L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-19-2022

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GIOVEDÌ 19 MAGGIO 2022 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Continua da pagina 5 NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ C Laboratorio di Washington è stata determinante per gli scienziati italiani. Lo confer- m a l a p r o f . s s a F r a n c e s c a Antonacci, genetista nel team di Ventura, che come lui ha studiato da Postdoctoral fel- l o w ( p e r a l t r o d i v e n t a n d o finalista ISSNAF dello Young Investigator Award 2012) con Eichler. Già allora guidava la ricerca con soluzioni rivo- luzionarie che permettevano di leggere lunghi tratti di DNA: "Ho potuto usare in prima persona tecniche all'a- vanguardia che non erano ancora disponibili in Italia e interfacciarmi con ricercatori di altissimo livello". Prof. Ventura, con una borsa di studio Fulbright Research ha studiato in A m e r i c a , d o v e o g g i insegna, ma è tornato in Italia. Cosa le ha insegna- to l'esperienza ameri- cana? S o n o c o n v i n t o c h e s i a stata fondamentale perché mi ha insegnato a fare ricerca in modo diverso da come si faceva in Italia vent'anni fa, quando ho iniziato. Da noi si guardava il piccolo non l'in- s i e m e . S e c o n d o m e n e l l a ricerca ad alti livelli bisogna i m p a r a r e a g u a r d a r e a d ampio spettro, ad alzare gli o c c h i e a v e d e r e c o s a c ' è intorno. Devo però dire che negli ultimi anni la ricerca si è evoluta anche in Italia, è andata verso quest' apertura. Ci manca lo "sguardo a m p i o " m a n e g l i U s a hanno bisogno delle nos- tre competenze. La preparazione degli stu- denti italiani non ha nulla da invidiare. Quando mando i miei dottorandi negli Usa, la prima cosa che notano è pro- prio che sono più preparati. Agli esami universitari non sono 'dolce di sale' come si dice in gergo, ma gli studenti capiscono il senso: sanno che la formazione che costruis- cono oggi sarà la merce di scambio del domani. Con la p r o f . s s a F r a n c e s c a Antonacci, che come me ha studiato con il prof. Eichler, coordiniamo a Bari un mas- ter in Citogenetica che è una scuola di formazione alta- mente professionalizzante nello studio dei cromosomi perché abbiamo capito che questa è una competenza molto ricercata. Visti i vostri esiti così prestigiosi, ci sarebbero più risultati made in Italy se ci fossero più investi- menti in ricerca? Certamente, ma va tenuto presente che c'è da mettersi in gioco tanto. Non basta avere una maggiore disponi- bilità economica, che in Italia spesso manca, ma occorre avere voglia di muoversi, d'investire tempo ed energie. Sia io sia altri componenti del m i o t e a m s i a m o s t a t i 4 - 5 a n n i a l l ' e s t e r o p r i m a d i tornare in Italia e questo sta dando frutti perché, oltre a potenziare le nostre compe- tenze, abbiamo potuto creare le connessioni giuste. Lavoro a Bari e a Washington e la mia doppia assegnazione ha agevolato il ponte di collabo- razione con il team statu- nitense. Q u a l è l ' a s p e t t o c h e l'ha affascinata di più in questa ricerca? Tra i tanti aspetti, la possi- bilità di confrontarsi con tante teste che si occupano di c o s e d i v e r s e , m e s s e t u t t e sullo stesso piano. Permette di mettersi a contatto con modi di pensare differenti, d'investire nella scienza in modi diversi dal nostro. E poi il risultato. Quando ci siamo resi conto che con queste tec- nologie riuscivamo a risol- vere punti che erano incogni- ti, nel senso che nemmeno si sapeva che esistevano, abbi- amo capito che il dato che stavamo producendo avrebbe fatto il futuro della biologia, non solo della genetica, disci- plina di cui mi occupo. Cosa significa vedere la propria ricerca sulla copertina di Science? Una grande soddisfazione. Ripaga di tanto impegno ma quando si arriva a questi tra- guardi senti che la fatica ha dato i suoi frutti. I l p r o s s i m o p a s s o rispetto alla ricerca sul genoma. Ci saranno una marea di risultati. Oggi siamo all'inizio del racconto, ognuno pren- derà spunti da questa storia. Ci saranno ricercatori che lavoreranno su aspetti diversi del genoma che poi daranno il via ad altri studi. Direi che questo è il primo libro di una c o l l a n a c h e p o t r à e s s e r e lunghissima perché ci saran- no tantissime cose che ora si sanno e di cui prima si igno- rava persino l'esistenza, e tutte apriranno nuovi campi d'indagine. La collaborazione tra il g r u p p o d i r i c e r c a dell'Università di Bari e gli Usa continuerà? Sono già 20 anni che abbi- amo questa collaborazione e c r e d o c h e c o n t i n u e r à p e r molti altri anni. La loro com- ponente tecnologica e la nos- tra capacità di mettere in ordine ciò che producono le loro tecnologie, credo sia il connubio perfetto per lavo- rare insieme a lungo. Tra 20 anni cosa può succedere grazie a questa ricerca? P o t r e m o a v e r e m o l t e risposte ai tanti quesiti posti dalle malattie genetiche, di cui non conosciamo i geni responsabili. Si parlerà di ter- apie personalizzate. La far- macogenomica permetterà di sapere come ciascuno rispon- derà ai trattamenti farmaco- logici sulla base del proprio sequenziamento genomico. Se ho piena conoscenza del l i b r o , p o s s o s a p e r e d o v e andare a trovare il capitolo, la frase che mi serve, e strut- turare un piano terapeutico personalizzato. Il genoma cambia da individuo a individuo. Si va verso una medicina personalizzata. Abbiamo a disposizione il g e n o m a c o m p l e t o d i u n a linea cellulare. Ora conosci- amo tutte le lettere e tutte le pagine presenti sul libro. Se prendiamo due persone, non troveremo le stesse frasi a pagina 5 ma sappiamo che dovremo leggere pagina 5 e c a p i r e m o l e d i f f e r e n z e d i testo. Dalla lettura dei geni alla scrittura. Intravede pericoli? Non vedo aspetti negativi nella conoscenza. O v v i a m e n t e c o m e l a conoscenza verrà utilizzata, dipende dall'uomo. Anche Einstein non aveva idea di come sarebbe stata usata la sua teoria della relatività. Al momento, comunque, non s t i a m o t o c c a n d o m a s o l o vedendo il genoma. Il team del professor Ventura (Photo courtesy of Mario Ventura) Finora, dice Ventura "il genoma umano era un libro con le pagine strappate, pieno di buchi. Ora è un libro completo, è tutto scritto e si può leggere, le pagine sono state messe in ordine" La professoressa Francesca Antonacci, parte integrante del team (Photo courtesy of Francesca Antonacci)

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