L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-24-2022

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www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 24 MARZO 2022 N essuno va nella Puglia centrale in cerca di grandiose cat- tedrali, né si aspetta di trovare esempi di arte preziosa o opulente sale da concerto. La Valle d'Itria, la regione pugliese situata pro- prio dove inizia il tacco, è una terra senza tempo punteggiata da massicci ulivi, infiniti mu- retti di pietra e dolci colline. Conosciuta per i suoi famosi trulli, gli stravaganti edifici a forma di cono che sembrano trasportati direttamente da una fiaba, la regione è diven- tata destinazione turistica forse più tardi rispetto al resto d'Italia. E per questo, la magia è forse ancora più magica, qualcosa che la ricca terra rossa conosce da sempre: c'è qualcosa di speciale in questo posto e nei suoi abitanti. Tra i campi fertili con oli- veti, grano e frutteti, un certo numero di città degne di nota sorgono su un particolare ter- reno carsico. Ci sono l'iper-tu- ristica Alberobello e le sue ado- rabili strade piene di trulli, la "città bianca" di Ostuni, Ceglie Messapica (uno degli insedia- menti più antichi d'Italia), e altri affascinanti villaggi im- biancati come Cisternino e Lo- corotondo. L'atmosfera di que- sti luoghi è unica, qualcosa che si percepisce come più antico e più sapiente di altre regioni più a nord. Gran parte dell'ar- chitettura ricorda facilmente la Grecia costiera e persino il Medio Oriente. Gli edifici do- minano con occasionali cupole che sorgono qua e là, molti ri- flettono il feroce sole estivo con le loro facciate bianche. I trulli si trovano in abbondanza in tutta la regione, spesso re- staurati, ma molti rimangono cumuli di pietra fatiscenti che raccontano di un tempo di- verso. Un po' di ricerca rivela prove sostanziali per la sud- detta vibrazione dell'anima an- tica di questa terra e per molte delle sue caratteristiche uni- che. Torniamo all'VIII secolo a.C., il tempo dei Messapi, un'antica civiltà che ha gettato le basi per questa parte spe- ciale d'Italia. È abbastanza noto che l'an- tica Italia meridionale e la cul- tura romana che seguì furono pesantemente influenzate dalla precedente colonizza- zione greca. Infatti, la Sicilia e l'Italia meridionale erano co- nosciute come Magna Gre- cia. Ciò che è meno noto, tut- tavia, è che fino a quando l'Impero Romano colonizzò l'Italia, moltitudini di tribù vis- sero in forma indipendente in tutta la penisola. Se molti in- sediamenti tribali e le loro in- fluenze sono svanite nel tempo, altri hanno resistito, i loro contributi sono ancora vi- tali anche se non riconosciuti. I Messapi rispondono a questa descrizione. Prima del mio ingresso in Puglia e nella Valle d'Itria, non avevo alcuna familiarità con la regione né con la sua storia. Qui ho tro- vato una netta differenza. L'ar- chitettura, i nomi dei luoghi, i costumi, le superstizioni, la terra stessa: tutto era così unico. Il mio interesse è stato stimolato. Anche se è materia discussa tra gli studiosi, si ritiene che la tribù dei Messapi sia mi- grata intorno all'VIII secolo a.C. dall'area che comprende l'odierna Albania, allora cono- sciuta come Illiria. Infatti, il nome Messapia, toponimo che si trova ancora in tutta la re- gione e che significa "terra tra i mari", deriva dalla lingua messapica ed è strettamente legata all'albanese. La tribù era molto indipendente e abba- stanza abile nell'agricoltura, nella lavorazione della pietra, nella costruzione di strade, nell'equitazione e nella cera- mica. La loro capacità di col- tivare grano di qualità portò ad una grande economia com- merciale con la Grecia. In so- stanza, se la cavarono molto bene in questa terra calda e umida dell'Italia meridionale. Come tutte le storie di civiltà passate, i Messapi furono alla fine assorbiti. Con la diffusione dell'Impero Romano, la cul- tura messapica fu conquistata nel 272 a.C. e assimilata. Non si può dire, tuttavia, che dell'influenza