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GIOVEDÌ 21 APRILE 2022 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE SPECIALE OLIMPIADI Coppa Italia. Il Milan spreca e recrimina. Inter più forte e con un meritato 3-0 è in finale Lautaro Martinez ha segnato al 4' decidendo le sorti del derby milanese (Ph© Ettoregriffoni | Dreamstime.com) D opo lo 0-0 dell'andata (risultato stretto per il Milan), l'Inter vince per 3-0 il derby di ritorno e approda alla finale di Coppa Italia. A dispetto del roboante punteggio finale, però, la partita è stata tutt'altro che dominata dai Nerazzurri, che comunque avan- zano con merito, una volta anco- ra, dimostrando maggior comple- tezza nell'organico. PIANI SALTATI - In virtù del regolamento (in Coppa Italia il gol in trasferta ha ancora valo- re 'doppio'), il Milan ospite avrebbe potuto accontentarsi di un pareggio con gol. I Rossoneri, avrebbero potuto disputare una partita accorta, poggiandosi sulla forza della difesa (che non subi- va reti da 7 gare) ed evitando di esporsi ai micidiali contropiede nerazzurri (vero marchio di fab- brica dell'Inter di questo bien- nio). Ipiani, però, sono saltati dopo soli 4': tanto è bastato a Lautaro per portare in vantaggio i suoi, costringendo il Milan a una partita d'attacco. Il gol dell'Inter è stato frutto di una rapida azione che ha messo in mostra la buona pro- prietà di palleggio degli uomini di Inzaghi e la capacità finalizza- trice di Lautaro (che, quando è in stato di grazia, può fare gol con- tro tutti). Al contempo, però, si è vista un'inquietante passività della retroguardia milanista (si era solo al 3'!): Barella ha potuto controllare al limite (senza che nessun mediano di Pioli lo infa- stidisse), scaricando poi per Darmian. L'esterno, controllato con molta prudenza da Hernandez, ha messo in mezzo un cross arretrato, su cui Lautaro - dopo un ottimo movimento, che ha disorientato Tomori (prova molto negativa) - si è avventato in girata, scagliando la palla alle spalle dell'incolpevole Maignan. DIFFICOLTÀ ROSSONE- RE - Con la partita subito in sali- ta, il Milan ha palesato le sue dif- ficoltà del momento (manovra offensiva poco ritmata e poco 'di squadra', scarsa lucidità in rifini- tura e finalizzazione) e tipiche contro i 'cugini' (il 3-5-2 dell'Inter, caratterizzato da pres- sing intenso e ottime coperture vo Tonali). Il brasiliano è risulta- to evanescente, mentre lo spa- gnolo ha contribuito a rendere più pungenti gli attacchi del Milan. L'Inter non si è scompo- sta: i granatieri Skriniar, de Vrij e Bastoni hanno eretto un muro davanti ad Handanovic, ribatten- do ogni tiro e isolando sempre più Giroud (raramente così in difficoltà). Forse, l'unico torto nerazzurro è stato quello di ral- lentare in fase offensiva, rinun- ciando a sfruttare gli ampi spazi lasciati da un Milan sempre più sbilanciato. Gli uomini di Inzaghi hanno sofferto ma rischiando concreta- mente molto poco, almeno fino al 65', quando, sugli sviluppi di un corner, Bennacer ha scagliato una rasoiata capace di passare tra una selva di gambe, infilandosi alle spalle dell'immobile Handanovic. L'Inter è esplosa in proteste veementi per un inesi- stente fallo di mano di Tomori, ma Mariani - dopo una lunga sosta al VAR - ha comunque annullato la rete, valutando la posizione irregolare di Kalulu come attiva. Decisione davvero al limite. CONTROLLO TOTALE - Il gol annullato - arrivato dopo troppi sprechi - ha affossato il morale del Milan e l'Inter è tor- nata in controllo totale della gara. Inzaghi ha pescato nella panchi- na d'alta qualità, congelando la partita attraverso un buon posses- so palla. Pioli ha provato il tutto per tutto, gettando nella mischia i suoi ben più miseri rincalzi. I Rossoneri non si sono arresi ma - se si escludono alcune conclusio- ni da lontano uscite di poco e qualche azione solitaria di Leao - non sono riusciti a creare gran- ché. Il 3-0 firmato da Gosens è arrivato dopo un altro contropie- de magistralmente condotto dall'Inter, nelle praterie della retroguardia rossonera. BILANCIO - Questo derby lascia in eredità, oltre a un risul- tato certamente troppo pesante per il Milan, la superiorità tecni- ca e di organico dell'Inter. Il Milan però ha, ancora una volta, mostrato un buon gioco (soprat- tutto quando ha alzato i ritmi e ha agito con coralità), anche se ha ribadito le recenti difficoltà realizzative e le lacune d'organi- co (sulla trequarti e quanto a rin- calzi). Difficile dire se l'esito di que- sta gara si