L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-5-2022

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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 5 MAGGIO 2022 L a g i o r n a t a e r a i n i z i a t a c o m e q u a l s i a s i a l t r a nelle città roma- ne della costiera che abbracciano la baia di Napoli. Un'altra calda mat- tina d'agosto era in corso, mentre i cittadini di Pompei, Ercolano e altre comunità più piccole iniziavano a riu- nirsi nei luoghi pubblici per mangiare, fare il bagno e discutere di quel che succe- deva. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto violentemente le loro vite sarebbero cambiate quando il vicino gigante addormenta- to, conosciuto come il Vesu- vio, decise di mettere cata- s t r o f i c a m e n t e f i n e a l s u o sonno. La vita si fermò attorno alle 13:00 di quel fatidico giorno del 79 d.C. quando il Vesuvio si svegliò con una t e r r i f i c a n t e e r u z i o n e . L a pressione sismica aveva rag- giunto un punto critico; la roccia fusa e il magma non avevano dove andare. I citta- dini boccheggiarono in un orrore incredulo mentre assi- stevano a una sinistra spirale di cenere, pomice e gas caldi che si riversavano verso il cielo al ritmo di una tonnella- ta e mezzo ogni due secondi. In pochi minuti, una colonna di detriti si era alzata di 10 miglia e Pompei si trovava nel percorso diretto sottoven- to. Il panico si diffuse mentre la gente si metteva in salvo, alcuni cercando di fuggire, altri cercando riparo al chiu- so. L'oscurità si impadronì di Pompei come se il sole fosse stato inghiottito interamente dal fluttuante pennacchio di pomice, cenere e rocce fuse che ora pioveva sulla città. Q u e l l i c h e s i r i f u g i a r o n o all'interno morirono presto perché i tetti crollarono su di loro, mentre altri all'esterno soccombettero alla tempesta di oggetti che ricadevano. Come si sa di quella tragedia, la cenere seppellì presto la città. Dalla sua scoperta nel X V I I I s e c o l o , l ' e r e d i t à , i manufatti e la vita conservata d i q u e l f a t i d i c o g i o r n o a Pompei, si sono evoluti fino a diventare uno dei siti archeo- logici più visitati al mondo. Ercolano, anche se è tre miglia più vicina al Vesuvio, e b b e l a f o r t u n a d i e s s e r e sopravento rispetto all'esplo- sione piroclastica di quel g i o r n o . C o m e u n ' a n t i c a Martha's Vineyard, questa piccola città era l'esclusivo rifugio sul mare dei romani più ricchi. Opulente ville sul lungomare coronavano il pic- colo porto, gloriosamente decorate e appariscenti; era il posto dove vedere ed essere visti per la classe superiore. Ma il Vesuvio considerò tutti uguali quanti si trovarono nella sua ombra. I cittadini di Ercolano sentirono la terra sollevarsi e chiudersi sotto di loro mentre la scena apoca- littica si svolgeva. Incapaci di comprendere, guardavano come la nube vulcanica cor- rere verso l'alto alimentata d a u n ' e n e r g i a t e r m i c a 100.000 volte superiore a quella delle bombe atomiche fatte esplodere nella seconda guerra mondiale. L'incredu- lità surreale si trasformò pre- sto in terrore; molti furono si convinsero a fuggire imme- diatamente dalla zona. Circa 12 ore dopo l'esplo- s i o n e i n i z i a l e , i l V e s u v i o eruttò di nuovo con una furia ancora maggiore. Enormi quantità di detriti vomitaro- no verso il cielo, fondendosi con la colonna alta ormai 20 miglia. Indebolendosi sotto il suo stesso peso, la colonna piroclastica iniziò a collassa- re. Il suo contenuto infernale si riversò verso la terra e lungo i lati del Vesuvio a velocità di 50-100 miglia all'ora su un percorso diretto verso Ercolano. Il flusso piro- clastico di gas ribollente e roccia fusa fu preceduto da un'orribile esplosione di calo- re mortale. Per coloro che erano rimasti, il destino era segnato. Si è pensato a lungo che la maggior parte dei 5.000 cit- tadini di Ercolano fossero riusciti a fuggire. Tuttavia, le scoperte nel 1982 di quasi 300 scheletri rannicchiati pietosamente all'interno di quelle che una volta erano le rimesse delle barche hanno fornito una scena tragica e contraria. Ora si crede che altre vittime probabilmente riposino nei vasti