L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-19-2022

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GIOVEDÌ 19 MAGGIO 2022 www.italoamericano.org 29 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO H a saputo rappresentare l'armonia pur vivendo in un periodo di tensioni e lacerazioni. È stato emblema del Tardo Rinascimento e il primo a ergersi come paladino della tute- la dell'antichità. Raffaello Sanzio è il protagonista del volu- me della collana d'arte del Gruppo Menarini presentato, con un evento di video-arte, nella chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte a Firenze, primo centro italiano per le Esperienze di Arte Immersiva. Curata da Cristina Acidini, già soprintendente dei musei d'arte di Firenze ed oggi presi- dente dell'Accademia delle Arti del Disegno, la monografia colle- ga vita e opere mettendo in rilie- vo l'evoluzione dell'aspetto umano e artistico di Raffaello. E punta l'attenzione su un aspetto biografico meno noto, che ne fa capire l'attualità, ovvero il suo impegno per la tutela dei monu- menti antichi, un concetto che, nei secoli successivi, farà tanta strada e sarà all'origine della moderna tutela delle belle arti. "All'epoca – spiega Acidini - si stava spogliando quanto resta- va dell'Antica Roma: si fondeva- no bronzi, si smontavano templi per riutilizzare in modo spregiu- dicato i pezzi. Raffaello è la prima voce autorevole a ergersi contro il dissennato sfregio delle rovine romane. Si rende conto del danno che si sta facendo e, nel 1518, scrive a papa Leone X chiedendo di fermare quello scempio. Il papa lo capisce e lo nomina "Prefetto dell'antichità", una sorta di soprintendente, il primo nella storia a ricevere que- sto incarico". Un ruolo, quello di Raffaello, che sottolinea la necessità di tutelare, proteggere e conservare le tracce del passato. Rispettare l'arte e favorire il più possibile la sua divulgazione è anche una delle mission di Menarini. Quella tra il Gruppo e l'arte, infatti, è una lunga tradi- zione che continua nel tempo e si rinnova. "Con la pubblicazione annua- le delle monografie d'arte, per quasi settant'anni Menarini ha avuto la capacità, ma soprattutto la costanza e l'intelligenza, di portare avanti molteplici messag- gi: far conoscere i maestri italia- ni, salvaguardare il patrimonio artistico nazionale e farne apprezzare la singolare eccezio- nalità" spiega Giovanni Carlo Federico Villa, docente di Storia dell'arte moderna all'Università degli Studi di Bergamo e diretto- re di Palazzo Madama a Torino. "Questi volumi raccontano a un corrono sulle pareti, un vero e proprio evento di video-arte ospitato in uno dei capolavori sconosciuti del patrimonio archi- tettonico fiorentino. Dal 2015, grazie a Crossmedia Group, la chiesa vicinissima al Ponte Vecchio è rinata con il nome di Cattedrale dell'Immagine, tra- sformandosi nel primo centro permanente italiano per le Esperienze di Arte Immersiva: il modo migliore per entrare a con- tatto a 360° con i grandi capola- vori dell'arte. pubblico di non addetti ai lavori la grande arte toscana, romana e veneta, del Rinascimento e non solo, facendone scoprire, anno dopo anno, protagonisti noti e meno conosciuti. Le monografie hanno così spaziato da Beato Angelico, Antonello da Messina, Michelangelo e Caravaggio ai Lorenzetti, Benozzo Gozzoli e Pollaiolo. E questo - prosegue Villa - ha permesso anche agli storici dell'arte di raccontarli, non attraverso saggi specialistici o con un linguaggio rivolto ai colleghi, ma con una narrazione attraente e comprensibile da tutti". Avvicinare all'arte italiana è una sfida portata avanti anche attraverso Menarini Pills of Art, pillole video pensate per far conoscere in tutto il mondo le curiosità legate alle opere di arti- sti rinascimentali: ne sono state pubblicate quasi 600, divise in 8 lingue, con 28 milioni di visua- lizzazioni. L'ultima, appena pub- blicata, racconta gli aneddoti del- l'opera di Raffaello "Guido Baldo da Montefeltro". "Firenze, culla