L'Italo-Americano

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29 GIOVEDÌ 24 MARZO 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | D o p o u n a n n o d i p a u s a a c a u s a d e l l a p a n d e m i a , i l Los Angeles, Italia, Film, Fashion and Art Festival è tornato al TCL Chinese Theater di Hol- lywood dal 20 al 26 marzo. Fondato e organizzato ogni anno dal maestro del festival c i n e m a t o g r a f i c o i t a l i a n o Pascal Vicedomini, l'e- vento mira a mettere in luce l'eredità cinematografica, il lifestyle e il contributo arti- stico dell'Italia e anche a presentare le attuali produ- z i o n i i t a l i a n e n e g l i S t a t i Uniti. La cerimonia di apertura è stata condotta dall'attore i t a l o - a m e r i c a n o R o b e r t D a v i , d a l l ' a t t r i c e d i C S I Miami Sofia Milos e dall'ac- t i n g c o a c h d i H o l l y w o o d B e r n i e H i l l e r . I l C o n s o l e G e n e r a l e d ' I t a l i a S i l v i a Chiave e il capo dell'Istituto I t a l i a n o d i C u l t u r a E m a n u e l e A m e n d o l a hanno presentato i premiati. Se questa edizione di LA- Italia ha commemorato il centenario della nascita del- l'attore, regista e sceneggia- t o r e i t a l i a n o V i t t o r i o G a s s m a n c o n u n a m i n i - retrospettiva del suo lavoro, la star più attesa durante la prima serata è stato il regista d i f a m a i n t e r n a z i o n a l e Paolo Sorrentino il cui ultimo film, La mano di Dio, è s t a t o n o m i n a t o dall'Academy nella categoria Best International Movie. Sorrentino è tornato nella Città degli Angeli dopo che il suo precedente lungome - traggio, La grande bellezza, h a v i n t o i l p r e m i o c o m e miglior film straniero all'86° Academy Awards, oltre al Golden Globe e al premio BAFTA nella stessa catego- ria. È stato il primo Oscar per Sorrentino e l'undicesi- ma vittoria per un film ita- liano da quando il film in lingua straniera è diventato una categoria competitiva nel 1956, la più grande di qualsiasi Paese. I film italia- ni avevano conquistato altri tre Academy Awards prima di allora. Ricevendo il premio, nel suo discorso, Sorrentino, nato a Napoli, ha fatto un c e n n o a l r e g i s t a i t a l i a n o Federico Fellini, all'ex cal- c i a t o r e a r g e n t i n o D i e g o Maradona - che una volta giocava per il Napoli - a sua m o g l i e e a l f o c u s d e l s u o film, Roma. "Grazie a chi mi h a i s p i r a t o , F e d e r i c o Fellini... Martin Scorsese, Diego Armando Maradona", ha detto dal palco del Dolby Theater, "e grazie a Roma, a N a p o l i . . . e q u e s t o è p e r i miei genitori". Ed è proprio ai suoi geni- tori che il regista napoletano ha dedicato il suo nuovo film La mano di Dio: i genitori del cineasta sono stati uccisi d a u n ' i n t o s s i c a z i o n e d a monossido di carbonio la sera in cui lui, allora 17enne, e r a a n d a t o a l l o s t a d i o a vedere uno dei suoi idoli, il compianto calciatore argen- tino Diego Maradona, gioca- r e p e r l a s u a s q u a d r a : i l Napoli. Paolo, come ci si sente ad essere di nuovo a Los A n g e l e s p e r u n a l t r o grande risultato in car- riera? Sono molto felice ma devo ammettere che questa volta sono molto rilassato. Sono pronto ad andare alla ceri- monia e vedere i vincitori davanti a me. Questa volta voglio godermi lo spettacolo. L a m a n o d i D i o è i l film più intimo di sem- p r e , è l a s u a s t o r i a d i c r e s c i t a . Q u a n d o h a capito che era il momen- to giusto per raccontar- lo? Due anni fa ho compiuto 5 0 a n n i e h o s e n t i t o c h e volevo fare un film che fosse importante e personale per me. I cinquant'anni sono un'età in cui si guarda indie- tro alla propria vita e si fa un bilancio delle cose. Fare il regista è anche un lavoro molto faticoso quindi dovevo scegliere cosa volevo davve- ro fare e questo era in cima alla mia lista. Così ho deciso di farlo. Ha cambiato il modo in cui guarda al suo pas- sato ora? Era