resti non scavati dell'antica città. Un'eruzione finale suggel- lò il destino di Pompei, rac- chiudendo la città sotto 17 piedi di cenere e roccia cadu- t a c h e c a n c e l l ò i t e t t i e i secondi piani, oltre a distrug- gere la maggior parte dei materiali organici. Se molto è stato conservato, compresi gli stampi ossessionanti di pove- r e a n i m e n e i l o r o u l t i m i m o m e n t i d i v i t a , m o l t o è anche andato perso. Ercola- no, tuttavia, subì una sepoltu- ra nettamente diversa. Men- tre il flusso piroclastico di fango inghiottì la città e si c o n s o l i d ò , u n a m b i e n t e umido permise al sedimento denso di indurirsi in uno strato di tufo profondo 65 piedi. Sigillata in una tomba priva di luce e umidità, Erco- lano si è conservata in un fermo immagine del tempo. Il legno carbonizzato è rima- sto intatto, inclusi reperti ine- stimabili come travi struttu- rali, balconi, mobili e arredi di negozi. Anche il cibo, i tes- suti e persino la carta sono rimasti intrappolati e intatti in questa tomba oscura, in attesa di essere scoperti quasi due millenni dopo. Prima che la pandemia riducesse i viaggi, circa 3,5 milioni di turisti visitavano Pompei ogni anno. Ed Erco- l a n o ? P o c h i s s i m i , c i r c a 500.000 all'anno. Molti pen- sano che Ercolano sia solo una Pompei più piccola; per- ché dunque non andare a visitare la più famosa e cono- sciuta delle due? Non c'è da discutere con le meraviglie trovate a Pompei, natural- mente, ma il tempo trascorso a Ercolano offre un profondo senso di completezza e stupo- re, un'immagine della vita come era nel momento in cui tutto è finito. Una volta superata l'insi- gnificante biglietteria e il pic- colo museo, un sentiero tor- tuoso conduce alle meraviglie di questa città perduta. Come un portale magico, una scali- nata in galleria si apre su quello che una volta era il lungomare, conducendo a una passerella rialzata attra- verso quello che era il bordo dell'acqua. Si vedono una serie di archi, che incornicia- no le rimesse delle barche che rivelano, ad un esame più attento, i resti scheletrici di coloro che cercarono di fuggi- re. C'è una calma inquietante mentre i visitatori riflettono su quei momenti di puro ter- rore, cercando di comprende- re la tragedia che si svolse. Lo stile di vita lussuoso di Ercolano diventa subito evi- dente. Ville gloriosamente intatte mostrano affreschi e mosaici di tessere con colori appena un po' meno vibranti di quando il Vesuvio ruggì. Sembra sbagliato, in qualche modo, camminare sulla mol- titudine di mosaici e pavi- menti dalle varietà impres- sionanti che coprono così tanto di quel terzo della città che è stato esposto finora. E p p u r e i v i s i t a t o r i s o n o ammessi praticamente ovun- que sotto la sorveglianza di guardie sparse. I negozi e persino i loro arredi rimangono facili da identificare. Forni per il pane, mercati "fast food" splendi- damente piastrellati, si sono conservati persino involucri e scaffali di legno per contene- re anfore. Molte delle abita- zioni hanno tetti che rifletto- no ancora il sole con tegole di terracotta e travi di legno. L'immaginazione non è poi così necessaria; molti secondi piani e divisioni di stanze sono intatti, il che rende faci- le apprezzare le impressio- nanti planimetrie. Resti di mobili sono evidenti in alcuni luoghi, come letti e tavoli, sopravvivono persino i divi- sori in legno. La presenza del passato è palpabile qui. Attualmente, solo un quar- to o un terzo di Ercolano è stato scavato. Gli esperti cre- dono che molto di più della città, tra cui un teatro, un foro e altri edifici pubblici, riposi sotto la vivace città moderna di Ercolano. Forse il resto dei segreti non sarà mai rivelato. Quelli che sono stati svelati valgono certamente la pena di essere vissuti: cam- minare sulle orme degli sfor- tunati antichi abitanti del 79 d.C. richiede solo un paio d'ore, profondamente com- moventi e indimenticabili. Ercolano: la città vicina ma meno famosa di Pompei Pavimento a mosaico in perfette condizioni scoperto ad Ercolano (Photo: Porojnicu/Dreamstime) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI

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