del Rinascimento e sede della nostra casa madre, ha accolto negli anni i più grandi artisti di sempre, tra cui Raffaello – hanno detto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azio- nisti e membri del Board di Menarini - A poco più di 500 anni dalla sua morte, abbiamo voluto celebrare questo grande artista e tutti i pittori rinascimen- tali protagonisti della storica col- lana d'arte del gruppo inaugurata più di mezzo secolo fa". Raffaello era lontano dallo stereotipo dell'artista introspetti- vo e ribelle come oggi lo inten- diamo, ed era pienamente inseri- to nella società del suo tempo. La sua amabilità e capacità di dialo- gare con tutti, dalle persone sem- plici ai potenti, è uno dei fattori che ne hanno determinato il suc- cesso: dovunque è stato ben accolto e dovunque si è fatto ben volere. Non era un solitario, non temeva di avere intorno persone di valore, ma era un imprenditore in senso moderno, con spiccato senso per le pubbliche relazioni. "Vissuto a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, nato a Urbino da padre pittore, Raffaello Sanzio si sposta per lavoro a Città di Castello, Perugia e Siena, dove collabora alla Libreria Piccolomini nella cattedrale. Poi si trasferisce a Firenze per continuare a perfe- zionarsi. Ha circa 20 anni - spie- ga la presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno Acidini - e vi trova Michelangelo e Leonardo da Vinci. Qui impara moltissimo e crea moltissimo, come la Madonna del Cardellino e i ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi, ma inizia anche il percorso della pittura monumentale, con la pala Dei, destinata alla Basilica di Santo Spirito. Ma questa era solo una tappa. Nei primi del Cinquecento viene chiamato a Roma per un'offerta irrinunciabile: lavora- re alle stanze private del papa Giulio II. E di lì in poi sarà un susseguirsi di successi che lo porteranno a diventare architetto perché il papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, ne finan- zierà gli studi per dargli infine l'incarico di progettare la Basilica di San Pietro, il punto di riferimento della Cristianità". Nel 2020 si è celebrato il cin- quecentenario della morte di Raffaello e la ricorrenza ha riac- ceso le luci su questo straordina- rio artista, che non sembra appar- tenere al prototipo di quelli che la nostra epoca sente vicini, come Caravaggio o Artemisia Gentileschi. "Il suo stile – prose- gue Acidini - è diverso dalla nostra sensibilità, non ci parla di tormenti spirituali, è invece il testimone dell'armonia e della grazia, offre con naturalezza un mondo ideale, nella cui contem- plazione forse proprio oggi, dopo due anni di pandemia Covid-19, verrebbe il desiderio di immer- gersi. Questo sembra in effetti in apparente contraddizione con la sua biografia, perché Raffaello ha vissuto in un mondo attraver- sato da guerre, scismi e lacera- zioni all'interno della chiesa, violenze psicologiche e tormenti sociali. Nonostante ciò, dipinge e scolpisce creando immagini di armonia, che sembrano apparte- nere a una sfera ideale, eppure profondamente presente e reali- stica nei dettagli naturali". Sintesi di questo e vero e pro- prio simbolo del Rinascimento maturo, è la Scuola di Atene, che in un teatro immaginario del sapere universale, rappresenta un dialogo affascinante e impossibi- le tra 58 filosofi e matematici vissuti in epoche diverse, è l'o- pera mirabile e visionaria che parla di speranza, di una umanità in grado di raggiungere vertici sublimi. La presentazione di è svolta nella suggestiva chiesa sconsa- crata di Santo Stefano al Ponte: colore, luci, immagini che si rin- Raffaello, paladino dei tesori dell'antichità, visse guerre e scismi ma nei dipinti fu testimone di armonia e grazia FABRIZIO DEL BIMBO Maddalena Strozzi di Raffaello (Ph © Gianni Tonazzini | Dreamstime.com) Particolare de La scuola di Atene di Raffaello Sanzio (Ph © Scaliger | Dreamstime.com)

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