L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-7-2022

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37 GIOVEDÌ 7 APRILE 2022 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | " Nel 2021 abbiamo presentato la storia d i q u a t t r o d o n n e italiane di successo a Los Angeles che hanno scelto di costruire la propria carriera negli Stati Uniti. L'obiettivo è quello di ispirare altre donne, ovun- que, a celebrarsi a vicenda. Il punto di partenza è stato dare visibilità alle grandi donne italiane". La regista e produttrice Chiara Tilesi racconta a L'Italo-Ameri- cano come è iniziato il pro- getto del documentario dal titolo One Of Us che dopo il successo della prima sta- gione ha allargato i confini fino ad arrivare a New York e Washington. Dopo aver dato voce alle storie dell'attrice Stefania Spampinato, alle imprendi- trici Elisa Sednaoui e Assia Grazioli-Venier e alla scien- z i a t a C i n z i a Z u f f a d a , l a seconda parte di One Of Us si è concentrata sul percorso personale e professionale di altre quattro donne a Los Angeles: la chef Giada De Laurentiis, la responsabile B r a n d s & A d v e r t i s e r s S o l u t i o n s p r e s s o l a E p i c G a m e s U n r e a l E n g i n e Raffaella Camera, la scien- ziata Federica Raia e l'attri- ce Gabriella Pession. E cin- que nella Costa est: Isabella Rossellini, attrice, autrice, filantropa e modella; Natalia B e r g a m a s c h i , H e a d o f Strategic Partners – Global P u b l i s h i n g P a r t n e r s d i G o o g l e ; C e c i l e A l e m a n i , curatrice e direttrice artisti- ca della Biennale di Venezia; Cristina Cassetti, scienziata; e la stessa Ambasciatrice d ' I t a l i a n e g l i S t a t i U n i t i , Mariangela Zappia, prima donna italiana a ricoprire l'incarico a Washington D.C. Per la giornata interna- z i o n a l e d e l l e d o n n e , i l secondo episodio dedicato alla West Coast è stato pre- sentato in anteprima al Mr. Brainwash Art Museum di Beverly Hills. È possibile vedere il documentario sul c a n a l e Y o u T u b e d e l C o n s o l a t o G e n e r a l e : https://www.youtube.com/ user/ConsLosAngeles Come è nata l'idea? Il progetto è partito nel 2 0 2 0 , q u a n d o l a c o n s o l e Silvia Chiave mi chiamò per- ché voleva fare qualcosa di speciale per la festa della donna. Siccome io mi occu- po di gender equality le ho proposto un documentario in cui si raccontava la storia di quattro donne italiane c h e v i v o n o q u i a L o s A n g e l e s , p e r c h é l e s t o r i e d e g l i e m i g r a n t i v e n g o n o sempre pensate al maschile. H o p e n s a t o c h e s a r e b b e stato bello ampliare il pro- getto e farlo diventare una sorta di database di donne italiane all'estero. Come mai avete deci- so di continuare? D a l p r i m o e p i s o d i o è emerso quanto fosse neces- sario raccontare questo tipo di storie, molte di noi ci si sono ritrovate. Questo ci ha fatto capire l'importanza di c o n t i n u a r e a p a r l a r e d i d o n n e c h e i o d e f i n i s c o extraordinary, perché in q u e s t a p a r o l a c ' è a n c h e "ordinary". Straordinarie p e r c h é h a n n o r a g g i u n t o n e l l a l o r o v i t a e c a r r i e r a obiettivi straordinari, ordi- narie perché sono come noi, hanno avuto le nostre stesse difficoltà, i nostri sogni e le speranze. D a l l a W e s t C o a s t i l documentario si è allar- g a t o g e o g r a f i c a m e n t e raccontando storie della East Coast. Come è avve- nuto questo passaggio? A Washington D.C. per la p r i m a v o l t a è a r r i v a t a un'Ambasciatrice italiana che dopo aver visto One Of Us ha espresso il desiderio di espanderlo nella Costa Est, cosa che abbiamo fatto. L ì a b b i a m o p r e s e n t a t o i l documentario in presenza di N a n c y P e l o s i e a n c h e dell'Ambasciatrice ucraina, perché proprio alle donne in U c r a i n a a b b i a m o v o l u t o dedicare questo documenta- rio. Che tipo di approccio ha avuto nell'indagare