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GIOVEDÌ 24 MARZO 2022 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L 'impatto ambien- t a l e d e l l ' i n d u - stria della moda, a c a u s a d e l l a p o p o l a z i o n e mondiale in continua cresci- t a e d e l l a c o n s e g u e n t e d o m a n d a d i p r o d o t t i , s t a diventando un tema molto discusso all'interno dell'in- dustria tessile. Una soluzio- ne per quello che viene con- siderato uno dei settori più i n q u i n a n t i a l m o n d o , potrebbe arrivare dall'intro- d u z i o n e e d a l l ' u t i l i z z o d i pelli vegetali, in particolare di una nuova pelle ecologica e vegana derivata da funghi, chiamata in inglese myce- lium leather, materiale che imita l'aspetto e la sensazio- ne della pelle di origine ani- male. Ingegnere dei materiali, fashion strategist e sosteni- trice della sostenibilità, l'ita- l i a n a A n n a S a m m a r c o d a anni lavora nel campo gui- dando iniziative strategiche, studiando le innovazioni e facendo squadra con le per- sone che possono produrre un cambiamento sostanzia- le. Dopo una gavetta nel set- t o r e d e l l a g e n e r a z i o n e d i energia, Sammarco è passa- ta al settore della moda nel quale, per il noto marchio Burberry a Londra, ha conti- nuato ad occuparsi di inno- v a z i o n e e d i s t r a t e g i e d i business sostenibili. Dopo 12 anni nel Regno Unito, Anna, 34enne originaria di Napoli, si è trasferita con la famiglia a Boston, MA, dove da un anno lavora per rendere il m o n d o d e l l a m o d a p i ù sostenibile e responsabile. Un aiuto concreto potrebbe arrivare proprio dalla pelle o t t e n u t a d a i f u n g h i : l a mycelium leather. "Poiché siamo ben consa- pevoli dell'attuale stato di emergenza del nostro piane- ta e dell'urgenza di agire, pratiche sostenibili e inno- vazione di prodotto svolgono un ruolo cruciale per affron- tare le sfide che ci attendo- no". Ci spiega Anna: "La mia missione è supportare i mar- chi, i fornitori di start-up, i produttori e tutti i professio- nisti della moda e anche gli s t u d e n t i p e r c a p i r e c o m e p o s s i a m o r i g e n e r a r e i l nostro mondo e le nostre comunità". A n n a , c i r a c c o n t i d i cosa si occupa ora che vive negli Usa. A l m o m e n t o s o n o a Boston e sono consulente per un'azienda, la Ecovative, che è un startup presente sul mercato da 15 anni. Stiamo lanciando nel settore della m o d a q u e s t o m a t e r i a l e a base di funghi. Il mycelium leather, essendo molto simi- le alla pelle a livello di strut- tura, può essere usato al suo posto. Sto aiutando a svilup- pare una strategia e a creare un prodotto che sia vegano, 100% naturale e senza pla- stica. Qualcosa di totalmente n u o v o n e l m o n d o d e l l a m o d a c o n c u i p o t e r f a r e scarpe, borse, cinture ecc. I l m y c e l i u m l e a t h e r viene utilizzato in altri settori? Sì. L'azienda per cui lavo- ro lo sta usando da quasi 15 anni nel settore alimentare e in quello delle confezioni, rispettivamente per la pro- duzione di pancetta e di pac- chetti. Inoltre lavoriamo con aziende molto rinomate nel settore bellezza come Estee- Lauder. Il mio ruolo ora è quello di creare una catena di fornitura, grazie alla mia conoscenza nel settore. Che tipo di caratteri- s t i c h e d e v e a v e r e i l m y c e l i u m l e a t h e r p e r essere utilizzato? Deve soddisfare delle pro- prietà che gli permettano di avere una determinata pre- stazione, come la forza e l'e- lasticità, caratteristiche che s e r v o n o a l m a t e r i a l e p e r essere idoneo e arrivare agli standard richiesti dai grandi marchi. La cosa interessante è che si riescono a modifica- re le proprietà di questi fun- ghi cambiando temperatura, umidità e luce. Il lavoro di ricerca è svolto tutto in labo- r a t o r i o a A l b a n y , nell'Upstate di New York, d o v e c i s o n o m o l t i s s i m e aziende di biotecnologia. Quali sono le tempisti- che per la commercializ- zazione nella moda? Sarà pronto fra un anno- un anno e mezzo. In che modo il myce- lium leather è più