la mia storia e sapevo tutto di essa, quindi non ho imparato nulla e sentivo di non dover aggiungere nulla. P a r l i a m o d i F i l i p p o S c o t t i , l ' a t t o r e c h e l a interpreta da ragazzo, F a b i o S c h i s a . È m o l t o talentuoso e brillante. Come l'ha scritturato? Era il migliore tra tanti giovani attori napoletani. Era timido ed era esatta- mente quello che cercavo. Dopo diversi provini, ero sicuro che fosse quello giu- sto. Anche la fotografia è fantastica. Qual era l'o- biettivo suo e di Daria D'Antonio (il direttore della fotografia)? Conosco Daria da molti anni, ha lavorato a tutti i m i e i f i l m p r e c e d e n t i . Abbiamo lavorato insieme per spot e servizi fotografici, dove lei è sempre stata il mio direttore della fotogra- f i a . H a l a v o r a t o a n c h e i n film di altri grandi registi. Anche lei è di Napoli, quindi conosce molto bene la città ed è di una zona molto simi- l e a l l a m i a . Q u i n d i n o n abbiamo avuto bisogno di parlare troppo del film, lei conosceva l'ambiente, il pae- saggio e l'atmosfera della città che volevo trasmettere. L a G r a n d e B e l l e z z a era il suo tributo a Roma e La Mano di Dio è il tri- buto a Napoli. Cosa vole- v a c h e v e n i s s e f u o r i della città, specialmente per gli stranieri? Cercare di ritrarre Napoli può essere difficile. Tutti i registi che hanno cercato in passato di descrivere Napoli non l'hanno fatto corretta- mente. Per evitare questo, l'ho rappresentata nel modo i n c u i l ' a v e v o n e l l a m i a mente quando ero più giova- ne, il modo in cui ricordavo la città quando stavo cre- s c e n d o n e g l i a n n i ' 8 0 . Quindi non ho cercato di fare un film su Napoli, è solo la città in cui sono cresciuto. Q u a l è l o s c o p o d e l c i n e m a ? N o n s e r v e a niente, ma il suo scopo è che può distrarti dalla r e a l t à . Q u e s t a è u n a parte della conversazio- n e t r a l e i g i o v a n e e i l r e g i s t a A n t o n i o Capuano. Lo ha incon- trato quando aveva 28 anni e lui è diventato il suo mentore. Cosa le ha insegnato Capuano che ha apprezzato di più? Capuano mi ha influenza- to perché è pieno di vitalità, esattamente il contrario di me. Così ho cercato di assor- bire la sua energia e ho sem- pre insistito nel cercare di avere la sua stessa vitalità anche se non è affatto la mia personalità. Avevamo anche u n b e l l i s s i m o r a p p o r t o e un'amicizia basata sul fatto che non eravamo d'accordo su tutto e questo era davvero molto stimolante per me. Parlando del suo idolo e ispiratore, il calciatore Diego Maradona: cosa vorrebbe che pensasse o dicesse se vedesse que- sto film? In realtà non lo so. L'ho incontrato una volta molto rapidamente, e dopo quell'e- p i s o d i o , m i h a c h i a m a t o quando avevo vinto il mio primo Oscar, ma ero su un volo per Roma e la hostess continuava a dirmi di spe- gnere il telefono, così non ce l'ho fatta a parlare con lui per tutto il tempo che vole- v o . L a s e c o n d a v o l t a l ' h o incontrato a una partita di calcio ma stava litigando con la sua compagna quindi non era di buon umore per parla- re. So che è impossibile ma mi piacerebbe incontrarlo e parlare con lui senza fretta, senza distrazioni. Cosa vorrebbe che la gente capisse dal film? Qual è il messaggio? Secondo me, i film non devono avere un messaggio. Per me, questa è la condizio- ne più importante per fare u n b u o n f i l m . Q u e l l o c h e posso dire però, è che c'è una piccola idea dietro i miei film ed è per i giovani: c'è un futuro per tutti anche se a volte nella vita di un giovane è difficile capirlo. Il futuro può sembrare buio e nasco- sto, ma non è così. Può esse- re luminoso. Paolo Sorrentino al Los Angeles Italia Festival 2022 (Photo courtesy of LA, Italia Fest) Sorrentino, candidato all'Oscar, premiato al Los Angeles Italia Festival 2022 LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES

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