messapica sia rimasto molto più di una menzione nei libri di storia. La loro impronta rimane oggi, una storia avvincente che spiega il fascino di questa zona. Spicca su tutto l'eredità dei magnifici ulivi della Valle d'Itria. Molti sono più alti di una quercia e crescono nodosi come la barba di un mago. Questi giganti producono il fa- moso olio aromatico che for- nisce fino al 45% della produ- zione totale dell'Italia, così come un'infinita galleria di sculture naturali per chi passa. Si ritiene che si possa attri- buire ai Messapi l'arte di in- nestare gli ulivi selvatici del Mediterraneo con la varietà europea: il risultato sono gli alberi coltivati che si vedono ancora oggi. È da notare che non tutti gli uliveti di questa zona sono disposti come sol- dati, fila dopo fila, poiché que- sto metodo non fu introdotto fino all'epoca romana. Interes- sante è anche il modello di cre- scita a rotazione in senso ora- rio di questi alberi. Ogni esemplare si muove a spirale nella stessa direzione come se fosse sotto una sorta di incan- tesimo; tuttavia, gli studi hanno concluso che queste bel- lezze a crescita lenta ruotano in sintonia con la rotazione ter- restre... un esempio traslato della forza di Coriolis che fa ruotare i fluidi in senso orario. E sì... ulivi simili nell'emisfero meridionale mostrano modelli di crescita in senso antiorario! Il talento messapico nel piantare le colture e nell'alle- vare il bestiame ha posto le basi per quella che continua ad essere una sacca agricola sana in Puglia, nonostante il caldo e le condizioni spesso sic- citose. Gli agricoltori vi di- ranno che questo dipende dallo strato di calcare che ri- posa sotto il suolo roccioso, una specie di spugna che si at- tacca alla pioggia e ne rallenta la discesa. Le famiglie messa- piche crearono coltivazioni di grano di grande successo, molte delle quali venivano esportate, proprio come i pu- gliesi continuano a fare oggi. Le pecore fornivano il latte per il formaggio e la carne, un'in- dustria ancora forte e vivace. I vecchi sentieri per le pecore, chiamati tratturelli, si sno- dano ancora lungo muretti di pietra costruiti con precisione a protezione dei campi biondi e dei pascoli rocciosi. I man- dorleti sono abbondanti. Non si sa se siano stati i Greci o i Messapi a portare per primi il frutto sul suolo italiano; in ogni caso, le famose mandorle fioriscono qui facendo dell'I- talia il terzo produttore mon- diale. Si può anche attribuire ai Messapi il piacere di sorseg- giare un buon vino primitivo pugliese. Ci sono molti studi, ma la maggior parte è d'ac- cordo che l'uva del primitivo fu introdotta per la prima volta in questa regione dalla tribù dei Messapi: una cosa fortu- nata, davvero! L'architettura antica che risale al periodo successivo all'esistenza della tribù ricorda questo popolo at- traverso le molte masserie che si trovano in tutta la zona. In piedi come fortini di pietra, questi imponenti complessi di case coloniche punteggiano ancora il paesaggio e molti sono stati convertiti in abita- zioni di lusso per le vacanze. Come il loro nome sia arrivato a riflettere i Messapi, tuttavia, è un fatto ancora da scoprire! Molto di ciò che noi pen- siamo come antica influenza romana, specialmente nell'I- talia meridionale, è piuttosto un amalgama del meglio di molte tribù, e i Messapi furono una di queste. Come i grandi vecchi ulivi che abitano la Valle d'Itria, un sottofondo tacito al fascino della Puglia centrale rimane intrinsecamente mes- sapico. Le vestigia di antiche mura messapiche nell'area dell'antica Gnatia (oggi Egnazia). (Photo: Vololibero/Dreamstime) I Messapi, gli antichi pionieri della Valle d'Itria pugliese SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI Selling Homes Throughout The Bay Area Adele Della Santina "The Right Realtor makes all the di昀erence." 650.400.4747 Adele.DellaSantina@compass.com www.AdeleDS.com DRE# 00911740 Expert in preparation, promotion, and negotiation!

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