L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 5 MAGGIO 2022 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Storia e memoria: il fascino dei manoscritti antiquari tra le mura di Palazzo Cipolloni Cannella a L'Aquila D ai Quattro Cantoni, incro- cio del cardo e decumano della città capoluogo d'Abruzzo, lungo il Corso largo e a pochi metri da Piazza Duomo, l'antica piazza del Mercato, si trova sulla sinistra uno degli edifici più stupefacenti e maestosi dell'Aquila: Palazzo Cipolloni Cannella. Le sue rag- guardevoli dimensioni - oltre 2.500 metri quadrati di superficie distribuiti su tre livelli - ne fanno uno dei più vasti edifici del cen- tro storico dell'Aquila, città d'ar- te tra le più preziose d'Italia. Edificato nel 1490 dalla fami- glia Pica Camponeschi, il palaz- zo cambiò più volte proprietari fino all'acquisto da parte dei Bonanni, nel Seicento, e due secoli dopo dai Cipolloni Cannella. Immota manet – letteralmente "resta ferma", ben salda alle avversità, recita il motto sul gon- falone civico dell'Aquila. Con una felice intuizione coniò la locuzione latina l'umanista aqui- lano Salvatore Massonio, traen- dola da un brano delle Georgiche di Virgilio in cui si celebra la capacità della quercia di radicarsi fortemente nel terreno e, dunque, di rimanere ben ferma. Il palaz- zo, negli ultimi tre secoli, ha resistito seppure con danni a tre terremoti, del 1703, del 1915 che distrusse la Marsica e l'ultimo del 6 aprile 2009 che ha infierito sulla città che ne porta ancora fresche le ferite. E' sempre risor- to, Palazzo Cipolloni Cannella, per diventare ancora più attraen- te, conservando una parte del passato e ogni volta innovandosi, alla seconda generazione. La famiglia ha origini nella croata Stari Grad, nell'isola di Lesina, un po' a sud di Spalato, ora conosciuta col nome di Hvar. Notizie su questa antica famiglia le fornisce l'abate Simone Gliubich. Nel suo «Dizionario degli Uomini Illustri della Dalmazia» stampato a Vienna nel 1856 il prelato, valente stori- co e membro di prestigiose acca- demie, fa risalire l'avo più antico a tale Francesco Gliubich, nato a Sebenico all'inizio del XVI seco- lo da un'antica e nobile famiglia ungherese, rifugiatasi in Croazia dopo l'invasione dei turchi. I Gliubich da Trieste, città con la quale avevano sempre intrattenu- to rapporti commerciali, si tra- sferirono nelle Marche, da dove arrivò nel capoluogo abruzzese il nonno di Gianluca, Nicolò Gliubich, ufficiale delle Poste. Loris stringe tra le mani il catalogo di quella che si prean- nuncia tra le più importanti aste d'antiquariato cartaceo, non tanto per il numero considerevo- le dei lotti che verranno esitati, ben 552, quanto per la qualità eccellente. Sicuramente è questo già di per sé un record, la prima asta che si batterà in Abruzzo. Tra i volumi due preziosi incu- naboli, il «Supplementum Summae Pisanellae» di Niccolò da Osimo, stampato nel 1474 a Venezia e un Digesto di simbolo d'una città che rinasce sempre più bella dai terremoti che l'hanno duramente colpita nei quasi otto secoli della sua storia. Anche questa volta l'ac- curato restauro dai danni del sisma ha restituito al palazzo la sua splendente magnificenza. Varcato l'ampio portone d'in- gresso s'ammira il trionfo archi- tettonico dell'armonioso cortile a loggia. Salite le imponenti scale s'arriva al piano della Casa d'Aste Gliubich. Loris Di Giovanni è il respon- sabile del dipartimento libri anti- chi, incisioni e manoscritti della Casa d'Aste, della quale è fonda- tore e amministratore unico Gianluca Gliubich, antiquario GOFFREDO PALMERINI Il cuore del capoluogo aquilano (Ph© Florence Leandri | Dreamstime.com) Giustiniano impresso sempre nella città lagunare nel 1491 da Bernardino de Tridino de Monteferrato (Giolito de Ferrari), detto "lo Stagnino". Tra le incisioni spiccano «Le insegne della Morte» di Albrecht Dürer e, dello stesso autore, una «Resurrezione" tratta dall'edizio- ne di Koppmayer, realizzata ad Augsburg nel 1675. Straordinario un manoscritto di gnomonica illustrato, uno sulla Vita e le Opere del Cardinal Mazzarino e un altro di Cronache Aquilane con la storia della città del medico e scrittore Francesco Ciurci, arricchito dal Registro de' baroni abruzzesi che contribuirono alle Crociate e da un poemetto in ottava rima di Mariano Marerio sulla storia del «Morbo qual fu in L'Aquila» nel- l'anno 1528. Sempre aquilano è un altro magnifico documento, un diplo- ma rilasciato dal Camerlengo cit- tadino che attesta la nobiltà del barone Piero Alfieri e della di lui moglie Margherita Branconio, in pergamena arricchita da disegni delle armi de' Branconio e stem- ma della Real Casa Imperiale di Spagna, nonché di bolla in cera- lacca. La famiglia Branconio di cui si parla nell'attestato di nobiltà, era originaria di Collebrincioni, attuale frazione dell'Aquila distante circa 10 km dal centro storico. Nella Chiesa di San Silvestro del capoluogo abruzzese i Branconio avevano una cappella di famiglia. Ancor oggi vi si può ammirare una copia della Visitazione di Raffaello Sanzio. L'originale, trafugato dagli spagnoli nel 1655, è conservato a Madrid nel Museo del Prado. Fu Giambattista Branconio, richia- mato nel diploma citato, a com- missionarlo a Raffaello quale regalo per suo padre Marino. Attira l'attenzione, il top lot dei disegni in asta, «L'Incoronazione della Vergine» di Giorgio Vasari ma anche il «Thesaurus Antiquitatum Sacrarum» di Ugolino Blasio, composto da 34 volumi in gran folio antico in piena pergamena per complessive 22.000 pagine, arricchito da 55 enormi tavole sulla storia degli Ebrei. Saranno eccezionalmente bat- tute diverse lettere di sovrani europei, tra le quali quelle verga- te da Carlo V (1540) e Filippo di Spagna (1620), ma anche altre dei re di Polonia e del Brasile. Infine, una quantità incredibile di disegni di Francesco Paolo Michetti, fanno il paio con due libri: l'edizione stampata nel 1714 del «Philosophiae Naturalis Principia Mathematica» di Isaac Newton e il «Methodus inve-

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