soste- nibile della pelle classi- ca? Il processo per la pelle animale è il seguente: l'ani- male viene pulito, la pelle preparata e inviata alla con- ceria che poi la trasforma p e r i l p r o d o t t o f i n i t o . Ecovative riesce a produrre qualcosa che è comparabile alla pelle che arriva in con- ceria ma che è migliore da un punto di vista ambientale perché riduce il numero di risorse utilizzate nella puli- zia della pelle, cioè nelle fasi di conciatura. Quello che arriva è qualcosa che non deve essere pulito ma è già pronto per essere tinto. Ora che lavora nel set- tore negli Usa, che tipo di differenze trova con l'Europa? In America si è partiti un po' più tardi ma a livello di sostenibilità ci sono le stesse a m b i z i o n i c h e c i s o n o i n Europa, anche a livello di innovazione. La differenza s t a p i ù n e i r u o l i , p e r c h é essendo gli USA più grandi, possono diventare il polo perfetto, ma l'Europa è dove c'è la produzione; quindi qui può nascere l'idea ma la suc- cessiva fase di produzione dovrà comunque essere por- tata in Europa. I m a r c h i i t a l i a n i abbracceranno questa filosofia? Sì, certo, già lavoriamo con alcuni marchi italiani. L'azienda sta cercando di portare anche la produzione di questo materiale grezzo in Europa, anche in Italia, pro- prio per ridurre l'impatto ambientale legato al traspor- to. Ci sono moltissime con- cerie anche qui negli USA ma le principali per i marchi di lusso sono in Italia, in Francia, e in minima parte anche in Spagna. Quindi il l a v o r o d i c r e a z i o n e d e l l a catena di fornitura mira a trovare dei partner in Italia c h e c o l l a b o r i n o c o n E c o v a t i v e p e r r i f i n i r e i l m a t e r i a l e a f f i n c h é p o s s a essere presentato ai marchi di lusso. Da un lato si sta lavorando per fare partner- ship con i marchi, dall'altro per fare partnership con le concerie. In questo modo i m a r c h i f a n n o c a p i r e a l l e concerie che c'è interesse e richiesta, e le concerie sono stimolate a investire in ter- mini di tempo e ricerca per arrivare a ottenere questo nuovo materiale. Dopo l'esperienza al Centre for Sustainable Fashion, London College of Fashion, ora sta colla- borando presso il presti- gioso MTI di Boston. In che termini? L ' M T I h a u n c e n t r o d i s o s t e n i b i l i t à c h e è p a r t e d e l l a S l o a n S c h o o l o f Management, percorso di studi all'interno del quale l'MBA viene svolto in part- n e r s h i p c o n u n a s e r i e d i aziende in svariati settori. Io sono Advisor & Mentor del corso Sostenibility Lab in cui le aziende partner dell'MTI presentano agli studenti un problema legato alla sosteni- bilità, che gli studenti devo- no risolvere. Io supporto gli studenti nel trovare la solu- zione a questi problemi. Quale è il suo sogno per il futuro? Più che sogno, la mia è una missione. Spero di riu- scire ad avere un impatto su più fronti, aiutando la colla- borazione non solo all'inter- no di un settore, ma anche tra settori differenti. Se pen- siamo alla produzione circo- lare dei prodotti e quindi al riciclo del prodotto finito, il problema è che le aziende di moda valutano solo oppor- t u n i t à i n c u i s i r i c i c l a n o materiali che possono poi essere ri-utilizzabili. Questa è una cosa realizzabile in alcuni casi ma non in altri perché ci sono dei limiti tec- nici. Invece se si facesse una partnership tra moda e set- tore aerospaziale, o tra moda e settore automobilistico, quello che non può essere riciclato nel mondo della moda potrebbe essere usato per produrre elementi del motore di una macchina o altri componenti interni ed esterni dell'auto. Quello che p u ò n o n a v e r e v a l o r e n e l mondo della moda potrebbe averlo in un altro, ma le con- nessioni tra i vari settori mancano. Il mio obiettivo è proprio quello di crearle per g e n e r a r e n u o v e s t r a d e e nuovi scambi. Anna Sammarco al lavoro (Photo courtesy of Loughborough University) Boston, ingegnere italiano alla guida di un cambiamento sostenibile nella moda LIFE PERSONAGGI TERRITORIO TRADIZIONI
