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19 GIOVEDÌ 10 MARZO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Le colorate case di Burano (Photo: Stevanzz/Dreamstime) B u r a n o è u n a delle tre isole pit- toresche - le altre due sono Mura- no e Torcello - che condividono la laguna con Venezia. Burano è conosciuta per due cose: la sua tradizione del merletto e i colori vivaci delle sue case. Se sei stato a Burano, sai esattamente cosa intendo: ogni casa, sia quelle lungo i canali che quelle lungo le calli, sono dipinte in tonalità vivaci che vanno dal giallo intenso al rosa caldo, dal blu cielo al rosso e al verde pisello. In una giornata di sole, la vista è una gioia per il cuore, qualcosa che mette subito di buon umore e che dona all'isola una bellezza spe- ciale: certo, la scelta di dipin- gere le case in modo così colo- rato deve motivarsi solo nella loro bellezza, giusto? Beh, non proprio... Prima di addentrarci nella storia delle sue case, diciamo qualcosa di più dell'isola. Fu occupata per la prima volta quando gli abitanti di Altino, l'antico insediamento da cui Venezia ebbe origine, fuggiro- no dai barbari che avevano invaso la zona verso la fine d e l l ' I m p e r o R o m a n o d'Occidente, e si trasferirono nelle più sicure isole della laguna: Mazzorbo, Torcello, M u r a n o , A m m i a n o , Costanziaco e Burano. Infatti, Burano era direttamente colle- gata ad Altino attraverso una p o r t a c h i a m a t a P o r t a Boreana, da cui deriva il nome "Burano". I primi abitanti di Burano avevano abitazioni piuttosto umili, con muri fatti di legno e fango e fu solo in una fase suc- cessiva, quando l'influenza romana divenne più forte, che apparvero edifici in muratura. Burano sviluppò un'economia b a s a t a i n g r a n p a r t e s u l l a pesca ed era nota per essere una delle zone più salubri della laguna, un luogo dove la mala- r i a - c h e e r a u n p r o b l e m a conosciuto da quelle parti - non era mai un problema. La comunità si sviluppò, in un ambiente salubre ma con mezzi economici relativamente modesti, non abbastanza per- ché la gente spendesse tempo e denaro per l'aspetto esteriore delle proprie case. Le cose però cambiarono verso la fine del XV secolo, quando si stabilì la prospera industria del merlet- to fatto a mano: ben presto, l'a- bilità delle merlettaie locali rese Burano famosa in tutta Europa, portando ricchezza e risalto alla sua gente. Ma ora torniamo alle case e ai loro colori. L'usanza iniziò probabilmente nello stesso periodo in cui il business del merletto creò più ricchezza intorno all'isola, e si sviluppò all'interno della sua comunità di pescatori. Le leggende dico- no che, a causa della nebbia c h e a v v o l g e s p e s s o l ' i s o l a quando il tempo diventa più freddo, i pescatori non riusci- vano a trovare le loro case nella fitta nebbia mattutina che le circondava, così inizia- rono a dipingere gli esterni con colori molto vivaci e unici per renderli più visibili e riconosci- bili. C'è anche un'altra versione della storia, ancora più colorita - non è un gioco di parole - che coinvolge sempre i pescatori; sembra che, ai tempi, avessero una certa inclinazione per il buon vino e, a volte, riuscivano solo così a distinguere casa loro sulla via del ritorno dalla taverna. Per questo motivo, non solo iniziarono a dipingere la loro casa con colori vivaci e m o l t o r i c o n o s c i b i l i , m a , a quanto pare, le loro mogli lega- vano al braccio dei mariti un pezzo di stoffa dello stesso colore della loro casa prima che andassero a bere, così che, nel caso fossero svenuti da qualche parte, la gente potesse sapere a quale casa appartene- vano! Le donne di Burano sono anche al centro di un'altra ver- sione della storia. A causa del- l'acqua alta, delle maree e della vicinanza al mare, le case locali avevano spesso bisogno di un po' di manutenzione per conservarsi belle ed era compi- to delle donne locali assicurar- si che tutto fosse al top e all'al- tezza degli standard: raccoglie- vano qualsiasi vernice che tro- vavano, spesso mescolando le tonalità insieme, creando i risultati colorati di cui godia- mo ancora oggi. Secondo un'altra storia, i n v e c e , l e c a s e d i B u r a n o divennero così colorate per permettere ai locali di distin- guere una famiglia dall'altra: c'erano, pare, molte persone che condividevano lo stesso cognome, tanto che era più semplice identificare i residen- ti o attraverso un soprannome o, appunto, il colore della pro- pria casa. Oggi le case di Burano sono f a m o s e c o m e i d e l i c a t i - e costosi - merletti, e vi sorpren- derà sapere che i loro proprie- tari non possono decidere la tonalità né possono cambiarla quando vogliono: c'è una tavo- lozza specifica, approvata dal consiglio locale, e ogni cambia- m e n t o d e v e p r i m a e s s e r e approvato dalle autorità. Curiosità italiane: perché le case di Burano sono così colorate? L a parola di oggi è molto necessaria in questi giorni. Buondì (boo-ohn-dee, con l'accento sulla -dee!) è un termine colloquiale usato p e r d i r e " b u o n g i o r n o " o "buona giornata". È l'unione d i a l t r e d u e p a r o l e , b u o n ("buono") e dì (una versione a n t i q u a t a d i " g i o r n o " ) , e cominciò ad essere usato nel XIV secolo, con alcuni esem- pi notevoli che appaiono in Petrarca. B u o n d ì è d i v e r t e n t e e allegro. Usarlo al risveglio ti fa sentire in cima al mondo. Ed è sempre accompagnato da un sorriso. Raramente troverete un italiano triste che vi saluta con questo ter- mine. Dato che è un termine colloquiale, raramente viene usato nella scrittura formale, ma naturalmente con esso si può cominciare un'email o una lettera a un amico. Sembra che non riuscia- mo a deciderci se buondì debba essere scritto come una o due parole (buon dì): in verità, entrambe le forme s o n o c o m u n i , m a l ' A c c a d e m i a d e l l a Crusca dice che la versione buon dì potrebbe essere più usuale: ha davvero impor- tanza, visto che lo diciamo più che scriverlo, il nostro buondì? In verità, la nostra vene- r a t a a c c a d e m i a f a n o t a r e che, forse, è comodo fare questa differenza per distin- guere tra buon dì come salu- to, e buondì come dolce: sì, perché la famosa pasticceria Motta produce dal 1953 il suo mitico Buondì, una pic- cola pasta lievitata semplice o ripiena di marmellata e cioccolato, ricoperta di glas- sa di zucchero e zuccherini. Alla fine però, non impor- ta come si scrive, quello che conta è il messaggio. Buondì i n i t a l i a n o è p i ù c h e u n modo di salutare, perché è sempre accompagnato da un sorriso. - Buondì cara! Che bellis- sima giornata! - Good morning my dear, what an amazing day! - Buondì, come stai? - Buongiorno, come va? - Quando ero piccolo, a c o l a z i o n e m a n g i a v o u n b u o n d ì a l l a m a r m e l l a t a tutti i giorni - When I was a child, I used to eat a jam "buondì" for breakfast every day P a r o l a d e l g i o r n o - b u o n d ì , l a migliore parola per iniziare bene la giornata! © Ezumeimages | Dreamstime.com