riverbererà sulla lotta Scudetto che vede le due squadre milanesi protagoniste di un altro testa a testa. Certamente, vista la differenza di profondità tecnica, di condizione (e infortuni) e di brillantezza, per impedire il secondo trionfo consecutivo dell'Inter, al Milan servirà una vera e propria impresa. STEFANO CARNEVALI preventive ha sempre dato filo da torcere al Milan di quest'anno). I primi 20' sono stati così caratte- rizzati da un pieno controllo inte- rista: salvo qualche inserimento di Kessié e qualche strappo di Leao, de Vrij e compagni hanno dormito sonni tranquilli. CALO NERAZZURRO - Poco prima della mezz'ora, l'Inter ha tirato un po' il freno e, vittima di un pressing meno costante, il Milan ha potuto manovrare con maggior effica- cia. I Rossoneri, in particolare, sono stati bravi ad alzare ritmo e intensità delle giocate, riuscendo a chiudere gli avversari nella propria trequarti e costruendo buone occasioni che però - per imprecisione dei finalizzatori o bravura di Handanovic e co. - non si sono trasformate in gol. Spiccano, in particolar modo le 'solite' iniziative di Leao (su cui il portiere sloveno è sempre stato impeccabile) e un mancato tocco di Kessié a pochi passi dalla porta (che ha consentito il salvataggio sulla linea a uno stre- pitoso Perisic). A cavallo tra queste chance, anche un bel tiro da lontano di Saelemaekers. COLPO DEL KO - L'Inter, però, è una delle squadre più efficaci della Serie A, quando può operare in contropiede. E così, mentre i Rossoneri produ- cevano il massimo sforzo offen- sivo, i Nerazzurri calano il colpo del KO. Dopo un paio di ripar- tenze disinnescate in extremis dalla difesa del Milan, a pochi secondi dal salvataggio di Perisic sulla linea, gli uomini di Inzaghi hanno trovato il contropiede giu- sto: bravo Correa a servire Lautaro, poi freddo nell'uno con- tro uno con Maignan. Ancora dietro la lavagna - però - la dife- sa del Milan, con Kalulu timido sul '19' avversario, Calabria indeciso e inefficace e - soprat- tutto - Tomori che ha sbagliato la 'salita', non riuscendo a mettere in offside il 'Toro'. Al riposo l'Inter si 'coccolava' così il dop- pio vantaggio - ottenuto col minimo sforzo -, mentre il Milan recriminava per i troppi errori commessi nelle due fasi. MARIANI E IL VAR - Nel secondo tempo Pioli ha imme- diatamente inserito Messias (per il poco preciso Saelemaekers) e Diaz (al posto del troppo difensi- effettuate con leggerezza e alcuni acquisti non hanno reso quanto fosse lecito aspettarsi. Lammers e Piccoli sono stati fatti partire senza garantire un rincalzo di 'peso' a Zapata; Gosens è stato ceduto senza che sugli esterni venissero presi giocatori 'già pronti' ad innalzare il livello delle prestazioni; i vice-Ilicic si sono rivelati meno funzionali (e Miranchuk pare proprio non ingranare negli schemi gasperi- naiani, Boga è un grande solista più che un giocatore da manovra corale come è quella dell'Atalanta); l'arrivo di Demiral ha solo parzialmente 'tappato la falla' causata dalla milionaria cessione di Romero (più forza fisica ed esperienza, meno rapidità e pulizia in marca- tura); Musso, tra i pali, ha migliorato quanto offerto da Gollini, ma senza quella costan- za necessaria a far percepire un netto passo in avanti. Lo stesso Koopmeiners, per quanto abbia mostrato qualità indubbie, ha faticato ad apprendere gli auto- matismi atalantini, restando a lungo ai margini. RENDIMENTO INSODDI- SFACENTE - In tutto questo, poi, vanno registrati i rendimenti sotto i livelli abituali di calciatori 'centrali' nel gioco atlantino e protagonisti durante le ultime stagioni: Muriel, dopo i fasti dello scorso anno, ha segnato solo 5 gol in campionato, Maehle è l'ombra dell'esterno ammirato nella Nazionale danese, Freuler oggi fatica a reggere ritmi che una volta dominava, Pessina vive un'evidente involuzione, Hateboer (complici i problemi fisici) non è più l'esterno capace di 'arare' la fascia in continua- PROSEGUE DA PAG 38 zione e lo stesso pacchetto arre- trato di 'Pretoriani' gasperiniani - tutti con un anno in più sulle spalle - (Palomino, Djimsiti, Toloi) non è più irreprensibile. CHE FUTURO? Difficile capire cosa sarà della 'Dea' di Gasperini. Mancano 6 partite e il tecnico dice che si tratterà di "altrettante finali", consapevole però della difficoltà dell'impresa di centrare nuovamente l'Europa. Una 'miracolosa' qualificazione europea potrebbe ribaltare la situazione, ma al momento pre- domina la sensazione che un ciclo sia ormai finito.