con- cetto di decoro, un modo di essere e di comportarsi che mostrava lo status morale e sociale dell'individuo. Infatti, abbiamo persino un aggettivo in italiano, decoroso, che deriva dall'antica idea roma- na di decorum. Tuttavia, è innegabile che, quando pensiamo o parliamo di galateo, la nostra mente vada quasi immediatamente al Rinascimento e alle corti eleganti della Toscana e di Venezia. Per essere corretti, dovremmo anche menziona- r e i l g r a n d e u m a n i s t a Erasmo da Rotterdam che in alcune delle sue opere discusse le buone maniere per i bambini. Ma il primo libro interamente dedicato all'arte di comportarsi bene è tutto italiano e fu pubblicato a V e n e z i a d a l l a S t a m p a Aldine nel 1528: era Il Libro del Cortegiano, del corti- giano e diplomatico conte Baldassare Castiglione. Il suo Cortegiano fu una delle pubblicazioni più influenti sul galateo nel XVI secolo, e le sue regole furono abbrac- ciate in tutta Europa. I buoni cortigiani, scrisse Castiglione, dovrebbero essere rispettati in società in nome delle loro belle maniere, specchio della purezza della loro anima e dell'altezza del loro intelletto. Una trentina d'anni dopo, tra il 1550 e il 1555, il cattoli- c o r o m a n o m o n s i g n o r G i o v a n n i d e l l a C a s a , d a Firenze, scrisse il suo Galateo overo de' Costumi, un tratta- to - avete indovinato - sulle buone maniere. Ora, natural- mente, l'opera di della Casa è quella che ha dato il nome alla "disciplina", almeno in Italia, dove nonostante altri termini più internazionali come bon-ton e etiquette (noi diciamo etichetta), le buone maniere sono ancora ampia- mente indicate come "gala- teo". Ma da dove viene la paro- l a ? P r o b a b i l m e n t e d a u n n o m e , p e r c h é l ' a u t o r e h a dedicato la sua opera a un c a r o a m i c o , m o n s i g n o r Galeazzo Florimonte, vescovo di Sessa Arunca (Campania), noto per le sue impeccabili maniere. Se si prende il suo nome e lo si latinizza, pratica ancora piuttosto diffusa nel Rinascimento, si otterrebbe Galatheus: il passo da qui a Galateo è, infatti, incredibil- mente breve. Il libro è strut- turato come un tradizionale testo pedagogico, dove un maestro più anziano, che spesso parla in prima perso- na, istruisce un giovane allie- vo su argomenti specifici, in questo caso le buone manie- re, l'etica e l'estetica. Alcuni esempi di ciò che vi trove- remmo? Mai parlare troppo o troppo poco, mai guardare nel piatto degli altri, si masti- ca con la bocca chiusa, mai mettere i gomiti sul tavolo. Vi suona familiare? Sì, infatti: ancora oggi seguiamo queste regole! C e r t o , d e l l a C a s a e Castiglione non potevano anticipare il modo in cui la nostra società si sarebbe evo- luta nel tempo, quindi è nor- male che alcuni dei loro sug- gerimenti siano diventati obsoleti. Ma non temete, per- ché il galateo si è evoluto con il tempo. In Italia, tendiamo a seguire il lavoro di Lina Sotis, una famosa giornalista de Il Corriere della Sera che ha scritto, negli anni '70, il suo manuale di galateo, chia- mato semplicemente Bon- Ton. La Sotis rimane un'ico- na del giornalismo e del gala- teo italiano: è stata la prima donna a lavorare nella sezio- ne di attualità del Corriere della Sera e ha continuato a scrivere per il popolare quoti- diano milanese (è il più ven- duto del Paese) fino al 2009, quando si è ritirata. Tuttavia, tiene ancora una rubrica, Qui Lina, dove discute con i letto- ri di un po' di tutto, buone maniere comprese. Curiosità italiane: cos'è il Galateo e da dove viene? L a n o s t r a p a r o l a speciale di questa settimana è una p a r o l a d i f f i c i l e perché può dav- vero essere interpretata in un milione di modi. Quando- mai - o quando mai, come locuzione avverbiale - (koo- ahn-doh mah-ee) è formata d a d u e a v v e r b i d i t e m p o separati, quando e mai. Lo usiamo comunemente, in tutti i registri e, in effetti, in una varietà di occasioni, perché quandomai può indi- care sorpresa o incredulità, ma anche finta disapprova- zione e, a volte, lo si usa in chiave retorica. Per esempio, quando si vuole mostrare che non si può credere che qual- cosa sia successo, e quanto si è s o r p r e s i , s i d i r e b b e : Quandomai può succedere qualcosa così?!, il che signifi- ca che ciò di cui stai parlando è così incredibile che non puoi credere che sia succes- so. M a s i p u ò a n c h e u s a r e quandomai per mostrare che non si approva qualcosa, o c h e n o n s i è d ' a c c o r d o : Q u a n d o m a i s i m e t t e l a panna nella carbonara! è una frase che ogni italiano nel mondo avrà probabil- m e n t e u s a t o a l m e n o u n a volta nella vita. A volte, descrive anche l'ovvio attraverso il suo con- trario, proprio come quando si dice, Ma quandomai mi sono piaciuti i dolci? dove il vero significato della parola è, forse, dato più dall'intona- zione della frase che da altro. Ultima cosa ma non meno importante, quandomai è utile anche quando siamo... a pesca di complimenti. Sapete come va: preparate da zero una deliziosa lasagna e la ser- vite per cena ai vostri ospiti, che lucidano i loro piatti con gusto. Uno di loro chiede: "Hai fatto la lasagna, era d e l i z i o s a ! " e t u r i b a t t i : Quandomai sarei capace di fare qualcosa di così buono! con una punta di sorpresa e, f o r s e , a n c h e d i r i v a l s a , soprattutto se sei stato accu- sato, in passato, di essere un pessimo cuoco! Quando si tratta di tradur- re quandomai, bisogna dav- vero stare attenti al contesto: si può usare gli equivalenti di w h e n , w h e n e v e r , w h y ever... l'importante è sceglie- r e l a g i u s t a s f u m a t u r a d i significato! - Quandomai ti ho detto che potevi uscire stasera?! Vai in camera tua! - When have I ever said you could go out tonight?! Go back to your room! - Quandomai ti ho chiesto u n f a v o r e i n t u t t i q u e s t i anni? - In all these years, when h a v e I e v e r a s k e d y o u a favor? - Quandomai quel ragaz- zo si fa gli affari suoi! - Has that guy ever min- ded his own business? P a r o l a d e l g i o r n o - q u a n d o m a i : sorprendente, ovvio o incredibile? © Fancystudio | Dreamstime.com

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