L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 24 FEBBRAIO 2022 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | comunicare, con la bacchetta mentre dirige, e poi va verso il futuro, verso nuove sfide. C'è una molteplicità di modi di definirlo sia come uomo sia come compositore ma in f o n d o , a l l a b a s e , c ' è u n a grandissima coerenza. Riassumendo le vostre c o n v e r s a z i o n i , c o m e definiva Morricone la sua musica e a cosa era più legato? B e h p r i m a d i t u t t o l a m u s i c a e r a l a s u a v i t a i n senso letterale: era l'impegno della sua vita. Si svegliava all'alba, faceva ginnastica e si m e t t e v a a s c r i v e r e f i n o a mezzogiorno. Al pomeriggio o andava a registrare per i film o continuava a scrivere, fino a tarda sera. Ha lavorato tantissimo quindi per lui la musica era innanzitutto una presenza, veramente forte. Con la musica ha avuto un approccio particolare. Tutti vorremmo lavorare per il cinema, Morricone no. All'i- nizio voleva essere ricono- sciuto come compositore d'a- v a n g u a r d i a a l p a r i d i Stockhausen, Boulez, Nono, Ligeti, Bartók, Mahler. Inve- ce piano piano si è dovuto adattare all'industria che gli dava soldi. Ha arrangiato tantissimi brani di musica i t a l i a n a , d e i c a n t a n t i p i ù f a m o s i d e l l a R c a c o m e Morandi, Paoli, Vianello. Poi è arrivato il cinema ma il pas- saggio è stato quasi conflit- tuale perché sentiva di perde- re tempo con quest'arte che non era la sua ambizione ma che doveva rispettare perché gli dava il pane. Questo con- flitto è durato parecchio, ne ha sofferto, ma poi si è ricre- duto. Soprattutto negli ultimi a n n i g r a z i e a i c o n c e r t i e anche al lavoro che abbiamo fatto insieme, cosa che dice in tante interviste e nella pre- fazione al libro. Questo pro- cesso lo ha portato a capire che tutta la sua musica era importante, tutte le sue espe- rienze erano importanti per- ché hanno detto al mondo chi era Ennio Morricone. Q u a l e c r e d e s i a i l s u o n o c h e i l m a e s t r o inseguiva. Quando dovevamo trovare il titolo al libro, Morricone se ne uscì con una poesia che aveva dedicato a Maria, sua moglie. Lì c'è tutto. "Il suono della tua voce/coglie nell'a- r i a / u n i n v i s i b i l e t e m p o / immobilizzandolo/in un atti- mo eterno. Quell'eco è entra- ta in me/frantumando i cri- stalli fragili/del mio sospeso presente/… senza ritorno. Dovrò cercare futuro/inse- guendo quel suono/io stesso disperata eco/a ritrovarmi". Inseguiva un suono che guida verso l'amore, verso l ' a b b r a c c i o , c h e p u n t a a l capirsi ma anche alla capa- cità di stimolare nuove rifles- sioni. Cercava la comunica- zione con l'altro (ma anche di arrivare al pubblico, di con- vincere il committente) ma sempre difendendo la sua storia personale, il suo per- corso di studio musicale. La questione dell'identità era molto importante per lui. Il titolo (ma anche la foto di copertina) invita- n o a f a r e s i l e n z i o p e r ascoltare. Chiedono di mettersi in ascolto del Maestro, della sua espe- rienza, della sua musica. Ma c'è anche un invito rivolto a ciascuno di noi, a c e r c a r e i l " n o s t r o " suono? Sì, il silenzio è stato fonda- mentale per ascoltare Morri- cone e suoi racconti. Tra l'al- tro, nel XX secolo il silenzio è diventato musica: Morricone cita spesso il famoso pezzo di 4 minuti e 33 secondi di John Cage, nato come provocazio- ne alla tanta musica. Può creare una riflessione tra l'og- getto e il soggetto. E' la con- dizione zero, base, da cui la musica, come la vita, può a n d a r e e t o r n a r e . Q u e i momenti possono sembrare vuoti oppure risultare pieni. Per inseguire, per ascoltare, b i s o g n a c r e a r e q u e s t o momento di silenzio interiore ed esteriore per collocarsi e trovare il proprio equilibrio verso se stessi e poi verso l'al- tro. Lei è un compositore e u n o s c r i t t o r e : n o t e e parole sono due linguag- g i m o l t o d i v e r s i c o s ì come lo sono musica e cinema che pure, Morri- cone, sapeva far dialoga- re perfettamente. Cosa aggiungono le parole che ha raccolto nel libro al "Morricone musicale". Morricone non avrebbe bisogno di arricchimento da un punto di vista musicale perché abbiamo, a differenza di altre epoche dove magari avevamo la partitura ma non l'esecuzione del compositore, la possibilità di ascoltare tutte le sue musiche, di entra- re in contatto diretto con la