la storia di queste donne? Volevo raccontarle a 360 gradi, iniziando dalla loro famiglia, per capire se aves- sero avuto un punto di rife- rimento. Queste sono donne che hanno rotto il famoso "soffitto di cristallo", quindi mi chiedo sempre da dove siano partite. C o s a l ' h a c o l p i t a d i questo aspetto? C h e h a n n o q u a s i t u t t e una persona che in famiglia le ha spinte, che le ha stimo- l a t e . Q u a s i s e m p r e è l a m a d r e c h e h a c r e d u t o i n loro al di là di ogni possibile l i m i t a z i o n e . I l c o m u n e denominatore sono madri molto presenti; in altri casi i n v e c e s o n o s t a t i i p a d r i , come per l'Ambasciatrice Zappia e Cristina Cassetti, il cui padre era uno scienziato come poi lo è diventata lei. Ci tengo a dire questo per- ché le madri spesso sono dietro le quinte, invece sono state un punto di riferimen- to per queste donne. Anche i miei genitori hanno sempre creduto in me e sono stati f o n d a m e n t a l i , q u i n d i l e r a d i c i s o n o i m p o r t a n t i . Successivamente le interro- go sul loro percorso, sulle loro difficoltà, ecc. Chiedo anche della vita privata e t e r m i n o c h i e d e n d o l o r o quale è il prossimo sogno, perché queste sono donne c h e n o n s m e t t o n o m a i d i sognare. Cosa le è rimasto al termine di quest'espe- rienza? Ho imparato che la forza d e l l e d o n n e è i n f i n i t a e anche che esiste l'unione tra donne. Queste donne hanno sempre altre donne che le hanno aiutate, non solo in famiglia ma anche nel loro mestiere. La narrativa che noi donne siamo rivali è vec- chia e medievale, è la narra- tiva di Cenerentola, dove il p r i n c i p e n e s c e g l i e u n a . Queste invece sono donne consapevoli che non hanno bisogno di essere scelte dal principe azzurro. Che messaggio le pia- cerebbe arrivasse alle giovani? Che tutto è possibile, che n o n c i s o n o l i m i t i p e r l e donne. Anche il fatto che s p e s s o s i d i c a c h e s e u n a donna diventa madre non p o s s a a v e r e u n a c a r r i e r a importante. Anche questo n o n è v e r o . L a s t e s s a Ambasciatrice, nel pieno del suo percorso professionale, avendo avuto due figli, ha ritenuto che fosse importan- te a un certo punto stare con l a f a m i g l i a e h a d e d i c a t o quattro anni a loro. Quando è tornata al lavoro è diventa- ta non solo la prima donna italiana Ambasciatrice in U s a , m a a n c h e l a p r i m a donna italiana alla Nato. E q u e s t o a n c h e d o p o i l s u o percorso di madre. Il grande messaggio quindi, è che per noi donne tutto è possibile, così come lo è per gli uomi- ni. Q u a l e è s t a t o i l s u o percorso professionale? Da Firenze sono venuta a Los Angeles a 18 anni, dove m i s o n o l a u r e a t a i n F i l m Production. Ho capito fin da subito che la mia passione era quella di raccontare sto- rie che mi lasciavano dentro qualcosa di importante. Ho d e c i s o d i d e d i c a r e i l m i o percorso a progetti che mi arricchissero personalmen- t e , e c h e d i c o n s e g u e n z a arricchissero gli altri. Ma p a r t i v a t u t t o d a u n a m i a ricerca, perché alla fine non mi vedevo mai rappresenta- t a . Q u a n d o s o n o v e n u t a negli Usa ho fondato We Do It Together, ma prima ho f a t t o u n f i l m , A l l T h e Invisible Children, e ora sta uscendo un altro film, Tell It Like A Woman, film diretto da otto grandi registe e con otto grandi attrici. C h e p r o g e t t i h a i n cantiere? Ne ho diversi. Abbiamo c o n f e r m a t o O n e O f U s numero 4, che si allargherà ad altre città americane. Poi ho in uscita la serie Giving Back Generation 2 e 3, dopo il successo della prima sta- gione. Chiara Tilesi con la chef Giada De Laurentiis (Photo: Debora Guetta @debor- aguetta) La regista/produttrice italiana Chiara Tilesi racconta le donne di 'One of us' LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES

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