fonte sonora. Nel libro par- liamo non solo di come sia diventato compositore ma possiamo ascoltare l'espe- rienza di un uomo e di un musicista che ha costruito la sua vita, se stesso. Il libro invita ad andare dietro le quinte per interrogarsi sulle cause, sul perché, ad esem- pio, abbia usato la voce di Edda dell'Orso nei western, perché quelle eccezionalità timbriche siano entrate così profondamente nell'incon- scio collettivo, da dove arrivi- no quelle idee. Ecco, nel libro e nei podcast possiamo capi- re davvero queste straordina- rie cause che hanno portato agli effetti che conosciamo. Il nostro intento era provocare, non solo nei musicisti, una riflessione da creatore più che da consumatore. Per raccontarsi, Mor- ricone ha scelto un altro compositore molto più giovane di lui. Cosa vuol dire secondo lei? Serve affinità per capirsi ma anche distanza (tempo- rale in questo caso) per cogliere meglio il senso delle cose? Morricone è nato nel 1928 e io nel 1985. Parliamo di queste differenze generazio- nali, è un altro grande tema della nostra relazione. Sì, ci vuole sia distanza sia vici- nanza ma anche una predi- s p o s i z i o n e a l l ' a s c o l t o , a l capirsi, e anche una simpatia iniziale, rispetto, la fiducia che cresce nel tempo. In un certo senso ci siamo scelti e poi, come in Serendipity, le cose sono accadute anche se ognuno di noi ha dato la sua disponibilità perché accades- sero. Non bastano un giova- ne e un anziano, occorre che vogliano comunicare e capir- si, ci vuole un'apertura. Quando vi siete incon- trati per la prima volta nel 2005, Morricone le ha suggerito di studiare composizione per la pre- disposizione e il talento che ha trovato in lei da giovanissimo. E' qualco- s a c h e v i a c c o m u n a : R o b e r t o C a n g i a n o g l i suggerì di dedicarsi alla composizione, più che alla tromba. Quale altro punto in comune vorreb- be avere con lui? E in che cosa lo trova inarrivabi- le? Al di là di similitudine bio- grafiche e di contesti di vita profondamente diversi, direi che ci siamo trovati su un punto: non sono cambiate le emozioni umane, come dice- va Pasolini. Ci siamo trovati sulla volontà di esprimerci, sulle ambizioni, la serietà, la voglia di fare, di scavare e andare in profondità, come dimostra la musica di Morri- cone che ti fa vedere quello che lui ha visto e poi ha tra- smesso, con la sua potenza comunicativa e la sua capa- cità di analisi sensoriale che le immagini cinematografi- che nemmeno ti mostrano. In che cosa è inarrivabile? Beh…Morricone è Morrico- ne. Io posso solo augurarmi di trovare Alessandro De Rosa. Il 15 febbraio è uscito il s u o " F l e s h a n d S o u l " , viaggio musicale attra- verso le emozioni. Otto brani per 70 minuti. Un tempo lungo, insolito, controcorrente rispetto al tempo veloce di oggi. Il disco con la cantautrice brasiliana, performer, attivi- sta, due volte disco di platino Fantine Tho, e le illustrazioni di Greta Facchinato, ha pro- prio un senso contrario alla frammentazione che viviamo oggi. Krishnamurti lo diceva spesso. Questo disco è un viaggio verso la connessione, l'ascolto, la meditazione, il pensiero filosofico indiano, all'interno di sé e all'interno di archetipi. Uno degli ideali che mi ha guidato in questo l a v o r o è c h e T h o è m o l t o occupata nei progetti di rifo- restazione e che non ci può essere un mondo equilibrato fuori, senza trovare equilibrio dentro. Quindi è un disco meditativo, si fa un viaggio interiore, cosmico, ma si ha bisogno di tempo perché è molto importante, come ci insegna la musica del passa- to, calarsi, concentrarsi, stac- carsi, silenzio. C'è qualcosa del "suo tempo con Morricone" che continuerà a seguir- la? Il tempo con Morricone mi seguirà come mi seguirà quello condiviso con Boris Porena che è stato il mio maestro e che ha studiato con Petrassi. Ci sono incontri nella vita che portiamo den- t r o s e m p r e . S o n o q u e l l i importanti in cui ci si scam- bia qualcosa e che non ci ren- dono più gli stessi. Il tempo con Morricone continuerò a ripensarlo, a capirlo sempre meglio per valorizzarlo ed essere migliore, con nuovi strumenti per leggere, per percepire meglio. Ma conti- n u e r ò a n c h e a c e r c a r e , a inseguire qualcosa di sempre più profondo. NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 5 C Alessandro De Rosa con Ennio Morricone (Photo courtesy of Alessandro De Rosa)

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